Il Vaticano si esprime dopo le scarcerazioni a Cuba

Il Vaticano ha definito le liberazioni in Cuba come un gesto di riconciliazione promosso da Papa Francesco, sottolineando la liberazione di prigionieri politici dell'11 luglio dopo mediazioni con gli Stati Uniti.

Il Vaticano (Immagine di riferimento)Foto © Wikimedia Commons

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A seguito della recente liberazione annunciata dal regime cubano, Il Vaticano ha emesso mercoledì un comunicato in cui ha qualificato la misura come un riflesso dello spirito di riconciliazione e speranza promosso dal Papa Francesco in vista dell'Anno Santo.

Secondo Vatican News, questa decisione è stata comunicata in precedenza a Papa Francesco tramite una lettera inviata dal presidente Miguel Díaz-Canel all'inizio di gennaio, nella quale sono stati dettagliati i processi di revisione e di scarcerazione.

In un comunicato, il Ministero degli Esteri di Cuba ha informato sulla liberazione di 553 persone condannate per vari reati, nell'ambito di una mediazione sostenuta con la Chiesa cattolica nel corso degli anni.

Anche se il regime non ha specificato se tra i liberati ci siano prigionieri politici, come quelli incarcerati dopo le manifestazioni antigovernative di luglio 2021, l'annuncio coincide con una decisione dell'amministrazione di Joe Biden di ritirare Cuba dalla lista dei paesi sostenitori del terrorismo.

Tuttavia, la diplomazia cubana non ha stabilito un legame esplicito tra entrambe le decisioni.

Il governo cubano ha precisato inoltre che più di diecimila persone private della libertà sono state liberate tra il 2023 e il 2024 sotto diversi tipi di benefici legali.

La dichiarazione pubblicata da Vatican News fa eco anche all'appello di Papa Francesco nella sua convocazione al Giubileo, sotto lo slogan “Pellegrini della speranza”, in cui ha esortato a promuovere l'amnistia e il perdono come atti di riconciliazione.

Questo messaggio, ricordato nella Dichiarazione di L'Avana, rafforza il ruolo del Vaticano come mediatore in questioni umanitarie a Cuba.

La Chiesa cattolica ha avuto un ruolo chiave nelle liberazioni in Cuba in momenti storici rilevanti. Nel 1998, durante la visita di San Giovanni Paolo II, Fidel Castro liberò circa 200 persone.

Nel 2012, prima dell'arrivo di Benedetto XVI, migliaia di detenuti furono liberati, e nel 2015, tremilacinquecento recuperarono la libertà alla vigilia della visita di Papa Francesco.

Quest'ultimo ha svolto anche un ruolo cruciale nel ripristino delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Cuba nel 2014.

Il Cardinale Juan de la Caridad García Rodríguez, massima autorità della Chiesa cattolica a Cuba, ha dichiarato martedì che non era a conoscenza delle trattative segrete svolte dal Vaticano per la liberazione di prigionieri politici sull'isola.

"Me ne sono appena reso conto", ha affermato il Cardinale García quando è stato consultato dal giornalista Mario J Pentón di Martí Noticias.

Nel corso della mattinata di questo mercoledì è iniziata la liberazione dei primi prigionieri politici del 11J, frutto di negoziati con gli Stati Uniti e con la mediazione del Vaticano.

Le autorità del carcere di Guamajal, nella provincia di Villa Clara, hanno notificato che le sorelle Lisdani e Lisdiani Rodríguez Isaac, prigioniere politiche naturali del comune di Placetas, sarebbero state rilasciate, come riportato a CubaNet dalla madre di entrambe, Bárbara Isaac Rojas.

Un altro dei liberati è stato Rowland Castillo, uno dei minori incarcerati nel quartiere della capitale di Toyo, nel municipio di Diez de Octubre.

Reyna Yacnara Barreto Batista, giovane prigioniera politica dell'11J a Camagüey, è stata liberata anche questo mercoledì, come ha informato sui social sua madre, Reyna Luiza Batista Silva.

"È stato il primo processo tenutosi a Cuba interamente per i partecipanti dell'11J e ora è la prima donna a beneficiare dei nuovi cambiamenti che stanno arrivando," ha scritto su Facebook Batista Silva insieme a una foto con sua figlia.

Domande frequenti sulla liberazione dei prigionieri a Cuba e la mediazione del Vaticano

Qual è stata la motivazione della liberazione di 553 prigionieri a Cuba?

La liberazione di 553 prigionieri a Cuba è stata annunciata nell'ambito di un accordo raggiunto dopo negoziazioni con gli Stati Uniti e la mediazione del Vaticano. Questa decisione coincide con il Giubileo Ordinario del 2025, promosso da Papa Francesco, e mira a riflettere un carattere "umanitario e giusto" del sistema giudiziario cubano. Inoltre, si colloca in un contesto diplomatico in cui Cuba è stata rimossa dalla lista degli Stati sponsor del terrorismo dall'amministrazione di Joe Biden.

Include la liberazione di prigionieri politici?

Anche se il regime cubano non ha specificato se tra i liberati siano inclusi prigionieri politici, l'amministrazione di Joe Biden ha annunciato che l'accordo prevede la liberazione di un "numero significativo di prigionieri politici". Organizzazioni per i diritti umani e familiari di prigionieri politici hanno manifestato scetticismo e chiedono trasparenza sui criteri di selezione dei liberati.

Quale ruolo ha avuto il Vaticano nella liberazione dei prigionieri a Cuba?

Il Vaticano ha agito come mediatore nelle trattative per la liberazione di prigionieri a Cuba. Questa intervento si allinea con lo spirito di riconciliazione promosso da Papa Francesco. Nel corso della storia, la Chiesa cattolica ha facilitato significative scarcerazioni a Cuba, come nel 1998, 2012 e 2015, in concomitanza con visite papali e importanti eventi religiosi.

Come ha reagito la comunità internazionale alla liberazione di prigionieri a Cuba?

La reazione internazionale è stata mista. Amnesty International ha chiesto il rilascio di tutti i prigionieri politici a Cuba e ha sottolineato che qualsiasi amnistia che non includa attivisti e manifestanti sarà vista come insufficiente. Nel frattempo, alcuni congressisti statunitensi hanno criticato la decisione di Biden di rimuovere Cuba dalla lista dei paesi sostenitori del terrorismo, sostenendo che questo rafforzi il regime cubano.

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Redazione di CiberCuba

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