Cresce il numero di prigionieri politici del 11J liberati a Cuba dopo negoziati con gli Stati Uniti e il Vaticano

Nel corso della mattinata di questo mercoledì ha cominciato a circolare la notizia della liberazione dei primi prigionieri politici dell'11J, frutto di negoziati con gli Stati Uniti e con la mediazione del Vaticano.


Nel corso della mattinata di questo mercoledì è iniziata la liberazione dei primi prigionieri politici del 11J, frutto di negoziazioni con gli Stati Uniti e con la mediazione del Vaticano.

Le autorità del carcere di Guamajal, nella provincia di Villa Clara, hanno notificato che le sorelle Lisdani e Lisdiani Rodríguez Isaac, prigioniere politiche naturali del comune di Placetas, sarebbero state scarcereate, secondo quanto riferito a CubaNet dalla madre di entrambe, Bárbara Isaac Rojas.

Le sorelle, di 26 anni, stavano scontando una pena di otto anni di privazione della libertà.

A Lisdani, che è a casa sua dal maggio dello scorso anno con una licenza extrapenale perché aveva rischi durante la gravidanza e ha partorito a settembre, verrà prorogata la licenza extrapenale fino alla definitiva estinzione della sua condanna.

Nel caso di sua sorella Lisdiani, le verrà concessa una libertà condizionata, secondo quanto riferito dalla fonte citata.

Otro dei liberati è stato Rowland Castillo, uno dei minori incarcerati nel quartiere della capitale di Toyo, nel municipio di Diez de Octubre.

Captura di Facebook/Tata Poet

Castillo, che ha trascorso 18 anni in prigione, si trova già a casa.

Captura di Facebook/Yanaisy Curbelo

Reyna Yacnara Barreto Batista, giovane prigioniera politica del 11J a Camagüey, è stata liberata anche questo mercoledì, come riportato sui social dalla madre, Reyna Luiza Batista Silva.

"È stato il primo processo celebrato in tutta Cuba per i partecipanti dell'11J e ora è la prima donna a beneficiare dei nuovi cambiamenti in arrivo", ha scritto su Facebook Batista Silva insieme a una foto in compagnia di sua figlia.

Captura di Facebook/Reyna Luiza Batista Silva

In suo caso, tre mesi dopo le proteste, Barreto Batista, di soli 21 anni, è stata condannata a quattro anni di lavoro correttivo con internamento, con l'accusa di disordini pubblici e attentato.

Il regime cubano ha negato il diritto alla libertà condizionata in due occasioni: prima nell'agosto del 2023, e poi nell'agosto del 2024. L'accusa contro Barreto Batista si è basata sulla sua resistenza nei confronti di un poliziotto in uniforme che ha tentato di neutralizzarla durante le proteste dell'11 luglio.

È stato liberato anche Liván Hernández Sosa, secondo quanto riferito sui social dalla piattaforma Cántalo TV a partire da un post sui social di Yalianys Carrazana, moglie del prigioniero politico.

Captura di Facebook/Cántalo TV

Liberata è stata anche Donaida Pérez Paseiro, che in un incontro con i suoi vicini ha dichiarato che continuerà a combattere per la libertà di Cuba.

Aggiornamento:

Quattordici scarcerati fino ad ora

L'Osservatorio Cubano dei Diritti Umani (OCDH) ha informato che fino alle 10:00 (ora locale cubana) erano stati liberati 14 prigionieri politici. Questi sono:

  • César Adrián Delgado Correa
  • Dariel Cruz García
  • Donaida Pérez Paseiro
  • Jorge Gabriel Arruebarruena León
  • José Miguel Gómez Mondeja
  • Katia Beirut Rodríguez
  • Liván Hernández Sosa.
  • Lisdany Rodríguez Isaac.
  • Magdiel Rodríguez García.
  • Mailene Noguera Santiesteban.
  • Reyna Yacnara Barreto Batista.
  • Rogelio Lázaro Domínguez Pérez.
  • Yessica Coímbra Noriega.
  • Rowland Jesús Castillo Castro.

L'OCDH ha precisato che le due figure che il regime cubano sta utilizzando fino ad ora per liberare i prigionieri politici sono la libertà condizionale e la licenza extrapenale.

La libertà condizionale è il diritto acquisito dai condannati a privazione della libertà o lavoro correttivo con internamento quando: a) hanno scontato almeno un terzo o la metà della pena inflitta e b) hanno mantenuto un comportamento adeguato all'interno del carcere.

La licenza extrapenale è la scarcerazione di persone detenute per motivi umanitari, sia per malattie, sofferenze o circostanze personali che rendono incompatibile la loro permanenza in prigione, sia perché la libertà del detenuto presuppone un beneficio per la sua vita, salute, integrità fisica/mentale o per l'ambiente o contesto familiare che dipende dalla sua presenza in casa.

In questi casi la legge non richiede requisiti di tempo né di comportamento, poiché prevale il trattamento umano e umanitario rispetto agli obblighi giudiziari. Il periodo di questa misura conta come tempo trascorso e può essere revocato.

Contesto delle scarcerazioni

Questo 14 gennaio, poco dopo che l'Amministrazione Biden ha annunciato la rimozione di Cuba dalla lista degli stati sponsorizzatori del terrorismo e la sospensione del Titolo III della Legge Helms-Burton, il Ministero degli Affari Esteri di Cuba (MINREX) ha reso noto l'imminente liberazione di 553 persone, condannate per "diversi reati" nell'isola.

Il MINREX ha sottolineato che le liberazioni avvengono "nello spirito del Giubileo Ordinario dell'Anno 2025" e a seguito di negoziati con la Chiesa Cattolica, il Vaticano e la mediazione di Papa Francesco.

Secondo la dichiarazione ufficiale, Miguel Díaz-Canel ha inviato una lettera al Sommo Pontefice per comunicargli la decisione.

La organizzazione Amnistía Internacional (AI), da parte sua, ha chiesto al regime la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici a Cuba.

“Di fronte all'annuncio del governo cubano di concedere benefici penali a 553 persone, chiediamo la liberazione immediata di tutte le persone ingiustamente incarcerate per aver esercitato i propri diritti a Cuba, in particolare delle persone prigioniere di coscienza”, ha dichiarato l'organizzazione in un comunicato.

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