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Dirigenti del Partito Comunista di Cuba e enti governativi hanno attivato sui social media l'hashtag #CeroImpunidad per trasmettere un messaggio di “tolleranza zero” alla corruzione, dopo l'accusa della Procura Generale contro Alejandro Gil Fernández, ex vice primo ministro ed ex ministro dell'Economia e della Pianificazione.
Tra le dichiarazioni più visibili, Susely Morfa González, prima segretaria del PCC a Villa Clara, ha sostenuto l'operato della Procura “fedele ai principi della Rivoluzione” e ha sottolineato lo slogan #CeroImpunidad.
In termini quasi identici si sono espressi Deivy Pérez Martín (Prima Segretaria del PCC di Sancti Spíritus), Marisol Fuentes Ferrer (membro del Bureau Provinciale del PCC a Mayabeque), Isael Rodríguez (membro del Bureau Provinciale del PCC a Villa Clara) e Ariday Anaya (Dipartimento Ideologico del PCC a Mayabeque).
I funzionari del regime hanno sottolineato che la direzione del Partito e del Governo “non ha mai permesso, né permetterà mai, la proliferazione della corruzione, della simulazione e dell'insensibilità”.
Per parte sua, l'ente di cui era titolare Gil ha replicato il tono dei messaggi e ha aggiunto: "Il confronto, la trasparenza e la tolleranza zero a questo tipo di manifestazioni che colpiscono il nostro popolo saranno sempre risolti in modo deciso e fermo".
Anche il Ministero delle Finanze e dei Prezzi ha ripreso la posizione ufficiale e ha insistito sul "contrasto" a manifestazioni che danneggiano il popolo.
Il telone di fondo di questi messaggi è la nota informativa della Procura, datata 31 ottobre 2025, che assicura di aver controllato l'inchiesta "in conformità all'Articolo 156 della Costituzione" e di aver garantito il giusto processo durante le operazioni svolte dagli organi del Ministero dell'Interno.
Conclusa l'indagine, il caso è passato in sede giudiziaria, senza che siano stati anticipati calendari o dettagli sulla procedura successiva.
L'accusa include un ampio catalogo di reati: spionaggio; atti a danno dell'attività economica o della contrattazione; malversazione; corruzione; falsificazione di documenti pubblici; evasione fiscale; traffico di influenze; riciclaggio di denaro; violazione delle norme di protezione dei documenti riservati; e sottrazione e danneggiamento di documenti o oggetti in custodia ufficiale.
La Procura enfatizzò che agisce “in rappresentanza dello Stato”, in linea con il suo mandato costituzionale, e chiese pene detentive “in corrispondenza con i fatti commessi”.
Il protagonismo digitale della campagna #CeroImpunidad si verifica mentre il paese affronta le conseguenze dell'uragano Melissa, un contesto che aggiunge una carica politica al quadro ufficiale del caso e all'insistenza nel mostrare disciplina istituzionale di fronte a fatti di corruzione.
La coordinazione dei messaggi da parte dei quadri provinciali e degli organismi centrali mira a trasmettere unità di intenti e decisione prima che il processo arrivi alla fase di giudizio.
Il caso Gil risale a marzo 2024, quando è stata segnalata l'apertura di un fascicolo presso la Procura per “gravi errori” dopo la sua destituzione avvenuta un mese prima.
Allora è stato comunicato che Gil riconosceva “gravi accuse”, si dimetteva dal PCC e dalla sua carica di deputato, e si avvertiva che, maggiore era la fiducia riposta in un quadro, “maggiore sarebbe stato il rigore e l'intransigenza” di fronte a deviazioni.
Questo cambiamento è avvenuto dopo un anno di profonda crisi economica, caratterizzata da scarsità di alimenti e combustibili, blackout e deterioramento dei servizi; e a pubbliche ammissioni dello stesso ex ministro riguardo ai mancati obiettivi produttivi del 2023 e al fallimento della Tarea Ordenamiento.
Con la formalizzazione delle accuse e il fascicolo già in mano al tribunale, il processo rimane in attesa delle azioni giudiziarie che definiranno responsabilità e sanzioni.
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