“Mi madre è morta in poche ore”: Il straziante racconto di una figlia in mezzo all'epidemia di arbovirosi a Cuba



La morte di Bárbara Fleites a Cuba mette in evidenza la crisi sanitaria e la mancanza di risorse di fronte all'epidemia di arbovirosi. Le testimonianze dei familiari evidenziano il deterioramento del sistema sanitario.

Bárbara Fleites Valdez, deceduta a Caibarién dopo un quadro compatibile con arbovirosi.Foto © Collage/Reti Sociali

Video correlati:

“Se ne è andata in poche ore”. Così riassume una figlia la fine di sua madre, Bárbara Fleites Valdez, una donna di 59 anni che è morta lo scorso 15 dicembre a Caibarién, Villa Clara, dopo un quadro compatibile con arbovirosi, in mezzo a un'epidemia che continua a reclamare vite a Cuba.

Il testimone è stato condiviso su social media dall'ex prigioniero politico e manifestante del 11J Carlos Michael Morales Rodríguez ed è rapidamente iniziato a circolare come un grido d'aiuto.

Captura di Facebook/Carlos Michael Morales Rodríguez

Secondo il racconto familiare, Bárbara si svegliò il giorno precedente, domenica 14 dicembre, molto abbattuta, con una colorazione gialla sul volto e segni allarmanti sui piedi. Anche se non voleva andare dal medico, i suoi figli decisero di portarla in ospedale notando il deterioramento evidente del suo stato.

Nel centro di salute, raccontano, le hanno solo prescritto il siero per idratarla ed è stata rimandata a casa nonostante continuasse a sentirsi male. Diverse ore dopo, il dolore si è intensificato, specialmente ai reni, e la famiglia è tornata con lei all'ospedale municipale.

Lì ricevette nuovamente idratazione endovenosa, ma non c'erano analgesici disponibili per alleviare il dolore. Di fronte alla gravità della situazione, il medico di guardia decise di trasferirla all'ospedale provinciale di Santa Clara, anche se non c'era un'ambulanza per portarla.

L'attesa si prolungò fino a notte. Quando finalmente arrivò un'auto con i paramedici, si decise di trasferire un altro paziente più giovane che era rimasto coinvolto in un incidente. Bárbara rimase ricoverata a Caibarién. Poco dopo le sei del mattino, morì a causa di un arresto cardiaco.

La famiglia denuncia che si tratta del secondo caso confermato di morte per questa epidemia in città. Alla fine di novembre, un bambino di appena due mesi è deceduto a Remedios dopo essere rimasto ricoverato in ospedale, secondo quanto denunciato sui social dalla zia, la giornalista Belkis Flores. Storie come queste contrastano con il discorso ufficiale che insiste nel minimizzare l'impatto reale del focolaio.

Questo testimonianza si aggiunge ad altri racconti recenti che hanno scosso l'opinione pubblica. Nei giorni scorsi, è stata resa nota la storia di una madre che ha dato alla luce il suo bambino nel mezzo di un quadro di chikungunya.

Il neonato ha affrontato complicazioni respiratorie, disturbi della coagulazione e giorni critici in terapia intensiva prima di ottenere un'evoluzione favorevole. “Sono stati giorni senza dormire,” ha confessato la madre, descrivendo l'angoscia di vedere suo figlio lottare tra la vita e la morte.

Mientras le autorità sanitarie riconoscono decine di decessi per chikungunya e dengue e parlano di un “leggero miglioramento”, le testimonianze che emergono da ospedali e case cubane delineano un'altra realtà, dove la mancanza di farmaci, trasferimenti impossibili, decisioni mediche condizionate dalla scarsità e famiglie che sentono di essere arrivate troppo tardi, segnano la tendenza.

Per molti cubani, dentro e fuori dall'isola, la morte di Bárbara Fleites non è solo un'altra statistica. È il volto umano di un'epidemia che continua a progredire e di un sistema sanitario al limite, dove l'attesa, la carenza e il silenzio ufficiale finiscono per pesare tanto quanto il virus.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.