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Riscontrata una donna cubana che è stata sequestrata da un uomo per un mese a Tenerife.

È successo in una località del comune di San Cristóbal de La Laguna.


La polizia spagnola ha liberato martedì una cubana che era stata rinchiusa in una casa della città di Tejina, a San Cristóbal de la Laguna, Tenerife, da almeno un mese, da un uomo che inoltre la maltrattava.

José Javier López, ispettore della Polizia Locale de La Laguna, ha spiegato che verso le 11:30 del 11 giugno, una vicina ha chiamato la polizia avvertendo di aver ricevuto dei bigliettini da una donna che chiedeva aiuto.

Gli agenti sono arrivati ​​alla casa indicata e hanno trovato un uomo che ha detto che non stava succedendo niente, ma una donna che si trovava in casa ha raccontato che era stata trattenuta per un mese, da quando era arrivata da Cuba.

La donna ha detto alle autorità che l'uomo le aveva tolto il passaporto e che era stata vittima di maltrattamenti ripetuti.

L'uomo è stato arrestato ed è stato sottoposto a disposizione giudiziaria, mentre la cubana ha ricevuto cure presso il centro sanitario di Tejina.

La Polizia Locale ha elogiato la collaborazione dei cittadini nel combattere gli abusi e ha incoraggiato la popolazione a denunciare in caso di sospetto che una donna possa essere vittima di violenza di genere.

Fino alla chiusura di questa nota, non sono noti altri dettagli relativi al caso.

Non è trapelata l'identità di nessuno dei due coinvolti né lo status migratorio della donna cubana.

A marzo, la polizia spagnola ha smantellato una rete di sfruttamento sessuale a Granada che costringeva immigrati da Cuba e Colombia a prostituirsi.

In quel caso sono state arrestate quattro persone - due donne e due uomini tra i 24 e i 45 anni - che facevano parte di una rete criminale dedicata alla tratta di donne per sfruttamento sessuale in un appartamento di quella città andalusa, secondo quanto riferito dall'agenzia EFE.

Le vittime - tre donne e un uomo - erano sorvegliate costantemente da telecamere e costrette a offrire droghe a tutti i clienti fornite da un colombiano che aveva un laboratorio di cocaina, il quale è stato anche smantellato nella stessa operazione della polizia.

Gli implicati si sono approfittati della situazione di vulnerabilità delle vittime, le quali risiedevano in modo irregolare in Spagna, per costringerle a prostituirsi.

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