Régimen invita il popolo a marciare il Primo di Maggio e i cubani rispondono: “L'unica cosa che si respira qui è blackout.”

Nonostante le difficoltà, molti cubani finiscono per partecipare alle parate. Non per convinzione, ma per paura di ritorsioni lavorative o per pressione istituzionale.

Atto per il Primo Maggio nella termoelettrica FeltonFoto © Reti sociali

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In mezzo a una delle crisi economiche più gravi che Cuba ha vissuto negli ultimi decenni, il regime di La Habana ha convocato la popolazione a marciare quest'1 Maggio.

Il governante Miguel Díaz-Canel ha utilizzato il suo profilo su X per lanciare un messaggio ricco di slogan ideologici: “Marciamo contro il blocco e il fascismo che ritorna. Contro il genocidio a #Gaza e i genocidi silenziosi provocati dal mare di ingiustizie che minaccia la nostra specie. Marciamo per quel mondo migliore possibile che #Cuba desidera e merita. Ci vediamo il #1Maggio!”.

Un appello disconnesso dalla realtà

Il messaggio, invece di risuonare con le reali preoccupazioni del popolo cubano, ha generato rifiuto sui social media, dove abbondano i commenti che ironizzano sulla situazione critica nell'isola: blackout quotidiani, carenza di cibo, trasporti in crisi e ospedali senza forniture.

“L'unica cosa che si respira qui è il blackout”, ha scritto un utente in risposta alla propaganda del governo, facendo riferimento diretto alla mancanza di elettricità che è tornata a essere una costante in diverse province, insieme alla conosciuta frase: “Che vada Sandro”, in allusione a Sandro Castro.

Propaganda contro le corde

giorni prima, la Presidenza di Cuba ha pubblicato sul suo sito web un documento intitolato Messaggio ai Lavoratori e al Popolo di Cuba, in cui Díaz-Canel ha esaltato l' “orgoglio” di mantenere le celebrazioni della Giornata Internazionale del Lavoro “anche in mezzo alle più dure carenze”.

La macchina ufficiale si è mobilitata anche tramite i media statali. Il quotidiano ufficiale Granma ha pubblicato su Facebook: “Cuba respira già il 1° Maggio. Nessuno può toglierci ai cubani la tradizione del nostro 1° Maggio. Né il blocco né le carenze e le tensioni economiche che ne derivano faranno breccia in [...] il sostegno di questo popolo alla sua Rivoluzione”.

Pubblicazione di Facebook/Granma

Tra il dovere e la paura

A dispetto delle difficoltà, molti cubani finiscono per partecipare ai cortei. Non per convinzione, ma per paura di ritorsioni lavorative o per pressione istituzionale. Per i dipendenti statali e gli studenti, la partecipazione è spesso obbligatoria. L'assenza può tradursi in avvertimenti, sanzioni o perdita di incentivi.

Nel frattempo, il malcontento popolare cresce e diventa sempre più visibile sui social media, nell'emigrazione travolgente e nel progressivo deterioramento della vita quotidiana. Lungi dall'ascoltare questo grido, il regime sceglie ancora una volta di aggrapparsi a vecchi rituali, come se la parata potesse nascondere la mancanza di pane, luce e speranza.

Domande frequenti sulla marcia del Primo Maggio a Cuba e sulla situazione attuale del paese

Perché il regime cubano convoca a marciare il Primo Maggio?

Il regime cubano convoca a marciare il Primo Maggio per riaffermare la sua ideologia e mostrare una supposta unità del popolo, anche in mezzo alla crisi economica. Il governo utilizza questo evento per incolpare l'embargo degli Stati Uniti delle difficoltà interne e per tentare di rivitalizzare il sostegno popolare, sebbene la realtà di scarsità e interruzioni di corrente contrasti con questo scopo.

Come reagisce la popolazione cubana alla convocazione a marciare?

La popolazione cubana reagisce con rifiuto e critiche alla convocazione per la marcia. Molti cittadini vedono questa marcia come un’imposizione e una disconnessione del governo dalla realtà che affronta il popolo, caratterizzata da blackout, mancanza di cibo e un sistema di servizi collassato. La partecipazione è spesso obbligatoria per paura di ritorsioni lavorative.

Quali problemi affronta attualmente Cuba che influiscono sulla sua vita quotidiana?

Cuba affronta una grave crisi economica ed energetica, manifestata in frequenti blackout, scarsità di cibo e medicinali, e un collasso dei servizi pubblici. La svalutazione del peso cubano e l'inflazione aggravano ulteriormente la situazione, spingendo molti cubani a cercare alternative nel mercato nero o a dipendere dalle rimesse dall'estero.

Perché si critica il regime cubano nel contesto della crisi attuale?

Il regime cubano è criticato per la sua incapacità di offrire soluzioni reali alla crisi. I cittadini segnalano la mancanza di trasparenza, la corruzione e la disuguaglianza nella distribuzione delle risorse, oltre a una retorica governativa che ignora le carenze strutturali e di gestione interna. I costanti discorsi ufficiali contrastano con la realtà che vive la maggior parte della popolazione.

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Redazione di CiberCuba

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