Denunciano l'atteggiamento di persecuzione della Sicurezza dello Stato contro una scrittrice cubana alla Fiera del Libro di Mérida

I fatti includono chiamate anonime, interrogatori intimidatori e visite sotto copertura sia all'autrice che alla sua famiglia sull'isola, compresa sua figlia minorenne.

Belkis Reyes Soto alla Feria del Libro di MéridaFoto © Facebook/Eduardo Rene Casanova Ealo

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La Editorial Primigenios, con sede negli Stati Uniti, ha denunciato pubblicamente questo fine settimana che la scrittrice cubana Belkis Reyes Soto è stata vittima di molestie e intimidazioni da parte degli agenti della Sicurezza dello Stato (SE) cubana durante la sua partecipazione alla Fiera Internazionale del Libro di Mérida, Yucatán, Messico.

In un comunicato ufficiale sui social media Facebook, firmato da Eduardo René Casanova Ealo, direttore della casa editrice, si esprime "profonda preoccupazione e rifiuto" per i fatti che —come dettagliato— hanno incluso telefonate anonime, interrogatori intimidatori e visite segrete sia all'autrice che alla sua famiglia sull'isola, compresa la sua figlia minorenne.

Pubblicazione di Facebook/Eduardo Rene Casanova Ealo

"Basta con l'ostigamento e l'intimidazione"

“Il pensiero critico, la letteratura e l'arte sono pilastri fondamentali di ogni nazione che si onora di definirsi colta”, afferma il comunicato, che chiede alle autorità culturali e statali cubane di garantire il rispetto, l'integrità e la libertà degli scrittori, dentro e fuori dal paese.

Primigenios sottolinea anche che l'autrice dispone di un permesso valido per rimanere fuori da Cuba, pertanto qualsiasi tentativo di criminalizzazione o pressione nei suoi confronti costituisce, affermano, una “grave mancanza di rispetto per la sua integrità e per il libero esercizio della sua attività artistica e culturale”.

“Dal nostro spazio come editoriale, riaffermiamo il nostro impegno per la libertà di espressione, la dignità umana e la difesa del diritto di creare senza paura né ritorsioni”, conclude il testo.

Contesto: controllo sugli artisti cubani all'estero

Il caso di Belkis Reyes Soto non è isolato. Diversi artisti e intellettuali cubani hanno denunciato negli ultimi anni le pressioni dell'apparato di sicurezza cubano per sorvegliare, silenziare o punire espressioni culturali considerate "scomode" per il regime.

Questo episodio si svolge inoltre in un contesto in cui la sorveglianza su scrittori, musicisti e giornalisti indipendenti è stata costante, anche quando questi risiedono o viaggiano all'estero con permessi legali.

Domande frequenti sullo stalking degli scrittori cubani e sulla repressione a Cuba

Cosa è successo con la scrittrice cubana Belkis Reyes Soto alla Fiera del Libro di Mérida?

La scrittrice cubana Belkis Reyes Soto è stata vittima di molestie e intimidazioni da parte di agenti della Sicurezza dello Stato cubano durante la sua partecipazione alla Fiera Internazionale del Libro di Mérida, Messico. Questo stalking ha incluso chiamate anonime, interrogatori intimidatori e visite sotto copertura alla sua famiglia a Cuba.

Qual è il contesto della repressione agli artisti cubani all'estero?

Il caso di Belkis Reyes Soto si colloca in un contesto in cui la sorveglianza su scrittori, musicisti e giornalisti indipendenti cubani è stata costante, anche quando risiedono o viaggiano all'estero con permessi legali. Il regime cubano cerca di silenziare le espressioni culturali considerate "scomode".

Quali misure legali applica il regime cubano contro i giornalisti e gli artisti critici?

Il regime cubano utilizza un quadro giuridico repressivo per criminalizzare il giornalismo indipendente e le espressioni artistiche critiche. Questo include l'articolo 143 del Codice Penale, che accusa di "mercenarismo" coloro che ricevono fondi esterni, così come i Decreti Legge 370 e 35. Inoltre, la recente Legge sulla Comunicazione Sociale restringe la libertà di espressione riconoscendo solo i mezzi legati al Partito Comunista.

In che modo la repressione del regime cubano influisce sulla libertà di espressione?

La repressione del regime cubano limita severamente la libertà di espressione, utilizzando tattiche di tortura psicologica e coercizione per zittire i critici, costringere alle dimissioni e ottenere "confessioni". Queste azioni mirano a disarticolare qualsiasi iniziativa critica nei confronti del regime, colpendo sia giornalisti che artisti e attivisti.

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Redazione di CiberCuba

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