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Un detenuto di origine cubana ha vissuto venerdì una situazione tesa nel carcere dell'Arginone, nella città italiana di Ferrara, dopo essere salito sul tetto dell'istituto penitenziario e aver minacciato di gettarsi nel vuoto.
L'incidente, durato oltre tre ore, è stato contenuto senza conseguenze fatali grazie all'intervento del comandante del penitenziario e all'azione degli agenti penitenziari.
L'uomo, alto più di 1,90 metri e pesante 120 chili, e che soffre di problemi psichiatrici, è riuscito a spingere il personale di custodia ed accedere ai piani superiori del carcere, da dove è salito sul tetto, ha riportato il mezzo locale Il Resto del Carlino.
Relatò che già in cima, il cubano gridava frasi incoerenti come “Lasciatemi in pace, voglio tornare a casa!”, mentre impediva l'accesso a chiunque cercasse di avvicinarsi.
Secondo fonti del centro, l'internato aveva già mostrato comportamenti violenti in altre istituzioni penitenziarie, sebbene non avesse mai raggiunto una situazione così critica.
La paura di una tragedia era reale, ma il comandante del penitenziario riuscì a calmare l'uomo dopo una lunga negoziazione, convincendolo poco a poco fino a quando scese da solo.
Il sindacato SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), attraverso il suo portavoce Giovanni Durante, ha elogiato la professionalità degli agenti penitenziari, ma ha denunciato nuovamente le carenze del sistema penitenziario italiano nell'assistenza a persone con disturbi mentali.
“Chiudere le strutture psichiatriche penitenziarie è stato un grave errore. Nelle carceri comuni non ci sono specialisti disponibili né trattamenti adeguati per questi casi. Questo mette a rischio sia i detenuti che il personale che lavora all'interno”, ha dichiarato Durante.
Il sindacato richiederà formalmente il trasferimento del detenuto cubano a una struttura specializzata, dove potrà ricevere trattamenti e assistenza medica adeguati.
Il caso riaccende il dibattito sulla necessità urgente di riformare la cura psichiatrica nelle carceri italiane, una richiesta recentemente sostenuta dalla Corte Costituzionale, che ha esortato il Parlamento a legiferare sulla questione.
Attualmente, molte prigioni mancano di assistenza medica psichiatrica 24 ore su 24, 7 giorni su 7, lasciando i detenuti con disturbi gravi senza cure continuative e esponendo il personale a situazioni ad alto rischio.
Domande frequenti sulla crisi del sistema penitenziario e psichiatrico a Cuba e in Italia
Cosa è successo con il prigioniero cubano nel carcere di Ferrara, Italia?
Un detenuto cubano è salito sul tetto del carcere e ha minacciato di gettarsi nel vuoto nella prigione di Arginone, Ferrara. La situazione è stata controllata dopo una trattativa di oltre tre ore, senza conseguenze fatali.
Quali sono le critiche al sistema penitenziario italiano riguardo all'assistenza psichiatrica?
Il sindacato SAPPE critica la mancanza di adeguata assistenza psichiatrica nelle carceri italiane, sostenendo che la chiusura delle strutture psichiatriche penitenziarie ha lasciato i detenuti con disturbi mentali privi di specialisti e trattamento, mettendo a rischio sia i detenuti che il personale.
Come si riflette la crisi dell'assistenza psichiatrica a Cuba?
La situazione a Cuba è allarmante, come dimostra il video di un paziente aggredito nell'ospedale psichiatrico di Santa Clara. La mancanza di farmaci e di assistenza adeguata ha portato a episodi di violenza e negligenza nel trattamento delle malattie mentali.
Quali problemi affronta il sistema penitenziario a Cuba?
Le carceri cubane affrontano gravi problemi di sovraffollamento, malnutrizione e mancanza di assistenza medica, il che ha portato a numerose morti per malattie come la tubercolosi. Le organizzazioni per i diritti umani chiedono miglioramenti urgenti per proteggere i detenuti.
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