“Questo non è socialismo, compagni!”: Uno studente cubano disarma ETECSA con le sue stesse parole

Uno studente cubano ha confutato con ironia e realismo le giustificazioni di ETECSA riguardo l'aumento delle tariffe di internet, mettendo in evidenza il monopolio e la frustrazione generazionale.

Presidenta di ETECSA / Studente cubanoFoto © Facebook Mesa Redonda / Instagram Hiran Moya

Un studente di Medicina a Cuba ha protagonizzato questo giovedì un intervento che è diventato virale sui social media per la sua forza e chiarezza nel confutare gli argomenti dell'Empresa de Telecomunicaciones (ETECSA) e dello stesso regime, in piena crisi a causa dell'aumento delle tariffe di internet.

La interventzione è avvenuta durante una delle riunioni tra i rappresentanti della Federazione Studentesca Universitaria (FEU) e i rettorati delle università cubane, convocate per "spiegare" le nuove tariffe di ETECSA e cercare di contenere il crescente malcontento tra i giovani.

Il giovane, di identità e facoltà sconosciute, ha risposto con fermezza ai funzionari, utilizzando precisamente gli stessi discorsi ufficiali con cui il regime ha cercato di giustificare le misure impopolari. Il suo intervento, carico di ironia critica e realismo, ha messo in evidenza la frustrazione generazionale nei confronti del sistema.

“Ci stanno limitando l'internet come azienda, come monopolio, perché questa è l'unica compagnia che abbiamo a Cuba. Vorrei che mi spiegassero di nuovo in che modo posso avere credito se non mi ricaricano dall'estero. Perché posso avere 10.000 pesos di credito e ricaricare tutti i pacchetti da 360 pesos che voglio, ma... Come faccio ad ottenere quel credito?" chiese.

"Come posso avere saldo se non effettuano ricariche internazionali? È una bugia che Pepe o Armando mi faranno trasferimenti tramite Transfermóvil perché anche loro devono avere saldo per farlo. Quindi... Se non posso avere saldo senza che mi ricarichino dall'estero, questa misura non è socialista, compagni", disse convinto.

Lo studente ha ricordato a ETECSA e al governo cubano che la loro responsabilità come azienda statale è rispondere agli interessi dei cittadini e generare servizi accessibili per le persone che vivono a Cuba.

ETECSA è una compagnia di proprietà socialista, è del popolo cubano, e questo (gli studenti riuniti qui che chiedono cambiamenti), questo è il popolo cubano", ha sottolineato il giovane.

Il governo ignora gli studenti e insiste nell'aumento delle tariffe

Il paro accademico a Cuba è iniziato il 4 giugno e si estende per le università di tutto il paese, con epicentro all'Università dell'Avana. La risposta del governante Miguel Díaz-Canel è stata chiara: non ci sarà alcun passo indietro nell'aumento delle tariffe.

Durante il suo podcast settimanale Desde la Presidencia, accompagnato da Tania Velázquez, direttrice generale di ETECSA, Díaz-Canel ha affermato che sospendere le misure equivarrebbe a “rinunciare a entrate per mantenere il servizio”.

Il mandatario comunista ha sostenuto che il sistema di telecomunicazioni attraversa una situazione “complessa dal punto di vista tecnologico” e che, se non si prendono decisioni impopolari ora, “il paese sarebbe molto vicino al collasso”.

A dispetto del riconoscere che la connessione è sempre più lenta e costosa, ha ribadito che il sacrificio è necessario per “progredire” e ha minacciato che ci potrebbe essere presto un blackout nelle comunicazioni. “Quando si verificherà un collasso tecnologico, anche allora ci verrà richiesto”, ha detto.

Il presunto collasso con cui il regime vuole spaventare il popolo comporterebbe, secondo la presidente di ETECSA, che “non possiamo fare chiamate telefoniche, che non possiamo inviare messaggi, che non possiamo arrivare ai nostri centri di studio o di lavoro”.

Díaz-Canel ha spiegato che il suo governo ora deve fare un passo indietro per progredire in futuro. "Stavamo avanzando, dobbiamo fermarci, retrocedere un po' per accumulare ciò che ci serve" e migliorare le condizioni in futuro.

Gli studenti continuano a lottare

Il movimento studentesco che scuote le università cubane non chiede solo tariffe più giuste e connettività equa, ma anche le dimissioni del presidente nazionale della FEU, Ricardo Rodríguez González, accusato di rappresentare gli interessi del governo e non quelli degli studenti.

Di fronte al crescente rifiuto da parte dei cittadini, la risposta del regime è stata quella di sempre: negare l'esistenza del fermo accademico e accusare gli studenti di essere manipolati da una presunta "guerra mediatica" orchestrata dall'esterno.

Le parole del giovane studente di medicina risuonano come una crepa nel muro ufficiale: “Perché ETECSA è una compagnia dello Stato socialista" e sta agendo contro il popolo. Il suo sentimento riassume quello di più di una generazione di cubani stanchi di pagare gli errori di un sistema che, giorno dopo giorno, chiude loro le porte del futuro.

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