Madri cubane si presentano davanti alla residenza di Díaz-Canel a L'Avana

Tre madri cubane hanno protestato davanti alla residenza di Díaz-Canel a L'Avana, chiedendo una soluzione per i blackout che colpiscono le loro famiglie. L'azione ha generato supporto sui social media.

Madri cubaneFoto © Facebook/Idelisa Diasniurka Salcedo Verdecia

Tre madri cubane, accompagnate da quattro bambini piccoli, uno dei quali in un passeggino, si sono presentate di fronte alla residenza del governante Miguel Díaz-Canel a L'Avana per chiedere risposte sui prolungati tagli di elettricità che colpiscono le loro famiglie.

"Mi riceveranno! Il mio nome è stato annotato in ogni tipo di lista. Ma ora quello di cui abbiamo bisogno è risolvere!", disse una delle donne di fronte a agenti di polizia e della Sicurezza dello Stato in abiti civili. “Con il cuore in mano! Da qui non mi muovo! Qui devono darmi una risposta!”

In un video che circola sui social, si sente una delle donne dire che sono andate sul posto "per via della corrente", riferendosi agli blackout che colpiscono il paese. Le immagini mostrano madri determinate, con i bambini al loro fianco, mentre una pattuglia della polizia era già schierata sul luogo, pronta a reprimerle.

"Sono sgradevoli in quantità", esprime con indignazione una delle madri nel video, riferendosi agli agenti che sorvegliano la residenza del mandatario.

I video sono stati divulgati dall'attivista Idelisa Diasniurka Salcedo Verdecia, che ha denunciato il fatto sui suoi social, generando un'ondata di solidarietà e commenti di supporto alle donne. Molti utenti cubani dentro e fuori dall'isola hanno segnalato il gesto come un simbolo della frustrazione che le famiglie provano di fronte alla crescente crisi energetica e all'indifferenza delle autorità.

Questo non è un fatto isolato. Ad aprile dell'anno scorso, almeno quattro madri con i loro figli si sono piazzate davanti all'abitazione del mandatario per chiedere medicinali, cibo e un tetto. Ciò che hanno ricevuto, secondo quanto denunciato allora, è stata maggiore sorveglianza, minacce e un piatto con riso bianco, crocchette e cavolo.

Estanys Rodríguez, una giovane di 20 anni e madre di una bambina di due, ha camminato per 45 minuti con la piccola in spalla da Marianao fino a casa di Díaz-Canel. L'ha fatto con un'unica convinzione: "Non ce la faccio più a sopportare questa vita e soprattutto essendo cubana con mia figlia". Quel giorno, l'unica cosa che poteva offrire per colazione a sua figlia era una bibita.

Rodríguez, come molte altre madri cubane, è stata vittima di minacce per aver diffuso sui social le sue richieste. "Tutto è stato minacce, che quando lo rifarei mi avrebbero processato, e io ho detto che possono farlo perché a soffrire in questo momento è mia figlia", ha dichiarato in un'intervista al canale Universo Increíble.

“I bambini a Cuba non vivono come dovrebbero vivere. Siamo in condizioni disumane, non è giusto”, ha denunciato una delle madri ad aprile, dopo il tentativo fallito di ottenere una risposta dal governo.

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