In quello che le autorità cubane definiscono un "processo esemplare", un cittadino è stato condannato a Cienfuegos a otto anni di privazione della libertà per aver venduto cannabinoidi sintetici noti come "chimico".
La decisione, applaudita dalla emittente ufficiale Radio Ciudad del Mar, fa parte di una recente offensiva del governo contro il narcotraffico nell'Isola, dopo mesi -e persino anni- di negligenza ufficiale che hanno permesso l'espansione incontrollata del fenomeno.
Secondo la nota, Noel Bibeaux Muñoz è stato trovato colpevole di preparare tra 80 e 100 dosi di "chimico" a partire da sostanze come Dronabinol e MDMB-4en-PINACA, che confezionava in piccoli frammenti di carta e vendeva a casa sua per 250 pesos cubani ciascuno.
Bibeaux Muñoz è viaggiato l'anno scorso a L'Avana per acquistare un grammo di tabacco vegetale che conteneva cannabinoidi sintetici.
La Direzione Nazionale Antidroga aveva già monitorato la sua attività, fino a quando è stato arrestato durante una perquisizione domiciliare nella quale sono state trovate droghe, 4.600 pesos in contante e articoli collegati alla sua presunta attività illecita.
La Polizia non è riuscita a identificare a chi avesse comprato la dose né tantomeno chi fossero i suoi clienti a Cienfuegos.
Ma al di là del caso specifico, la condanna racchiude un messaggio di punizione con fini dissuasivi, parte di una campagna punitiva del governo cubano per affrontare un problema che egli stesso ha lasciato crescere nell'ombra.
Durante anni, la vendita e il consumo di droghe, particolarmente tra i giovani, è diventato sempre più normale in molte città cubane, con sostanze come il "químico" disponibili ad ogni angolo e senza una risposta istituzionale seria.
Le autorità non sono intervenute quando avrebbero dovuto: mentre la dipendenza si diffondeva e giovani vite venivano perse a causa di overdose, lo Stato girava la testa dall'altra parte.
Ora, lo stesso governo che ha permesso che il fenomeno sfuggisse di mano, lancia processi "esemplari" come quello di Cienfuegos per dare l'apparenza di controllo.
Le pene sono estremamente severe -anche con minacce di privazione perpetua o pena di morte nei casi più gravi- ma non sono accompagnate da una solida strategia preventiva né da campagne di salute pubblica che affrontino le radici del problema: mancata speranza, povertà, marginalizzazione e mancanza di opportunità.
Oltre agli otto anni di carcere, a Bibeaux è stata imposta la perdita dei diritti politici, il divieto di uscire dal paese e il sequestro dei beni legati all'attività. È stata inoltre sottolineata la sua condizione di recidivo, il che ha rafforzato la severità della sentenza.
Mentre il discorso ufficiale insiste sul fatto che "a Cuba c'è tolleranza zero verso le droghe", la realtà evidenzia una reazione tardiva e insufficiente.
Ora si perseguitano i piccoli distributori, mentre il danno strutturale è già stato fatto e migliaia di famiglie cubane affrontano le conseguenze di una crisi che si sarebbe potuta evitare.
Il regime sceglie di punire anziché prevenire, e di esibire condanne, invece di assumersi la propria quota di responsabilità.
La settimana scorsa il Tribunale Provinciale Popolare di Santiago di Cuba ha condannato un uomo a otto anni di reclusione per un reato legato a droghe illecite.
L'imputato è stato arrestato il 2 luglio 2024 mentre circolava sulla strada di Mar Verde, al chilometro uno e mezzo di Santiago di Cuba.
Portava nascosta nei genitali un sacchetto di nylon che conteneva due involucri con sostanza vegetale di marijuana. Inoltre, la Polizia le ha confiscato un telefono Samsung e una somma di 2.000 pesos cubani in contante.
En maggio scorso, lo stesso tribunale ha condannato due cittadini di 25 e 30 anni a 12 anni di carcere, dopo averli dichiarati colpevoli di un reato legato a droghe illecite o sostanze con effetti simili.
I denunciati, la cui identità non è stata rivelata, sono stati arrestati mentre viaggiavano su un autobus Transtur diretto a L'Avana.
Nel tratto della Carretera Central nel comune di Contramaestre, durante un controllo delle sue pertinenze, le autorità hanno trovato 501 grammi di marijuana, una bilancia digitale con residui della sostanza e denaro contante, senza precisare l'ammontare.
Secondo la nota ufficiale, gli accusati "erano sotto controllo dalla Direzione Nazionale Antidroga, a causa delle loro continue azioni illecite".
Domande frequenti sulle condanne per droga a Cuba
Perché Noel Bibeaux Muñoz è stato condannato a otto anni di carcere?
Noel Bibeaux Muñoz è stato condannato a otto anni di reclusione per aver venduto cannabinoidi sintetici, noti come "il chimico", a Cienfuegos. Il tribunale lo ha ritenuto colpevole di aver prodotto tra 80 e 100 dosi di questa droga, utilizzando sostanze come Dronabinol e MDMB-4en-PINACA, che vendeva a casa sua. Inoltre, gli è stata inflitta la perdita dei diritti politici e il divieto di uscire dal paese.
Quali misure sta adottando il governo cubano contro il narcotraffico?
Il governo cubano ha intensificato la sua offensiva contro il narcotraffico attraverso una serie di processi "esemplari". Questi processi mirano a imporre pene severe, che possono arrivare fino a 30 anni di carcere, ergastolo o addirittura la pena di morte, a seconda delle circostanze del reato. Inoltre, sono stati intensificati i raid della polizia per combattere il traffico di droga in diverse province del paese.
Qual è l'impatto del consumo di droghe come "il chimico" nella società cubana?
Il consumo di droghe come "il chimico" ha avuto un impatto significativo sulla società cubana, specialmente tra i giovani. L'uso di queste sostanze è associato a effetti devastanti, inclusi convulsioni, allucinazioni e danni neurologici permanenti. Nonostante gli sforzi del governo per combattere il traffico e il consumo di queste droghe, la loro presenza continua a essere un problema in crescita nell'isola.
Quali critiche sono state mosse all'approccio del governo cubano riguardo al narcotraffico?
L'approccio del governo cubano riguardo al narcotraffico è stato criticato per il suo carattere punitivo e la mancanza di strategie preventive e di sanità pubblica. Si sottolinea che il regime ha scelto di punire invece di prevenire, senza affrontare le cause sottostanti del problema, come la povertà, la marginalizzazione e la mancanza di opportunità. Molti sostengono la necessità di una politica più integrale che includa educazione e riabilitazione per i soggetti interessati.
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