Come lo fanno?: Cubana invia un messaggio a coloro che vivono all'estero e "mantengono la loro famiglia a Cuba"

"Come fate a gestire la vita qui e, oltre a ciò, a viaggiare a Cuba, inviare pacchi a Cuba, mandare rimesse a Cuba, ricaricare il telefono ogni mese, comprare pacchetti di cibo ogni mese?"


"Come fate a gestire la vita qui e, oltre a ciò, viaggiare a Cuba, inviare pacchi a Cuba, mandare rimesse, ricaricare il telefono ogni mese, comprare pacchetti di cibo ogni mese?", si è chiesta la cubana @yarecapey in un video che ha accumulato più di 40 mila visualizzazioni su TikTok.

La cubana ha lanciato una riflessione aperta sulle difficoltà che affrontano molti emigrati per mantenere una vita all'estero e, allo stesso tempo, inviare aiuti costanti ai propri familiari a Cuba.

“Questo va a tutti i cubani che vivono all'estero. Raccontatemi come vi organizzate per avere una vita all'estero, per pagare l'abitazione, i servizi o le bollette, come le chiamiamo negli Stati Uniti”, ha affermato. Ha anche messo in discussione se sia sostenibile assumersi il costo emotivo e finanziario di aiutare ogni mese: “Una cosa è aiutare, un'altra è mantenere le persone a Cuba”.

Nel suo racconto, ha menzionato casi concreti: “Conosco qualcuno, per esempio, che affitta una stanza di una casa, paga circa 500 dollari, e trascorre tutto l'anno lavorando per comprare vestiti, scarpe, di tutto... e alla fine dell'anno parte per Cuba carico di valigie”.

Secondo quanto ha raccontato, quella persona le ha confessato di aver pagato “700 dollari all'aeroporto di Miami” per eccesso di bagaglio e ancora di più all'arrivo a Cuba. “E poi mi dice: ‘devo continuare a vivere in un'uguale di una casa per pagare poco, perché se no, come posso aiutare la mia famiglia a Cuba?’”.

Yarecapey ha anche ricordato che, durante la sua infanzia nell'isola, non ha mai ricevuto aiuto dall'esterno: “Io camminavo a piedi nudi quando c'era da camminare a piedi nudi, con sandali che il calzolaio all'angolo di casa mia riparava di continuo”.

Giallo acceso su TikTok

Il video ha scatenato centinaia di commenti che riflettono sia il supporto che il rifiuto del suo messaggio. Una delle risposte più ripetute è stata: “Lavorando, lavorando e lavorando”. Altri hanno affermato che la vita dell'emigrato è piena di sacrifici: lavorare lunghe ore, indebitarsi o vivere in condizioni minime pur di inviare denaro, pacchi o farmaci a Cuba.

Sono emerse anche critiche nei confronti dell'approccio della creatrice. Diversi commenti concordano sul fatto che nessuno debba giudicare come gli altri emigrati scelgono di aiutare le loro famiglie: “A te non importa”; “Ognuno fa quello che può e quello che vuole”.

Tra i testimoni, alcuni hanno condiviso di inviare grandi quantità mensili in cibo e denaro. Altri hanno detto di essersi visti costretti a limitare le loro spese, rinunciare a comodità o addirittura evitare di viaggiare a Cuba per poter sostenere i propri familiari.

Altri resoconti recenti

Questo dibattito non è nuovo. Lo scorso dicembre, l'utente @cindyforte ha condiviso su TikTok come organizza le spedizioni di cibo per la sua famiglia: “Come non farlo, se lì ho le persone più importanti della mia vita”.

In Spagna, un'altra tiktoker ha criticato coloro che chiedono senza conoscere lo sforzo: “Pensano davvero che quei soldi cadano dal cielo? Io credo di sì”. Ha aggiunto che molti familiari non comprendono il sacrificio di lavorare pulendo, assistendo persone o sopportando maltrattamenti lavorativi.

Por sua parte, una creatrice residente negli Stati Uniti è stata categorica: “Qual è il senso di uscire da Cuba? Arrivare qui per mantenere altri? Sono venuta per me”.

Aiuto o dipendenza?

Le posizioni riflettono un dilemma comune nell'emigrazione cubana: l'equilibrio tra l'amore per la famiglia e la necessità di sopravvivere in contesti di alta pressione economica. Mentre alcuni sostengono di aiutare senza condizioni, altri ritengono sia necessario stabilire dei limiti per non cadere nell'auto-sfruttamento o nel debito permanente.

Yarecapey ha chiuso il suo video con un invito: “Raccontatemi come fate. Sia che abbiate attività private, o qualsiasi altra cosa. Come riuscite ad avere una casa vostra, come possedete proprietà, come andate avanti e, allo stesso tempo, sostenete tutti a Cuba. Perché a me piacerebbe saperlo.”

Domande frequenti sull'invio di aiuti e sulla vita dei cubani all'estero

Come si organizzano i cubani all'estero per inviare aiuti alle loro famiglie a Cuba?

I cubani all'estero affrontano grandi sacrifici per inviare aiuto ai loro familiari a Cuba. Lavorano lunghe ore, si privano di comodità e pianificano meticulosamente le loro spese per poter inviare rimesse e pacchetti che sono essenziali per il sostentamento dei loro cari sull'isola.

Quali sono le critiche che affrontano i cubani che inviano aiuti a Cuba?

Questi cubani ricevono spesso critiche sia da altri emigrati che da persone a Cuba. Alcuni sostengono che l'aiuto sostiene il regime cubano, mentre altri criticano la dipendenza creata da queste rimesse. Tuttavia, molti difendono la loro decisione di priorizzare il benessere delle loro famiglie rispetto alle discussioni politiche.

Quali sfide affrontano i cubani nell'inviare pacchi a Cuba?

Inviare pacchi a Cuba comporta una serie di sfide logistiche ed emotive. I cubani devono affrontare restrizioni di peso e costo, il che richiede una pianificazione attenta. Inoltre, si trovano di fronte alla pressione emotiva di voler inviare più di quanto sia possibile, il che può essere frustrante e stancante.

Perché alcuni cubani all'estero sentono la pressione delle aspettative delle loro famiglie a Cuba?

Molti cubani all'estero avvertono pressione perché le loro famiglie a Cuba spesso hanno aspettative irrealistiche sulla vita all'estero. Si prevede che gli emigrati inviino aiuti costanti, il che può essere emotivamente estenuante e creare tensioni se non riescono a soddisfare queste aspettative a causa delle proprie difficoltà economiche.

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Redazione di CiberCuba

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