La Sicurezza dello Stato intensifica la campagna per discreditare il leader massone José Ramón Viñas Alonso

L'offensiva avviene dopo anni di tensioni per la sua posizione critica nei confronti del regime e la sua difesa dell'autonomia della massoneria, e riflette l'aumento dell'interferenza governativa nelle organizzazioni civili indipendenti.

José Ramón Viñas Alonso, Soberano Gran Comendatore del Supremо Consiglio del Grado 33Foto © Facebook / José Ramón Viñas Alonso

La Sicurezza dello Stato a Cuba ha scatenato un’offensiva mediatica e giuridica contro il leader massone José Ramón Viñas Alonso, una figura scomoda per il regime da quando, nel luglio del 2021, ha condannato pubblicamente la repressione contro le manifestazioni dell'11 luglio.

Negli ultimi giorni, un testo anonimo e senza firma ha iniziato a circolare sui social media e su pagine affini al governo, come Razones de Cuba, presentando Viñas come un “falso leader” coinvolto in un presunto giro di corruzione massonica.

Captura de Facebook/Razones de Cuba

Il documento lo accusa di malversare fondi destinati all'Asilo Nazionale Massonico, di mantenere legami con logge straniere “irregolari” e di politicizzare la fraternità.

Per i suoi sostenitori, queste accuse fanno parte di una strategia di diffamazione orchestrata dalla polizia politica. Viñas, Soberano Gran Comendador del Supremo Consiglio del Grado 33, è stato un oppositore aperto all'ingerenza statale nella massoneria.

Nel 2021 ha firmato una lettera a nome della confraternita che responsabilizzava direttamente Miguel Díaz-Canel per aver incitato alla violenza contro il popolo. Da allora, è stato interrogato, sorvegliato e oggetto di processi interni contestati per il loro carattere irregolare.

La sua postura critica non solo ha incluso la condanna alla repressione del 11J, ma anche il rifiuto all'invasione russa dell'Ucraina, il che, secondo i massoni consultati da media indipendenti, lo ha trasformato in un obiettivo prioritario della Sicurezza dello Stato.

Repressione e causa giudiziaria

A maggio di quest'anno, il Ministero della Giustizia destituì Viñas e designò come suo sostituto Lázaro Cuesta Valdés, un veterano massone indicato per la sua vicinanza al regime. La misura è stata accompagnata da minacce di congelare i fondi della confraternita se la decisione non fosse stata rispettata.

A inizio agosto, Viñas è stato nuovamente convocato e interrogato dalla Sicurezza dello Stato e affronta un'accusa per “traffico di valuta”.

L'accusa si basa su due scambi interni di 100 dollari tra massoni per coprire le spese dell'asilo, a un tasso di 370 pesos, invece di quello ufficiale di 120. Per i suoi fratelli, la causa non è altro che un pretesto per allontanarlo dalla leadership e criminalizzarlo.

"Chiediamo solidarietà internazionale contro l'omicidio sfacciato che si sta perpetrando nei confronti della massoneria a Cuba", ha denunciato lo scrittore Ángel Santiesteban-Prats, anch'egli massone e critico del regime, il quale ha affermato di essere assediato da pattuglie per impedirgli di assistere a supportare Viñas in una delle sue convocazioni.

Guerra per l'autonomia massonica

La massoneria cubana vive una crisi senza precedenti, segnata da destituzioni, espulsioni e dall'imposizione di dirigenti affini al Governo. Nonostante le minacce, molti membri insistono nel difendere l'autonomia dell'istituzione, persino riunendosi in strada di fronte alla statua di Carlos Manuel de Céspedes sotto sorveglianza poliziesca.

Per loro, la campagna contro Viñas Alonso non è un caso isolato, ma un messaggio chiaro: qualsiasi organizzazione indipendente che sfida il potere rischia di essere infiltrata, divisa e screditata.

“Se il governo vuole dominarci, non lo permetteremo”, ha avvertito il Gran Maestro eletto, Juan Alberto Kessell Linares.

In mezzo a questa battaglia, Viñas ha scelto il silenzio pubblico, fedele all'idea che le questioni della fraternità debbano essere risolte all'interno dell'ordine. Ma l'offensiva contro di lui chiarisce che, a Cuba, neppure la massoneria sfugge al controllo politico.

Domande frequenti sulla crisi della massoneria a Cuba e sulla campagna contro José Ramón Viñas Alonso

Perché José Ramón Viñas Alonso è accusato dal regime cubano?

José Ramón Viñas Alonso è accusato di "traffico di valute" a causa di un cambio di valute effettuato internamente nella massoneria per coprire le spese di un asilo, a un tasso non ufficiale. Tuttavia, molti ritengono che queste accuse facciano parte di una campagna di discreditamento orchestrata dal regime a causa della sua posizione critica nei confronti del governo cubano.

Cosa ha motivato l'offensiva del governo cubano contro la massoneria e i suoi leader?

La offensiva del governo cubano contro la massoneria e i suoi leader, come José Ramón Viñas Alonso, è dovuta alla loro opposizione aperta all'ingerenza statale nella fraternità massonica e alla loro critica al regime. Viñas ha condannato pubblicamente la repressione delle proteste dell'11 luglio e l'invasione russa dell'Ucraina, il che lo ha reso un obiettivo prioritario della Sicurezza dello Stato.

Come ha risposto la comunità massonica a Cuba all'intervento del regime?

La comunità massonica a Cuba ha risposto con unità e resistenza, rifiutando l'intervento del regime e difendendo la propria autonomia. Hanno tenuto sessioni in strada e hanno espulso leader imposti dal governo, come Mayker Filema Duarte. Continuano a chiedere legalità e rispetto per i loro processi interni.

Quali misure ha adottato il regime cubano contro la massoneria?

Il regime cubano ha adottato varie misure contro la massoneria, inclusa la destituzione di leader legittimi e l'imposizione di dirigenti affini al governo, come Lázaro Cuesta Valdés. Ha anche minacciato di congelare i fondi della fraternità se queste imposizioni non vengono accettate, e ha avviato procedimenti giudiziari contro i suoi leader.

Qual è la situazione attuale della massoneria a Cuba?

La massoneria a Cuba affronta una delle sue maggiori crisi istituzionali a causa dell'interferenza del regime nei suoi affari interni e della persecuzione dei suoi leader. Nonostante le minacce e le repressioni, la comunità massonica continua a difendere la sua autonomia e i suoi principi, svolgendo attività anche sotto sorveglianza della polizia.

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