
Video correlati:
Il nuovo schema dei prezzi imposto dall'Empresa de Telecomunicaciones de Cuba (ETECSA), che limita l'accesso a internet mobile in pesos cubani e trasferisce il resto dei consumi a pagamenti in valuta estera, ha suscitato un'inaspettata risonanza nella stampa internazionale.
Da media europei a portali latinoamericani, la decisione è stata presentata come un fattore aggravante nella disuguaglianza sociale cubana e ha attirato l'attenzione per la reazione organizzata del movimento studentesco, che ha espresso il proprio rifiuto tramite scioperi e comunicati collettivi.
In Spagna, il quotidiano El País è stato uno dei più attivi nella copertura, pubblicando numerosi articoli dall'inizio di giugno. In uno di essi, ha definito la misura come un “apartheid digitale”, sottolineando che solo coloro che ricevono rimesse dall'estero potranno permettersi la navigazione oltre il limite mensile di base.
In un testo firmato dallo storico e accademico cubano, Rafael Rojas, il mezzo ha anche evidenziato il malcontento giovanile e le manifestazioni in almeno 25 facoltà universitarie, una reazione poco abituale nel sistema di istruzione superiore controllato dallo Stato.
La agenzia Reuters, con portata globale, ha dedicato almeno due articoli alla crisi generata dall'aumento tariffario. Nei suoi servizi, ha sottolineato che la nuova politica tariffaria “ha alimentato la frustrazione dei cittadini”, specialmente tra gli studenti, e ha riportato le misure di sollievo che ETECSA ha offerto, come i 6 GB di dati sovvenzionati.
Tuttavia, l'agenzia anglosassone ha anche raccolto testimonianze che evidenziavano il malcontento per considerare l'offerta insufficiente.
Da Francia, France 24 ha riportato il tema nella sua edizione in francese, sottolineando che “una nuova tariffazione telefonica a Cuba provoca il malcontento”. Il mezzo ha raccolto che, con uno stipendio medio di circa 2.000 pesos (intorno ai 16 dollari), molti cubani non hanno la possibilità di pagare i servizi in valuta estera proposti da ETECSA come soluzione.
La italiana ANSA ha riportato anche le nuove tariffe imposte dal regime cubano. In una nota pubblicata lo scorso dicembre —anticipando il cambiamento—, ha citato il primo ministro Manuel Marrero Cruz, che ha ammesso che si intendeva ridurre il consumo in pesos e stimolare l'ingresso di divise straniere.
L'agenzia ha inoltre informato che il governo cubano si aspettava che con questa misura "si garantisse la sostenibilità del servizio".
In America Latina, media come Infobae (Argentina) e Excélsior (Messico) hanno riportato sia sull'aumento delle tariffe che sulla reazione degli studenti. Entrambi hanno messo in evidenza il carattere inedito delle proteste, organizzate senza leadership partitica e articolate attraverso i social media e dichiarazioni pubbliche di collettivi universitari.
Dal Asia, il portale The Star della Malesia ha incluso il caso cubano nella sua sezione tecnologia, sottolineando che la misura aveva generato "un'ondata di critiche", specialmente per la limitazione in valuta nazionale e la necessità di ricorrere a piattaforme digitali per accedere al servizio.
Incluso Wikipedia, nella sua versione inglese, ha aggiornato l'entry corrispondente a ETECSA per includere informazioni sulla riforma tariffaria e sulle manifestazioni studentesche, un segno che l'argomento ha oltrepassato i forum informativi globali e pubblici.
Nonostante i mezzi di grande portata non abbiano dedicato finora una copertura specifica, il trattamento riservato dai suddetti media rivela che la politica di ETECSA non solo è stata impopolare all'interno dell'isola, ma ha proiettato a livello internazionale l'immagine di una Cuba ancora più restrittiva, disuguale e scollegata.
Archiviato in: