Il Tribunale Costituzionale della Polonia dichiara illegale il Partito Comunista



La sentenza, letta dalla giudice Krystyna Pawlowicz, sottolinea che "non c'è spazio nell'ordinamento giuridico polacco per un partito che glorifichi criminali e regimi comunisti".

PoloniaFoto © Wikimedia Commons

Video correlati:

Il Tribunale Costituzionale della Polonia ha dichiarato questo mercoledì la illecita immediata del Partito Comunista Polacco (KPP), ritenendo che i suoi obiettivi e le sue attività siano incompatibili con la Costituzione del paese.

Il verdetto, letto dalla giudice Krystyna Pawlowicz, sottolinea che “non c'è spazio nell'ordinamento giuridico polacco per un partito che glorifica criminali e regimi comunisti responsabili della morte di milioni di esseri umani, compresi i nostri connazionali”, come riporta la catena locale RMF24.

La decisione pone fine a più di due decenni di esistenza del KPP, un partito creato nel 2002 e senza rilevanza politica significativa, che contava con appena un migliaio di affiliati e nessuna carica elettiva.

Aun così, il Tribunale ha ritenuto che il suo programma ideologico viola gli articoli costituzionali che vietano organizzazioni basate su “ideologie totalitarie affini al nazismo, al fascismo e al comunismo”.

La risoluzione risponde a una richiesta avanzata dal presidente polacco, Karol Nawrocki, e supporta una tendenza politica e sociale maggioritaria nel paese, profondamente segnata dalle ferite del dominio sovietico dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Durante l'udienza, la presidente del Comitato Esecutivo Nazionale del KPP, Beata Karon, ha sostenuto che il partito “non rappresenta alcuna minaccia”, definendo il divieto come non necessario. “Il nostro programma è così poco attraente che non avremmo supporto elettorale”, ha ironizzato davanti ai giudici.

Il verdetto riafferma la posizione anticomunista dello Stato polacco, una linea politica condivisa da buona parte dell'Europa dell'Est, dove le dittature comuniste del XX secolo hanno lasciato un'eredità di repressione, censura e povertà.

La Polonia, insieme all'Ungheria e ai paesi baltici, ha promosso politiche di “memoria storica” che condannano esplicitamente i crimini del comunismo.

Analisti evidenziano che questa misura ha un forte componente simbolico: la Polonia diventa uno dei pochi paesi europei che proibisce ufficialmente l'esistenza di un partito comunista, riaffermando la sua rottura totale con il sistema totalitario che ha dominato la regione per oltre quattro decenni.

In contrasto, a Cuba, in Cina e in altri regimi di stampo comunista, i partiti unici mantengono il controllo assoluto del potere, senza consentire alternative politiche né opposizione legale, un promemoria del peso che questa ideologia conserva ancora in alcuni angoli del mondo.

Lo scorso settembre, il cancelliere cubano Bruno Rodríguez Parrilla e il suo omologo polacco, Radosław Sikorski, si sono scambiati messaggi sulla rete sociale X, dopo che l’oppositrice Berta Soler, leader delle Damas de Blanco, ha ricevuto a Miami il Premio Solidarità Lech Wałęsa 2025.

Rodríguez ha criticato duramente l'assegnazione del premio all'oppositore; mentre Sikorski ha risposto che il premio "è finanziato dalla Polonia, non dagli Stati Uniti", e onora coloro che lottano pacificamente per la libertà e la democrazia.

“Il popolo di Cuba lo merita anch'esso,” ha sottolineato in un messaggio che ha risuonato con forza per il simbolismo di un paese che ha sofferto per decenni sotto una dittatura comunista (1945-1989) prima di conquistare la sua transizione democratica.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.