Bolivia rompe con la Cina e Maduro per allearsi con gli Stati Uniti nell'estrazione del litio



Il crollo del Movimento al Socialismo (MAS) e il trionfo del conservatore Rodrigo Paz hanno aperto la strada a un progetto liberale e pro-imprenditoriale che mira a riposizionare la Bolivia sulla mappa regionale.

Il presidente Rodrigo Paz e miniere di litio nel salar di Uyuni, BoliviaFoto © X / @Rodrigo_PazP - fundacionsolon.org

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Bolivia ha dato un giro storico nella sua politica estera ed economica. Il nuovo presidente conservatore Rodrigo Paz ha annunciato la fine di quasi due decenni di governi di sinistra e della dipendenza strategica da Cina e Venezuela.

La sua amministrazione cerca ora un'alleanza solida con gli Stati Uniti per attrarre investimenti e tecnologia nell'estrazione e lavorazione del litio, una delle risorse più ambite del pianeta.

Il ministro degli Affari Esteri, Fernando Aramayo, ha dichiarato a Fox News Digital durante la sua visita a Washington che la Bolivia intende “rompere il monopolio cinese sulla minerazione delle risorse naturali” e aprire il settore a aziende statunitensi.

“Vogliamo una relazione a lungo termine con gli Stati Uniti, basata su valori comuni e nella difesa della democrazia”, ha affermato.

Paz, che ha assunto l'incarico nel novembre del 2025, ha ereditato un paese logorato dalla corruzione, dalla crisi economica e dalle reti di narcotraffico che, come denunciato da Aramayo, si erano infiltrate nello Stato durante i governi di Evo Morales e Luis Arce.

Il collasso del Movimento al Socialismo (MAS) ha aperto la strada a un progetto liberale e pro-imprenditoriale che mira a riposizionare la Bolivia nella mappa regionale.

Il nuovo governo prevede di approvare leggi che facilitino gli investimenti esteri e promuovano il trasferimento tecnologico statunitense, specialmente nell'estrazione sostenibile di litio nel salar di Uyuni, una delle maggiori riserve del mondo.

Aramayo ha confermato anche la ripresa delle relazioni diplomatiche con Israele, sospese durante la guerra a Gaza dal governo precedente, e ha espresso la sua preoccupazione per la crescente influenza del crimine organizzato in Sudamerica. "I cartelli hanno minato la fiducia nelle istituzioni e alimentato l'instabilità regionale", ha avvertito.

Nel frattempo, Washington intensifica la sua pressione contro il regime di Nicolás Maduro, accusato di legami con il narcotraffico. In questo contesto, la Bolivia si profila come un nuovo alleato strategico degli Stati Uniti in America del Sud, decisa a promuovere una "transizione democratica" in Venezuela e a consolidare una politica estera più allineata con l'Occidente.

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