Gli studenti universitari continuano lo sciopero in segno di protesta contro le misure di ETECSA

"Gli studenti ci comportiamo come portavoce della popolazione, il popolo ripone fiducia in noi in questi spazi," ha dichiarato uno degli oratori davanti ai dirigenti della vice presidenza commerciale dell'azienda statale.


Estudiantes della Facoltà di Matematica e Informatica (MATCOM) dell'Università dell'Avana (UH) hanno ribadito in un'assemblea recente la loro decisione di mantenere lo sciopero degli insegnanti in segno di protesta contro le nuove tariffe imposte dall'Empresa de Telecomunicaciones de Cuba (ETECSA), che definiscono come un'aggressione diretta al popolo cubano.

L'incontro, svoltosi presso l'anfiteatro Manuel Sanguily, ha visto la partecipazione di studenti e rappresentanti di diverse facoltà, insieme a dirigenti della vicepresidenza commerciale di ETECSA, e ha evidenziato che la tensione nei campus universitari di Cuba continua a crescere.

Cattura dello schermo Facebook / Reclamo Universitario

Le interventi di studenti e professori hanno evidenziato un ampio malcontento nei confronti della gestione dell'impresa statale e una profonda delusione per lo sviluppo della riunione, che, secondo quanto denunciato, è stata monopolizzata da lunghe spiegazioni tecniche che hanno impedito un vero dibattito con tutte le facoltà presenti.

"Gli studenti ci comportiamo come portavoce della popolazione, il popolo ripone fiducia in noi in questi spazi," ha espresso uno degli oratori. Secondo il profilo di Facebook 'Reclamo Universitario', un altro intervento ha sottolineato il carattere sociale e politico del problema: "In un paese dove la gente guadagna meno di 15 dollari al mese, più che un problema commerciale è un problema sociale."

Da MATCOM, la posizione è stata chiara: manterranno la non partecipazione alle lezioni fino a quando ETECSA non proporrà soluzioni che soddisfino le esigenze del popolo. Hanno inoltre sottolineato che i rappresentanti dell'azienda non hanno riconosciuto l’errore di fondo di questa misura, nonostante durante l'incontro siano stati condivisi nuovi dati sulla situazione finanziaria della compagnia.

Una delle studentesse ha riassunto il sentimento collettivo con una domanda che ha risuonato nell'auditorio: "Noi siamo vulnerabili o sono le loro misure a renderci vulnerabili?".

Questa frase si aggiunge ad altre richieste avanzate durante la giornata, come la disconnessione tra il tasso ufficiale del CUP rispetto al dollaro, il bias nella definizione di "vulnerabili" da parte di ETECSA, e l'esclusione strutturale che comportano le tariffe imposte dal 30 maggio.

La riunione è stata convocata come un tentativo di mediazione dopo vari giorni di dichiarazioni pubbliche da parte di diverse facoltà. Tuttavia, il formato dell'incontro è stato criticato dai partecipanti, che hanno denunciato che molte facoltà non hanno avuto la possibilità di intervenire. "Ci è stato detto che questo era uno spazio per il dibattito, ma ciò non è accaduto", hanno dichiarato i portavoce studenti.

L'accordo finale dell'assemblea è stato di continuare il dialogo con ETECSA in futuri incontri e attraverso commissioni di lavoro, sebbene con un chiaro avvertimento: la protesta non si ferma.

"Vorremmo dare un voto di fiducia, ma è troppo quello che abbiamo visto. Quindi, condividerò ciò che pensa il Consiglio della mia Facoltà e ciò di cui abbiamo parlato con diverse Facoltà, ovvero che continueremo a convocare l'assenza dalle lezioni fino a quando non si troverà un nuovo spazio per raggiungere una soluzione", ha detto una delle relatrici presenti alla riunione.

La postura degli studenti è che non si tratta solo degli interessi del settore universitario, ma di una lotta per la giustizia sociale e per un accesso equo all'informazione, all'educazione e alla comunicazione in tutto il paese.

Reclamo Universitario, che ha documentato le proteste, ha pubblicato il video dell'incontro insieme a una dichiarazione in cui si mette in evidenza l'autonomia del movimento studentesco e si mette in discussione l'atteggiamento “insensibile e servile” dei dirigenti nazionali della FEU nei confronti della burocrazia.

La critica si concentra specialmente sul presidente nazionale dell'organizzazione, Ricardo Rodríguez González, che è stato accusato della sua vicinanza al discorso ufficiale e della sua mancanza di azione di fronte alle richieste studentesche. In un recente comunicato, gli studenti di Filosofia della UH hanno chiesto le dimissioni di Rodríguez González, che è anche membro del Consiglio di Stato presieduto da Miguel Díaz-Canel.

La protesta universitaria contro l'aumento delle tariffe si è trasformata in un movimento nazionale che mette in discussione non solo le decisioni commerciali di ETECSA, ma anche la rappresentatività delle strutture giovanili ufficiali.

Mientras cresce la pressione dentro e fuori dalle aule, gli studenti insistono: lo sciopero continua finché non verranno ascoltate le vere necessità del popolo.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.