L'organizzazione Solidaridad Sin Fronteras, con sede in Florida, ha inviato questo 10 marzo una lettera al segretario di Stato, il cubano-americano Marco Rubio, chiedendogli di riattivare il parole per i medici cubani, che sono stati o sono stati sfruttati nelle mal chiamate "missioni" del regime in tutto il mondo o che si trovano negli Stati Uniti in un limbo migratorio.
Così lo ha spiegato in dichiarazioni a CiberCuba Julio César Alfonso Sánchez, presidente di Solidaridad Sin Fronteras, in un'intervista in cui ha affermato categoricamente di essere "assolutamente convinto" che "ce la faremo".
Il programma per medici cubani è entrato in vigore nel 2006 con l'Amministrazione di George W. Bush ed è stato sospeso in mezzo al disgelo tra Barack Obama e Raúl Castro, nel 2017. In quel periodo di 11 anni, circa 18.000 professionisti cubani sono riusciti ad avvalersi di questa figura migratoria e a regolarizzare la loro situazione negli Stati Uniti.
Attualmente, Solidaridad Sin Fronteras è in contatto con l'ufficio di Marco Rubio e, nonostante la sospensione del parole e di tutti i processi migratori associati a esso sia stata una delle prime misure adottate dal presidente Donald Trump, Julio César Alfonso sostiene che sia possibile portare avanti il parole per i medici, poiché la lotta del governo repubblicano è contro l'immigrazione illegale e quando si chiudono tutte le strade attraverso cui si può entrare illegalmente negli Stati Uniti, risulta logico aprire canali legali.
Da qui la mia fiducia che il segretario di Stato Marco Rubio possa riattivare il parole per i medici cubani, in un contesto di scarsità di professionisti della salute negli Stati Uniti. A suo avviso, non solo si risolverebbe un problema in Florida, ma, inoltre, si interromperebbe il finanziamento che il regime castrista ottiene dallo sfruttamento dei medici, stimato in 11 miliardi di dollari. Si tratta, ha insistito, di una cifra superiore a quella che i comunisti cubani raccolgono in settori come il turismo.
Se si riattiva il programma per medici, Julio César Alfonso considera che potrebbero beneficiarne tra 3.000 e 5.000 professionisti cubani della salute che si trovano in vari punti del pianeta. Anche quelli che attualmente si trovano negli Stati Uniti in un limbo migratorio.
Nella lettera che il presidente di Solidaridad Sin Fronteras ha inviato a Marco Rubio questa settimana, gli ricorda che a febbraio del 2025 ha annunciato che il Dipartimento di Stato sta limitando i visti a persone che sfruttano i lavoratori cubani, "riconoscendo implicitamente che la situazione di schiavitù moderna e traffico di esseri umani continua con i professionisti della salute cubani nelle missioni mediche del regime".
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