Sandro Castro con il pullover del nonno: "Me ne vado al mio ranch, in Europa ci sono molti blackout e ci piace l'oscurità."

Il video sembra essere stato registrato nell'esclusiva zona habanera di Siboney, dove risiedeva il nonno dittatore e attualmente vivono membri della famiglia Castro, l'élite del regime e il corpo diplomatico.


Sandro Castro, nipote del dittatore cubano Fidel Castro, ha suscitato nuovamente indignazione sui social media dopo aver pubblicato un video sul suo account Instagram in cui derideva i blackout che hanno colpito Spagna e Portogallo, come fa di solito con quelli che la popolazione cubana soffre quotidianamente.

Con un tono sarcastico e spensierato, il “nietísimo” è apparso vestito con una maglietta che mostrava il volto di suo nonno e il testo “Ahí na má”, mentre reggeva due foglie di guano e si esibiva in una delle sue abituali giravolte per una strada vuota di un quartiere residenziale, alla luce del crepuscolo.

Captura di schermo Instagram / @sandro_castrox

“Che figata, uomo! La giornata è perfetta per prendere un po’ d'ombra paisa, perché in Europa ci sono molti blackout e ci piace l’oscurità. Vado al mio ranch, uomo!”, esclamò Sandro nel clip, che riporta sovrapposto il testo “l'unico vampirash immune al sole”.

Il video sembra essere stato registrato nella esclusiva zona habanera di Siboney, dove aveva residenze il nonno dittatore e attualmente vivono membri dell'élite del regime e del corpo diplomatico.

Ancora una volta, Sandro rafforza la sua immagine di privilegio riferendosi al "suo ranch", una delle numerose ville di famiglia dei Castro, completamente estranee alle difficoltà del cubano comune, che affronta quotidianamente blackout di oltre 12 ore, crisi alimentare e un collasso quasi totale dei servizi pubblici.

La maglietta con l'immagine di suo nonno non è una semplice scelta estetica: rappresenta simbolicamente la connessione tra il principale artefice del disastro energetico nazionale e il discendente privilegiato che non sa cosa sia un blackout; tra il disastroso messianismo del barbuto e l’insuperabile guanajería del lampione.

Fu proprio Fidel Castro a imporre, durante la cosiddetta "rivoluzione energetica" negli anni 2000, una serie di misure risultate inefficaci e costose. Sostituì le centrali termoelettriche con gruppi elettrogeni di basso rendimento, diffuse trasformatori difettosi e trasferì il carico su una rete elettrica obsoleta, causando una involuzione in tutti gli ambiti economici e sociali del paese.

Oggi, queste decisioni pesano sulla vita di milioni di cubani intrappolati in una crisi sistemica che si esprime crudelmente nell'oscurità quotidiana delle loro case. Ma a questo serve la cosiddetta "continuità" che "guida" Miguel Díaz-Canel: affinché tutto sembri un continuo storico e eroico, e la "rivoluzione di, per e con i umili" di ieri si trasformi oggi in un capitalismo di Stato sotto il controllo della famiglia Castro e dei loro oligarchi riverenti.

Mentre Sandro si fa beffe del contesto in cui vive la maggior parte, migliaia di famiglie cubane continuano a soffrire le conseguenze di politiche irresponsabili. L'espressione "me voy pa’ mi rancho", usata con sarcasmo, risulta un'offesa diretta al popolo che soffre una profonda crisi abitativa, con abitazioni in rovina, ospitati in condizioni precarie e sfollati ignorati dalle autorità.

Il video è un ulteriore esempio del disprezzo e della disconnessione della casta governante, simboleggiata in Sandro Castro, per cui la miseria generalizzata continua a essere uno spettacolo dalla comodità dei suoi privilegi.

Non è la prima volta che Sandro Castro provoca indignazione con i suoi post. Nel dicembre del 2024, ha festeggiato il suo compleanno nel suo bar EFE all'Avana, in mezzo a un blackout generalizzato nel paese, che è stato percepito come una dimostrazione di disprezzo verso le difficoltà che affronta il popolo cubano.

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Redazione di CiberCuba

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