Un cubano sacrifica un cavallo nella provincia di Holguín e poi fa qualcosa di insolito

L'incidente è avvenuto concretamente a Gibara.

Patrulla della polizia cubana (Immagine di riferimento)Foto © Flickr/Rivera Notario

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Nel villaggio di Uñas, appartenente al municipio di Gibara, nella provincia di Holguín, si è verificato un evento che ha scatenato un'ondata di reazioni sui social media.

Il protagonista del caso è un macellaio conosciuto in paese come “Norgitín”, il cui vero nome è Norge Rodríguez.

Secondo il rapporto -reso noto sul profilo Facebook Cazador-Cazado- l'individuo in questione, dopo aver ingerito grandi quantità di alcol, ha rubato un cavallo baio appartenente a un vicino del villaggio.

Portò l'animale a casa di sua madre, dove procedette a sacrificarlo.

Tuttavia, gli effetti dell'alcol furono tali che, una volta concluso l'atto violento, si addormentò sopra il corpo dell'animale.

Fu in quella posizione che le autorità lo trovarono e lo arrestarono.

Fonte: Cattura da Facebook/Cazador Cazado

Una scena degna di una favola… tragica

L'evento, tanto insolito quanto inquietante, ha suscitato una rapida reazione tra gli utenti che seguono il profilo ufficiale.

"Matarife che si addormenta, lo prende la 220", ironizzava il testo originale, parafrasando un vecchio proverbio popolare.

L'immagine di un macellaio addormentato sull'animale appena sacrificato -secondo quanto descritto- colpì tanto per il carattere grottesco della scena quanto per la crudezza del fatto.

Alcuni commenti evidenziavano la giustizia del momento: "Ha dovuto pagare per i suoi crimini. Non riesco a immaginare quante famiglie avrà colpito nel corso della sua carriera da delinquente".

Reazioni: tra umorismo e indignazione

Le risposte al caso sono oscillate tra il sarcasmo e la riflessione critica.

Molti utenti hanno trovato nell'episodio una metafora involontaria del deterioramento morale e sociale di alcuni individui nelle zone rurali.

“Adesso sì che va a dormire, ma in una cella”, commentò qualcuno, mentre un altro avvertiva che "non si va a lavorare ubriachi, possono succedere incidenti sul lavoro... come questo".

Fonte: Cattura da Facebook/Cazador Cazado

Tuttavia, il tono beffardo di alcune pubblicazioni è stato messo in discussione da chi ritiene che la situazione non debba essere banalizzata.

Un utente ha reclamato: “Non è una questione da prendere alla leggera il maltrattamento degli animali. Coloro che si divertono con questo tipo di cose dovrebbero riflettere”.

Altri hanno espresso il loro dolore e la loro solidarietà con il proprietario del cavallo, lamentando non solo la perdita dell'animale, ma anche il danno economico ed emotivo che ciò comporta.

"Povero cavallo, quel macellaio ha messo fine alla sua vita e ha colpito anche il padrone, perché immagino fosse la sua fonte di lavoro."

L'alcol come scusa?

Uno dei dibattiti più ricorrenti è stato il valore legale dello stato di ebbrezza durante la commissione del reato.

Alcuni sostenevano che "il ubriaco non ha effetto legale" oppure che l'accusato potrebbe essere liberato, senza conseguenze maggiori.

Tuttavia, dalla stessa pagina hanno chiarito che, in realtà, l'assunzione di bevande alcoliche può essere considerata un'aggravante, a seconda del tipo di reato e delle sue circostanze.

Questo aspetto legale è stato sostenuto da altre persone che chiedevano che "cadesse tutto il peso della legge", argomentando che l'alcol non deve diventare un pretesto né un attenuante quando si violano i diritti altrui, umani o animali.

Il valore simbolico della cattura

A occhi della comunità, la cattura di Norgitín in quello stato non è stata solo un colpo della polizia, ma anche un atto simbolico di giustizia.

“Dio ha fatto giustizia con lui”, sosteneva qualcuno che affermava di conoscerlo personalmente. Un altro commento evidenziava: “Se a tutti coloro che commettono questo tipo di crimini capitasse lo stesso, che bene saremmo.”

Oltre al personaggio, ciò che è persistito in molte delle reazioni è stata l'empatia verso l'animale sacrificato.

“L'unica cosa di cui mi dispiace è che non sia andato a dormire prima di uccidere il povero animaletto”, diceva un messaggio che sintetizzava il dolore di molti.

Altro sosteneva che "non c'è condanna che possa ripagare il dolore del proprietario", mentre diversi chiedevano pene più severe per coloro che commettono questo tipo di atti.

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