Díaz-Canel rimprovera i contadini e avverte che “c'è molta terra da coltivare”

Díaz-Canel critica i contadini per la bassa produzione agricola a Cuba, senza riconoscere il ruolo dello Stato nell'inefficienza del settore.


In un discorso caratterizzato da un tono didattico e dall'evasione delle responsabilità, il governante cubano Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha rimproverato questo sabato gli agricoltori del paese per la bassa produzione agricola, affermando che “c'è molta terra da coltivare”, senza riconoscere il ruolo dello Stato nell'inefficienza strutturale del sistema agroalimentare cubano.

Durante la clausura del Congresso Nazionale dell'Associazione Nazionale dei Contadini Piccoli (ANAP), il mandatario ha ribadito vecchie promesse di trasformazione produttiva, incolpando il settore contadino per non sfruttare maggiormente le terre in usufrutto, nonostante le numerose restrizioni imposte dallo stesso governo, secondo un rapporto del Canale Caribe.

“Questo congresso sarà davvero storico se riusciremo a cambiare la situazione della produzione alimentare nel paese… c'è molto terreno da coltivare, c'è molto terreno da mettere a produzione”, ha dichiarato Díaz-Canel, in un discorso che ha ignorato i gravi problemi di accesso a materiali, tecnologia e autonomia che affrontano i produttori cubani.

Nonostante abbia ammesso che nelle fasi precedenti il paese aveva risorse abbondanti che sono state sprecate “senza raggiungere efficienza”, il governante non ha assunto responsabilità istituzionali né ha proposto riforme sostanziali al modello centralizzato che tiene legato il campo cubano.

Nelle sue parole c'era anche spazio per attaccare gli intermediari nella commercializzazione di alimenti, accusandoli di far lievitare ingiustamente i prezzi per la popolazione e di beneficiarsi senza apportare valore.

“Ogni volta che c'è un intermediario, il prezzo per la popolazione aumenta (...) Ci sono quattro o cinque persone che guadagnano più del produttore”, ha denunciato.

Tuttavia, la sua critica omette un punto essenziale, è lo stesso Stato a progettare e regolare la catena di distribuzione, limita la libertà dei produttori di vendere, impone prezzi massimi e monopolizza l'accesso ai mercati e ai materiali.

Invece di proporre un'apertura reale al commercio agroalimentare, Díaz-Canel suggerisce che le cooperative vendano “direttamente” ai mercati locali, senza specificare come lo faranno in un contesto saturo di ostacoli burocratici, controlli arbitrari e mancanza di incentivi.

Per quanto riguarda Félix Duarte Ortega, presidente dell'ANAP e funzionario del Partito Comunista, si è limitato a ripetere le linee del discorso ufficiale, appellandosi al “compromesso” e all’“aumento della produzione” nonostante le condizioni avverse.

“I delegati e gli invitati hanno ratificato la disposizione (…) a partire dalle potenzialità del settore e l'impegno che assumono per l'alimentazione del nostro popolo (…) in qualsiasi circostanza,” ha detto Duarte, senza fare riferimento alle richieste storiche dei contadini né alla necessità di una riforma agraria strutturale.

Invece di promuovere una vera decentralizzazione, si riciclano le esortazioni moralistiche e i richiami alla "creatività" e all'"eroismo". In un paese dove oltre il 70% dei cibi è importato, e dove i mercati sono a corto di rifornimenti e i prezzi alle stelle, il richiamo dei dirigenti sembra sempre più scollegato dalla realtà del campo e del popolo.

Recientemente, a Las Tunas, il governante ha dichiarato che “abbiamo molta più terra seminata che in altre fasi". Tuttavia, i dati sulla produzione nazionale raccontano una storia molto diversa.

Secondo cifre ufficiali, la produzione di riso, uno dei principali alimenti della dieta cubana, raggiunge a malapena il 30% di quanto raccolto nel 2018, evidenziando il fallimento delle politiche attuate dal suo governo.

Domande Frequenti sulla Agricoltura e il Discorso di Díaz-Canel a Cuba

Quale critica ha mosso Díaz-Canel ai contadini nel suo discorso?

Díaz-Canel ha rimproverato agli agricoltori per la bassa produzione agricola, sostenendo che ci sia molta terra da coltivare. Tuttavia, non ha riconosciuto il ruolo dello Stato nelle inefficienze strutturali del settore agropecuario cubano, ignorando le difficoltà affrontate dai produttori, come la mancanza di forniture e tecnologia.

Come influisce il controllo statale sulla produzione agricola a Cuba?

Il controllo statale limita la libertà dei produttori di vendere e fissa prezzi massimi, monopolizzando l'accesso ai mercati e ai materiali. Questo complica la produzione e la distribuzione efficiente di alimenti, contribuendo alla crisi alimentare che affronta il paese.

Quali soluzioni propone Díaz-Canel per migliorare la produzione agricola?

Díaz-Canel suggerisce che le cooperative vendano direttamente ai mercati locali, ma non offre dettagli chiari su come superare gli ostacoli burocratici esistenti. Il suo discorso si è incentrato su promesse di trasformazione produttiva senza riforme strutturali al modello centralizzato.

Qual è la situazione attuale della produzione di riso a Cuba?

La produzione di riso a Cuba raggiunge a malapena il 30% di quanto raccolto nel 2018, evidenziando il fallimento delle politiche implementate dal governo. Questa diminuzione riflette la crisi agricola e la mancanza di un reale sostegno al settore, aggravata dalla gestione del regime.

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Redazione di CiberCuba

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