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Meno di 24 ore dopo la sua pubblicazione, almeno 16 file correlati al caso del magnate e predatore sessuale Jeffrey Epstein sono scomparsi dal sito del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.
Il fatto è stato rilevato sabato 14 dicembre 2025, appena un giorno dopo che è stato reso pubblico un lotto di documenti come parte dell'adempimento di una legge recentemente approvata dal Congresso.
La scomparsa non è stata accompagnata da alcun comunicato né da avvisi precedenti.
Tra i documenti eliminati si trova una fotografia che ritrae il presidente Donald Trump insieme a Epstein, Melania Trump e Ghislaine Maxwell, come dettagliato dall'agenzia AP.
Questa omissione inaspettata ha scatenato una nuova ondata di sospetti riguardo alla gestione ufficiale del caso Epstein e alla possibile protezione di figure potenti.
Per molti osservatori, questa rimozione “senza spiegazione da parte del governo e senza preavviso al pubblico” è stata interpretata come una forma di censura deliberata.
“Cosa altro viene nascosto? Abbiamo bisogno di trasparenza per il pubblico statunitense”, ha dichiarato il Comitato di Vigilanza della Camera dei Rappresentanti tramite un post su X, riferendosi direttamente all'immagine mancante di Trump.
Cosa mostravano i documenti eliminati?
Tra gli archivi scomparsi c'erano immagini di opere d'arte con donne nude e una fotografia scattata all'interno di una delle residenze di Epstein che mostrava una serie di ritratti disposti su un mobile.
Dentro di un cassetto parzialmente aperto si poteva vedere l'immagine ora controversa: Donald Trump insieme a Epstein e due delle sue più strette collaboratrici.
La scomparsa di questo materiale, avvenuta proprio dopo la scadenza imposta dal Congresso per la pubblicazione completa dei documenti, non solo ha riacceso lo scandalo, ma ha anche aggravato la percezione di opacità istituzionale.
Fino ad ora, il Dipartimento di Giustizia è rimasto in silenzio. Nessun portavoce ha rilasciato dichiarazioni né chiarimenti, e l'ente non ha indicato se la cancellazione sia stata intenzionale, un errore tecnico o una misura temporanea.
Rivelazioni superficiali e documenti censurati
Nonostante le aspettative generate dalla liberazione del materiale, gli archivi inizialmente pubblicati hanno offerto scarse informazioni nuove sui crimini di Epstein o sulle decisioni fiscali che lo hanno avvantaggiato per anni.
Invece di fare luce, buona parte del contenuto -sebbene voluminoso- si è rivelato essere ripetitivo, decontestualizzato o fortemente censurato.
Tra i vuoti più notevoli vi è l'assenza di interviste dell'FBI con le vittime e di memorandum interni del Dipartimento di Giustizia che potrebbero spiegare perché, nel 2008, Epstein sia stato autorizzato a dichiararsi colpevole di un solo reato statale minore legato alla prostituzione, nonostante l'esistenza di molteplici testimonianze di minori vittime di abusi sessuali.
L'avvocatessa Jennifer Freeman, che rappresenta Maria Farmer - una delle principali denunciatrici del caso - ha lamentato che, anche dopo anni di pressione, la trasparenza rimanga parziale.
“È un trionfo e una tragedia. Sembra che il governo non abbia fatto assolutamente nulla. Sono accadute cose orribili e se avessero indagato, anche solo minimamente, avrebbero potuto fermarlo”, ha indicato.
Trump, Clinton e l'approccio squilibrato ai contenuti grafici
Uno degli aspetti che ha catturato maggiormente l'attenzione della divulgazione iniziale è stata la notevole differenza nella rappresentazione grafica delle figure politiche legate a Epstein.
Mentre le immagini dell'ex presidente Bill Clinton abbondavano - comprese foto inedite con celebrità come Michael Jackson e Diana Ross - quelle di Donald Trump erano scarse, e le poche che sono emerse, come quella che ora è stata rimossa, sono state cancellate rapidamente senza alcuna giustificazione.
Non si tratta di foto con rilevanza giuridica esplicita, ma la loro presenza documenta legami sociali che per anni sono stati minimizzati o negati. L'eliminazione selettiva di queste immagini rafforza la percezione di manipolazione e controllo del racconto ufficiale.
Accuse troncate e decisioni contestate
Tra i documenti filtrati figuravano anche trascrizioni delle sedute di un gran giurì risalenti al 2007.
In esse, agenti dell'FBI dettagliano le testimonianze di ragazze e adolescenti che hanno descritto come sono state reclutate per compiere atti sessuali in cambio di denaro.
Una di esse ha raccontato che “per ogni ragazza che portava al tavolo, lui mi dava 200 dollari”, aggiungendo che molte erano compagne di scuola e che, se erano minorenni, diceva loro di mentire sulla loro età.
In un'intervista successiva a Alexander Acosta - il procuratore che all'epoca supervisionava il caso e che in seguito sarebbe diventato segretario al Lavoro sotto l'amministrazione Trump - ha riconosciuto che la sua decisione di non presentare accuse federali fosse motivata, in parte, da dubbi sulla credibilità delle vittime di fronte a una giuria.
“Non sto dicendo che fosse la visione corretta,” ha affermato, aggiungendo che “ci sono stati molti cambiamenti nel modo di vergognarsi delle vittime.”
Un processo che ancora non convince
La legge che ha ordinato la divulgazione di questi documenti è stata promossa da sopravvissuti e legislatori che hanno richiesto responsabilità dopo decenni di insabbiamento.
Tuttavia, il Dipartimento di Giustizia ha sostenuto che la pubblicazione sarà "progressiva", citando la necessità di proteggere identità e dati personali sensibili. Tuttavia, questo approccio è stato percepito da molte vittime come un nuovo modo di dilazione.
“Mi sento come se di nuovo il DOJ, il sistema di giustizia, ci stesse deludendo”, ha dichiarato Marina Lacerda, una delle donne che afferma di essere stata abusata da Epstein fin dai 14 anni.
L'opacità continua: fino ad ora non è stata comunicata una nuova data per il rilascio dei documenti né è stata spiegata la ragione per cui sono stati rimossi files già disponibili. Nel frattempo, l'intrigo sui legami di Epstein con figure influenti continua a crescere.
Conclusione: Trasparenza o occultamento?
Il caso Epstein continua a essere un oscuro specchio in cui si riflettono le contraddizioni del sistema giudiziario statunitense. La misteriosa scomparsa di documenti, inclusa una fotografia compromettente per Trump, non fa altro che aggiungere sospetti a un processo già segnato da decenni di errori istituzionali, accordi segreti e giustizia diseguale.
Invece di chiudere un capitolo, la pubblicazione parziale e censurata di documenti sembra averne aperto uno ancora più torbido. Nelle parole dell'avvocato Jennifer Freeman: “Se avessero indagato, anche solo minimamente, avrebbero potuto fermarlo”. La domanda che rimane nell'aria è: chi continua a essere protetto oggi?
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