Il rapper e prigioniero politico cubano Maykel Castillo Pérez, conosciuto come "El Osorbo", ha inviato un messaggio in cui chiede di parlare con la polizia politica mentre sta scontando la sua pena nel carcere di massima sicurezza "Kilo 5 e Medio", situato a Pinar del Río.
Attraverso il profilo Facebook "Maykel Osorbo 349", l'artista ha chiesto la presenza delle autorità, anche se le cause sono sconosciute, e un commento della persona che gestisce l'account conferma che non si sa nulla di più al riguardo.
Nel mese di agosto, l'artista è stato malato, con febbre e mal di testa, anche se non si è potuto confermare se si trattasse di dengue o di un altro virus a causa delle limitazioni nel centro penitenziario.
La situazione nella prigione è critica, aggravata da un aumento dei casi di dengue e febbre di Oropouche a Cuba.
Il rapper, vincitore di due Premi Latin Grammy per il brano "Patria y Vida", è stato condannato nel 2022 a nove anni di carcere per reati di disobbedienza, attentato, turbativa dell'ordine pubblico e diffamazione.
A maggio, organizzazioni internazionali e colleghi del rapper hanno ricordato il suo terzo anno di incarcerazione.
L'organizzazione Amnesty International per le Americhe continua a chiedere al governo di Díaz-Canel la liberazione immediata e incondizionata di Osorbo, detenuto nel 2021.
Lo scorso mese di aprile, Osorbo è stato brutalmente picchiato in prigione al punto che ha quasi perso un orecchio, ha dettagliato il mezzo indipendente El Estornudo.
In un articolo firmato dallo scrittore cubano Carlos Manuel Álvarez, intitolato "Maykel Osorbo: «A me devono assassinarmi di fronte»", vengono rivelati dettagli dell'evento accaduto il 18 aprile scorso nel carcere di massima sicurezza di Kilo 5 e Medio a Pinar del Río.
L'aggressione è avvenuta durante l'orario della colazione, quando diversi detenuti protestavano per la scarsità di cibo nel carcere dopo che il pane non era bastato, segnala il testo.
Nel 2022, "Osorbo" ha dichiarato dalla prigione che non escludeva la via dell'esilio per ottenere la sua libertà; tuttavia, continua a scontare la pena nonostante le richieste di diverse organizzazioni internazionali.
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