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Il documentario “En la caliente – Storie di un guerriero del reguetón”, incentrato sulla vita del pioniere musicale cubano Candyman, è stato premiato questo sabato con il Premio Gabo 2025 nella categoria Immagine, un riconoscimento alla sua potente narrazione audiovisiva sulla censura, l'identità e la resistenza culturale a Cuba.
Dirigito dal cubano Fabien Pisani e prodotto tra Cuba e Stati Uniti da The Cuban Joint, Zafra Media, Cacha Films e Caffeine Post, il film ricostruisce l'emergere del reguetón sull'isola negli anni novanta attraverso la storia di Candyman, uno dei suoi fondatori, emarginato per anni dalle istituzioni ufficiali.
“Una storia brillante e autentica sull'espressione attraverso il reguetón a Cuba”, ha valutato la giuria, secondo quanto riportato dalla pagina ufficiale della Fondazione Gabo. “Si distingue in particolare per la sua narrazione equilibrata, che si avvale in modo assertivo della musica come strumento per esplorare l'autoritarismo, la libertà e la censura”.
Más allá del beat e il ritmo contagioso, “En la caliente” mostra come la musica urbana sia diventata una forma di sopravvivenza in un'isola attraversata dalla crisi e dalla repressione. Candyman, con il suo stile irriverente e testi scomodi per il potere, è ritratto come un simbolo di resilienza che ha sfidato i limiti imposti dal regime cubano.
Per la giornalista colombiana María Alejandra Villamizar, l'artista rappresenta “quella lotta silenziosa che caratterizza molti cubani: quello che fanno è sopravvivere, e trovano sempre strade. In questo caso, la composizione è diventata un modo molto potente per costruire l'identità”.
Il giornalista cileno Daniel Matamala, membro della giuria, ha considerato che l'opera “è una grande dimostrazione di giornalismo”, in cui ogni personaggio è “presentato con dignità” e offre una visione lucida sul contesto cubano, dove l'autoritarismo e la censura continuano a influenzare la vita quotidiana.
Un ritratto di Cuba nel suo momento più difficile
Durante la gala del Festival Gabo a Bogotá, Pisani ha dedicato il premio a Candyman e al Movimento del Cinema e del Giornalismo Indipendente a Cuba, che, secondo quanto detto, “ha saputo trovare una voce e uno spazio per raccontare, informare e conversare con il popolo cubano”, riporta l'agenzia EFE.
Riconosciuto per il suo lavoro come produttore in progetti come “7 giorni all'Havana” e “Per Vivere: L'Implacabile Tempo di Pablo Milanés”, Pisani ha avvertito che raccontare storie come quella di Candyman è un modo per illuminare l'oscurità che attraversa il paese.
“Voglio pensare che raccontare queste storie che possono essere difficili e scomode sia fondamentale per immaginare un futuro diverso”, ha espresso.
Sebbene ancorato a una realtà molto cubana, “En la caliente” si connette a temi universali: la repressione, la ricerca di libertà, la creazione culturale dai margini. La rigorosità estetica del documentario e la ricchezza delle sue voci permettono di comprendere “molteplici strati del contesto politico, sociale e culturale di Cuba”, secondo la produttrice brasiliana Mariana Oliva.
La obra è stata selezionata tra altri due finalisti: A Raposa, di BBC News Brasil, e Os olhos da revolução, di Rádio e Televisão del Portogallo. Con questo riconoscimento, Cuba torna a occupare un posto di rilievo nel giornalismo narrativo iberoamericano, grazie a una storia raccontata dal basso, con musica, dignità e coraggio.
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