Al confine della tragedia: Padre cubano supplica protezione per i suoi sei figli di fronte alle minacce della madre



La famiglia vive nell'albergo “Solidaridad”, nel municipio di Arroyo Naranjo, a L'Avana.

Albergue Solidaridad, a Las GuásimasFoto © Martí Noticias

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La paura che possa verificarsi una tragedia maggiore tiene in apprensione una famiglia cubana che vive da anni in condizioni estreme.

Lázaro Junier del Castillo, un padre di 38 anni, ha denunciato pubblicamente la situazione di grave rischio che affrontano i suoi sei figli nel rifugio “Solidaridad”, nel municipio Arroyo Naranjo, a L'Avana, dopo diversi episodi di violenza protagonizzati dalla madre dei minori.

Secondo la sua testimonianza - resa nota da Martí Noticias - le autorità sono state allertate mesi fa, ma non hanno adottato misure efficaci per proteggere i bambini, nonostante la gravità dei fatti.

“Qui, fino a quando non morirà un bambino, non accadrà nulla”, ha dichiarato in un'intervista al suddetto mezzo.

Del Castillo assicura che dalla separazione della coppia, avvenuta tre mesi fa, la madre dei bambini, Dariannis Silvera, di 37 anni, ha messo in atto molteplici tentativi di aggressione nei confronti dei minori, compresi minacce di morte.

“Ha cominciato a minacciare i ragazzi… è andata con un coltello per cercare di aggredirli tutti, il più grande dei miei ha dovuto toglierle il coltello”, ha raccontato il padre.

In un'altra occasione, la donna arrivò a lanciare loro dell'acqua bollente.

Di fronte a questi fatti, presentò a settembre una denuncia formale presso l'unità di polizia di El Capri, registrata con il numero 71054.

Tuttavia, assicura che né la Polizia né le autorità competenti in materia di minori hanno agito.

“El Capri non ha preso misure e nessuno ha fatto nulla. Qui fino a quando non morirà un bambino o lei non ucciderà un bambino non succederà nulla”, espresse con disperazione.

Martí Noticias ha tentato di contattare l'unità di polizia per conoscere lo stato del caso, ma non ha ricevuto risposta.

Sei figli, due con disabilità

Lázaro Junier del Castillo si occupa esclusivamente dei suoi sei figli.

Tra di loro c'è un adolescente con disabilità intellettiva e un bambino di due anni con sordità, il che rende la situazione familiare ancora più delicata.

La famiglia risiede da sette anni nell'albergo temporaneo "Solidaridad", situato al chilometro 15 e mezzo della strada di Managua.

In quel centro vivono più di 20 famiglie e oltre 50 bambini, alcuni dei quali aspettano da quasi un decennio una sistemazione definitiva.

Alla sovrappopolazione si aggiungono condizioni precarie: deterioramento strutturale, affollamento e mancanza d'acqua a causa della rottura di un motore, un problema che, secondo il denunciante, non è stato risolto nonostante molteplici interventi.

“Sono andato dal governo, sono andato a vedere il presidente del consiglio e nessuno ha risolto il mio problema. Qui non è venuto nessuno, anche solo per dirmi: ‘vediamo, Lázaro, cos'è successo’”, ha lamentato.

Intento di suicidio e un sistema sanitario privo di risorse

La crisi ha raggiunto un punto critico lo scorso fine settimana, quando Dariannis Silvera avrebbe tentato di togliersi la vita dopo aver minacciato di lanciarsi dal terzo piano dell'ostello.

È stata trasferita all'ospedale Julio Trigo, ma secondo il suo ex compagno, il centro non disponeva dei farmaci necessari per curarla.

"La dottoressa mi dice: ‘guarda, io non ho farmaci da darti per lei’. Il farmaco bisognava portarlo da casa", ha spiegato.

Del Castillo teme che la donna possa lasciare l'ospedale e tornare al rifugio in uno stato alterato, il che -come insiste- metterebbe di nuovo in pericolo i bambini.

Affirma che la madre sta attraversando una crisi depressiva transitoria, aggravata dalle durissime condizioni di vita.

Custodia pendente e bambini a rischio

Il padre attende ancora una data per il processo al fine di ottenere la custodia legale dei minori, un ritardo che considera inaccettabile data l'urgenza del caso.

“Spero che mi diano la custodia… perché realmente loro non hanno nessuno, solo me hanno a me”, disse.

Nel frattempo, i bambini continuano a vivere nello stesso ambiente, senza un ordine di protezione, senza custodia provvisoria e senza garanzie di sicurezza.

Reazioni della cittadinanza: preoccupazione, dolore e denunce

Il caso ha generato un'ondata di reazioni sui social media.

Molti utenti hanno espresso angoscia per la sorte dei minori e hanno concordato sul fatto che la priorità deve essere quella di proteggere i bambini, indipendentemente dalla situazione legale della madre.

Varii internauti hanno sottolineato che la donna “non è in possesso delle sue facoltà” e che ha bisogno di un'attenzione psichiatrica urgente, mentre altri hanno denunciato l'abbandono istituzionale, la mancanza di farmaci e la disprotezione dell'infanzia a Cuba.

Altri commenti hanno sottolineato che situazioni come questa non sono casi isolati, ma il riflesso di una profonda crisi sociale, caratterizzata da estrema povertà, mancanza di servizi basilari e assenza di risposte statali.

L'ostello "Solidaridad" è diventato un simbolo del degrado sociale nelle zone vulnerabili de L'Avana. Intere famiglie vi sopravvivono da anni senza soluzioni abitative, con bambini che crescono in condizioni che molti descrivono come inumane.

I vicini e i residenti sostengono che nessuno supervisiona in modo sistematico la situazione dei minori, né valuta i rischi psicosociali a cui sono esposti.

Una tragedia annunciata

Il caso di Lázaro Junier del Castillo e dei suoi sei figli espone una realtà allarmante: la combinazione di crisi economica, collasso del sistema di salute mentale, burocrazia e disuguaglianza nella protezione dell'infanzia.

Mentre il padre supplica aiuto e le denunce si accumulano, i bambini continuano ad aspettare un intervento che potrebbe evitare una disgrazia irreversibile.

La domanda che aleggia nell'aria è inquietante e urgente: quante altre segnalazioni sono necessarie affinché le autorità agiscano prima che sia troppo tardi?

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