Il regime cubano vota contro la risoluzione dell'ONU che chiede alla Russia di restituire i bambini ucraini



Cuba ha votato contro una risoluzione dell'ONU che chiede alla Russia di restituire i bambini ucraini deportati, allineandosi con Mosca nonostante le critiche internazionali e il suo discorso sui diritti umani.

Rappresentanza di Cuba all'ONU (Immagine di Riferimento)Foto © X/@CUBAONU

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Cuba è tornata a schierarsi dalla parte della Russia su uno dei temi più delicati del conflitto in Ucraina, ossia la deportazione forzata di minori. La delegazione cubana ha votato contro una risoluzione approvata mercoledì nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite che richiede a Mosca il ritorno immediato, sicuro e incondizionato di tutti i bambini ucraini trasferiti o deportati dal 2014, molti dei quali separati dalle loro famiglie, soggetti a cambi di cittadinanza, indottrinamento e ricollocazione in territori occupati.

La risoluzione ha ottenuto 91 voti favorevoli, 57 astensioni e solo 12 voti contrari, tra cui Russia, Corea del Nord, Siria e Cuba.

“Grazie per il vostro supporto! E che peccato per la dozzina!”, ha scritto su X il viceministro degli Esteri dell'Ucraina, Sergiy Kyslytsya, pubblicando il tabellone dei voti. Un messaggio rivolto a quella minoranza di paesi che ha rifiutato di sostenere la riunificazione familiare dei minori.

Il testo approvato ricorda che la protezione dei minori è un obbligo del diritto internazionale e denuncia la “profonda preoccupazione” per il destino dei bambini ucraini sottoposti a deportazione o separazione dai loro genitori dall'annessione della Crimea nel 2014.

Esige alla Russia di porre immediatamente fine a queste pratiche e di facilitare il ritorno dei minori alle loro case, oltre a garantire loro l'accesso a cure mediche, supporto psicosociale e a un ambiente sicuro per la loro reintegrazione.

"Il vostro voto 'sì' è un voto per la pace," aveva scritto poche ore prima Kyslytsya, in un appello ai rappresentanti delle Nazioni Unite.

“Non esiste una scusa genuina per non sostenere la riunificazione dei bambini con le loro famiglie.”

Finanche il Vaticano ha sostenuto il ritorno dei minori

La dimensione umanitaria del tema è diventata ancora più chiara dopo l'intervento della Santa Sede, che ha ribadito all'ONU che i bambini ucraini devono tornare dalle loro famiglie, una questione “di giustizia” che non deve essere oscurata da “considerazioni politiche”.

Il Vaticano ha chiesto un cessate il fuoco immediato e ha ricordato che ogni giorno senza pace "ruba qualcosa all'intera umanità".

Mentre la comunità internazionale chiedeva un consenso minimo sulla protezione infantile, Cuba ha scelto di allinearsi con Mosca.

Il discorso cubano e le sue contraddizioni

Il voto negativo arriva accompagnato da un contrasto difficile da ignorare. Qualche giorno fa, la missione cubana presso l'ONU pubblicava su X che Cuba mantiene una politica di “tolleranza zero” contro la tratta di persone e che difende una risposta “umana” e basata sulla cooperazione internazionale.

Quest'anno hanno anche condiviso un messaggio per ribadire il loro impegno per l'uguaglianza razziale e i diritti degli afrodescendenti.

Nella pratica, tuttavia, L'Avana ha sostenuto uno dei governi accusati di eseguire trasferimenti forzati di migliaia di bambini, una pratica che la risoluzione qualifica come violazione del diritto internazionale umanitario.

Mentre il mondo chiede che i bambini tornino dai loro genitori, Cuba ha scelto di rimanere dalla parte dell'aggressore.

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Redazione di CiberCuba

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