El usuario cubano di TikTok @la.flecha784, che vive negli Stati Uniti, ha recentemente condiviso un video in cui mostra con orgoglio la ristrutturazione della sua abitazione a Cuba, accompagnato dal messaggio: “Poco a poco ristrutturando casa mia a Cuba. Quella sì è mia, non della banca”.
Nelle immagini si può apprezzare il processo di miglioramento dell'immobile: dal cambio delle grate fino all'installazione di lampade, ventilatori ricaricabili, elettrodomestici, lenzuola e altri articoli. Il video, con migliaia di visualizzazioni e interazioni, ha generato un vivace dibattito tra utenti cubani dentro e fuori dell'isola riguardo alla proprietà, all'appartenenza e alle scelte personali di fronte al sistema politico cubano.
Di fronte ai commenti che mettevano in discussione la sua decisione di investire in una proprietà a Cuba, il creatore ha risposto: “Hai assolutamente ragione, non devi nemmeno comprare una pianta. Ma questa è casa mia. Se un giorno decidessi di trasferirmi a vivere a Cuba, avrei già creato qualcosa di mio. La vita è molto breve e bisogna saperla vivere.”
In diverse risposte, l'utente ha sostenuto che non è uscito da Cuba per necessità né per motivi politici. “Grazie a Dio ho una famiglia laboriosa e combattiva che mi ha sempre dato una vita dignitosa e non abbiamo mai vissuto male”. Ha aggiunto che lavora sia negli Stati Uniti che a Cuba: “Da entrambi i lati per toglierti ogni dubbio”.
A chi sosteneva che la casa non fosse realmente sua, ma dello Stato cubano, rispose: “La casa è mia, la possiedo da 30 anni e non me l'hanno mai tolta. Ed è lo stesso comunismo”. In un altro commento, aggiunse: “Sono qui da 20 anni negli USA e la casa di Cuba è mia da quando sono nato. Non ho comprato niente a Cuba perché ce l'avevo già. Ho una casa qui negli USA. Non è pagata, per darti un'informazione in più. E infine ho un'attività qui e a Cuba”.
Le reazioni di altri utenti sono state polarizzate. Mentre alcuni lo congratulano per il suo impegno e lo incoraggiano a continuare, molti altri criticano la sua decisione di investire in una proprietà in un paese dove, secondo loro, non esiste sicurezza giuridica. “Fino a quando un comunista non si innamorerà di lei e te la porterà via, ricordalo”, ha scritto un commentatore. “È della banca di Cuba, goditela finché non piace a qualche jefecito o hijito”, ha espresso un altro. Si sono letti anche messaggi come “Se non fossi qui a fare il furbo, non saresti in grado di investire là. Non mordere la mano che ti nutre”.
Il creatore stesso ha risposto a molte di queste critiche con tono diretto: “La politica li ha messi molto male”, “Il brutto del pettegolo e dell'invidioso è che parla senza conoscere la persona” o “Questo non serve a dirlo”. Anche a coloro che lo accusavano di vivere del sistema statunitense, ha risposto: “A me gli Stati Uniti non hanno regalato nulla. Grazie a me dirai”.
La pubblicazione ha riaperto un dibattito all'interno della comunità cubana sul senso di appartenenza, la nostalgia, la libertà individuale e il rischio di investire in un paese governato da un regime dittatoriale come quello cubano. Riflette inoltre le tensioni tra coloro che hanno deciso di emigrare e interrompere i legami con l'isola, e coloro che mantengono proprietà, affari o aspirazioni di tornare un giorno.
Questo non è l'unico caso recente. Recentemente l'utente @diazyeny0 ha mostrato la ristrutturazione della sua casa a Caibarién e ha ringraziato gli Stati Uniti per averle permesso di raggiungere questo traguardo. “Grazie a quel grande paese... sono riuscita a fare questo”, ha detto, aggiungendo: “So che molti mi criticheranno, ma io non perdo le mie radici”.
Anche la tiktoker @grethergarcia9183 ha condiviso la trasformazione della sua casa a Cuba. Di fronte alle critiche per aver investito nell'isola, ha risposto: “Se ti deportano, ti dirò ‘guarda ora sei tu quello che non costruisce nemmeno quattro case’”.
Contenuti come questi, oltre a generare milioni di visualizzazioni, confermano che il rapporto tra i cubani emigrati e il loro paese d'origine rimane complesso, emotivo e profondamente segnato dal sistema politico che ancora regna sull'isola.
Domande frequenti sulla ristrutturazione delle abitazioni a Cuba e sul dibattito sulla proprietà
Perché alcuni cubani all'estero decidono di investire in proprietà a Cuba?
Molti cubani all’estero investono in proprietà a Cuba come modo per mantenere un legame con il loro paese d’origine, preservare le loro radici o pianificare un possibile ritorno in futuro. Anche se alcuni affrontano critiche per investire in un paese con un regime dittatoriale, considerano che possedere una proprietà nell'isola rappresenti sicurezza e un senso di appartenenza.
È sicuro possedere una casa a Cuba?
Anche se la sicurezza giuridica di essere proprietari a Cuba è messa in discussione da molti, alcuni proprietari affermano di avere abitazioni legalmente registrate e di non aver affrontato problemi. Tuttavia, il quadro legale del paese e l'intervento statale hanno generato sfiducia tra coloro che temono che le loro proprietà possano essere espropriate.
In che modo ha influenzato la politica cubana le decisioni degli emigrati riguardo agli investimenti nell'isola?
La politica cubana influisce significativamente sulle decisioni degli emigrati riguardo a investire nell'isola. Il regime dittatoriale e la mancanza di riforme economiche generano incertezze e timori sulla stabilità degli investimenti. Nonostante queste sfide, alcuni emigrati scelgono di investire a causa di un forte senso di radicamento e nostalgia per la loro terra natale.
Cosa ne pensano i cubani delle ristrutturazioni e dei miglioramenti delle case a Cuba effettuati dagli emigrati?
Le opinioni sulle ristrutturazioni delle case a Cuba da parte degli emigrati sono diverse. Mentre alcuni lodano gli emigrati per il loro impegno e la capacità di mantenere un legame con l'isola, altri criticano la decisione di investire in un paese con un sistema politico restrittivo. Questo dibattito riflette le tensioni emotive e politiche che affrontano i cubani in esilio.
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