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La storica e professoressa Alina Bárbara López Hernández ha denunciato questo sabato un atto di arbitrio nell'hotel Sol Palmeras, a Varadero, dove un custode le ha impedito di accedere al lobby per ritirare una donazione di medicinali destinata a persone che mancano di questi beni di prima necessità nel paese.
Secondo quanto riportato nel suo profilo di Facebook, López Hernández ha viaggiato all'hotel Sol Palmeras per ricevere una valigia con medicinali inviata dall'Argentina come gesto di solidarietà dall'ingegnere cubano Danilo Pompa e sua moglie, con la mediazione di una coppia argentina ospitata nella struttura.
Al suo arrivo al posto di guardia, il custode gli proibì categoricamente l'accesso al lobby dell'hotel e si rifiutò di avvisare l'ospite che lo stava aspettando, nonostante fosse stato spiegato il motivo umanitario della visita.
L'intellettuale afferma che non è stata accettata neppure una soluzione semplice, come chiamare la reception per confermare l'incontro.
Cuando López Hernández ha affermato che impedire a una cittadina cubana l'accesso al lobby di un hotel costruito su suolo nazionale violava i diritti costituzionali, il custode ha risposto: “In Cuba i diritti vengono violati tutti i giorni e non succede nulla. Cosa vuoi farci?”, una chiara dimostrazione di cinismo istituzionalizzato.
Finalmente, dopo aver contattato telefonicamente l'ospite, la coppia argentina è uscita dall'hotel e ha consegnato la valigia con i farmaci, evitando così che la donazione venisse frustrata.
La storica ha ringraziato pubblicamente il gesto solidale di coloro che, dentro e fuori Cuba, hanno contribuito ripetutamente ad alleviare la carenza di materiali medici nel paese.
L'hotel Sol Palmeras è gestito dalla catena spagnola Meliá, sulla quale l'intellettuale si chiede se un trattamento simile sarebbe tollerato nel suo paese d'origine.
A suo giudizio, l'incidente non costituisce solo un abuso individuale, ma è anche una dimostrazione di come la violazione dei diritti dei cittadini sia diventata una prassi normale anche in contesti gestiti da aziende straniere.
La denuncia ha generato numerose reazioni sui social media, dove gli utenti hanno sottolineato che il problema non è un eccesso isolato, ma una pratica diffusa di discriminazione e abuso, spesso accettata con naturalezza da coloro che esercitano funzioni di controllo.
Per diversi commentatori, l'episodio rivela una contraddizione brutale, poiché mentre cittadini comuni si organizzano per inviare medicine, altri si dedicano a umiliare e bloccare l'aiuto, protetti dall'impunità.
La catena alberghiera spagnola Meliá Hotels International celebra quest'anno il suo 35° anniversario a Cuba, in mezzo a critiche per l'opacità di la sua collaborazione con le autorità del regime dell'isola, l'uso di manodopera mal retribuita e sospetti di corruzione.
A fine maggio, lo scrittore e accademico cubano Enrique del Risco ha esortato la comunità internazionale a esercitare pressione sulle aziende straniere come le catene alberghiere Meliá e la canadese Blue Diamond, indicate per sostenere economicamente il governo cubano.
Meliá ha incorporato l'emblematico Hotel Jagua, nella città di Cienfuegos, al suo portafoglio di hotel, e attualmente sta ricevendo una ristrutturazione finanziata dal Ministero del Turismo (MINTUR) e dalla stessa catena, con un costo totale di 15 milioni di dollari e 2.250 milioni di pesos cubani.
Tuttavia, lo stesso gruppo alberghiero ha riconosciuto una caduta significativa nelle sue operazioni a Cuba durante il primo trimestre del 2025, secondo il suo rapporto intitolato "Risultati del Primo Trimestre 2025".
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