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L'oppositrice venezuelana María Corina Machado non è riuscita ad arrivare a Oslo alla vigilia della cerimonia del Premio Nobel per la Pace 2025, un evento che tiene con il fiato sospeso la sua famiglia, la diaspora venezuelana e la comunità internazionale.
L'Istituto Nobel di Norvegia ha confermato questo martedì che la conferenza stampa prevista con la leader è stata annullata a causa dell'impossibilità di prevedere come e quando potrà arrivare nella capitale norvegese, secondo quanto riportato dall'agenzia EFE.
“La conferenza stampa non avrà luogo oggi”, ha dichiarato Erik Aasheim, portavoce dell'Istituto Nobel, citato da EFE. L'attività era stata inizialmente riprogrammata, ma alla fine è stata sospesa a causa delle difficoltà della leader oppositiva nel concretizzare il suo viaggio dalla Venezuela, dove rimane nella clandestinità per la persecuzione del regime di Nicolás Maduro.
L'Istituto Nobel ha ricordato che la stessa Machado ha descritto in interviste quanto sarà "complicato il viaggio a Oslo", un'odissea segnata da minacce esplicite del chavismo e dal delicato dispositivo di sicurezza che circonda la sua partenza.
Il Comitato aveva già riconosciuto a novembre che il trasferimento comportava rischi reali, sebbene allora la dirigente avesse ribadito la sua intenzione di essere presente alla cerimonia.
Questo martedì, sua sorella, Clara Machado Parisca, che si trova già a Oslo insieme a sua madre, Corina Parisca, e alla figlia della dirigente, Ana Corina Sosa, ha insistito sul fatto che il desiderio del Premio Nobel è arrivare in tempo.
“Su intenzione è essere qui con noi,” ha detto a Blu Radio. “La stiamo aspettando con fede che arriverà molto presto.” Tuttavia, ha ammesso di non avere informazioni su se la dirigente sia già partita dal Venezuela.
Mentre la figura centrale del premio rimane in un luogo sconosciuto, la capitale norvegese ha iniziato a ospitare una serie di leader e persone vicine che accompagneranno la cerimonia di mercoledì.
Tra di loro c'è Edmundo González Urrutia, presidente eletto del Venezuela e candidato oppositore nel 2024, che è arrivato martedì a Oslo in quello che molti considerano un gesto storico di sostegno alla lotta democratica.
Nella capitale norvegese si trova anche il presidente panamense José Raúl Mulino, e si prevede la presenza dell'argentino Javier Milei, così come quella dell'ecuadoriano Daniel Noboa e del presidente paraguayano Santiago Peña.
Il premio, assegnato lo scorso 9 ottobre, riconosce l'“instancabile lavoro” di Machado nella difesa dei diritti democratici in Venezuela. La leader ha dedicato il riconoscimento al popolo cubano, venezuelano e nicaraguense, sottolineando che la battaglia per la libertà nella regione è condivisa.
Oggi, tuttavia, l'incertezza pesa più della celebrazione. Se Machado riuscirà a superare le frontiere per ricevere di persona il Nobel per la Pace rimane un'incognita a poche ore dalla cerimonia. La sua famiglia insiste che arriverà. Il mondo la aspetta. E la sua assenza, temporanea o definitiva, segnerà il tono politico di un premio che è già un simbolo continentale.
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