Il regime cubano si rifiuta di pubblicare statistiche sulla violenza contro le donne

L'annuncio rafforza le critiche per mancanza di trasparenza e conferma che il governo non riconosce il diritto pubblico di sapere quante donne siano state uccise per motivi di genere a Cuba.


Il regime cubano ha confermato che non renderà pubbliche le statistiche su femminicidi e violenza di genere, nonostante l'aumento della richiesta sociale di trasparenza e azione di fronte a questa grave problematica.

Secondo un articolo pubblicato nel quotidiano ufficiale Granma, firmato da Ana Hernández, Procuratrice Capo della Direzione Informazioni e Analisi, e Anneliesse Toranzo, Procuratrice della Direzione dei Processi Penali, le autorità stanno attualmente lavorando a un Registro Amministrativo informatizzato e interoperabile, ma di carattere non pubblico, sulla morte violenta di donne e ragazze per motivi di genere.

Detto registro è attualmente in fase di sviluppo da un team multidisciplinare composto dalla Procura Generale della Repubblica, dal Ministero degli Interni, dal Tribunale Supremo Popolare e dall'Università delle Scienze Informatiche (UCI), hanno aggiunto le autrici.

L'obiettivo, secondo il testo, è fornire informazioni solo alle autorità dello Stato e del Governo, e alla Federazione delle Donne Cubane (FMC), per facilitare azioni di prevenzione e riparazione, senza alcun accesso per i cittadini, media indipendenti né organizzazioni femministe.

Opacità istituzionale di fronte all'aumento dei femminicidi

L'annuncio riafferma le critiche per la mancanza di trasparenza e conferma che il governo non riconosce il diritto pubblico di sapere quante donne stanno sendo uccise per motivi di genere a Cuba.

Attivisti e piattaforme indipendenti come YoSíTeCreo en Cuba e il Osservatorio di Genere di Alas Tensas hanno denunciato più volte l'occultamento sistematico dei dati, così come il disinteresse statale nel rendere visibile e affrontare con urgenza la violenza maschilista.

Queste organizzazioni, di fronte al silenzio ufficiale, hanno assunto il compito di documentare i femminicidi nell'isola in modo autonomo, con risorse limitate e sotto costante sorveglianza.

Uno strumento utile… solo per il potere

Secondo i pubblici ministeri citati, il sistema permetterà di identificare cause, conseguenze e gruppi a rischio, oltre a orientare le interventi di prevenzione e misure di non ripetizione. Tuttavia, il fatto che lo strumento non sia pubblico mina la sua utilità sociale e lascia le vittime, le loro famiglie e la società civile senza accesso a dati chiave che potrebbero salvare vite.

A dispetto del fatto che la FMC ha riconosciuto un aumento dei "femicidi" sull'isola dopo la pandemia, il regime continua a rifiutarsi di dichiarare uno stato di emergenza nazionale per violenza di genere, una richiesta sostenuta da gruppi femministi e difensori dei diritti umani.

Aumentano i casi

Il 4 aprile scorso è stata riportata la notizia che una cubana madre di tre figli è stata assassinata presumibilmente dal suo ex compagno nel villaggio di Guayos, nel municipio di Cabaiguán, Sancti Spíritus. Il corpo della vittima è stato ritrovato questa settimana in una fossa nella casa del suo ex compagno.

In marzo, la piattaforma femminista cubana Alas Tensas (OGAT) ha confermato due nuovi femminicidi nel paese, con la particolarità che entrambi sono avvenuti nella provincia di Camagüey.

L'8 del mese, Marialedys Abad Morgado, di 55 anni e madre di due figlie adulte, è morta per mano del suo ex compagno nella sua casa nel quartiere Albaisa, nel comune di Guáimaro. L'aggressore era in permesso dalla prigione.

Il secondo femminicidio confermato è avvenuto il 2 febbraio scorso nel comune di Vertientes. A differenza dell'omicidio di Marialedys, in questo caso l'autore del crimine non è stato identificato.

La vittima, Cristina Guerra, di 54 anni, è stata colpita da proiettile nella sua abitazione nella comunità di San Antonio "da una persona non identificata, in circostanze che indicano un pregiudizio di genere", precisa il messaggio su X.

Fino al 26 marzo, le piattaforme YoSíTeCreo e l'Osservatorio di Genere Alas Tensas hanno informato che avevano registrato fino a quella data un totale di nove femminicidi a Cuba nel corso del 2025.

Domande frequenti sulla violenza di genere e sui femminicidi a Cuba

Perché il regime cubano si rifiuta di pubblicare statistiche sui feminicidi?

Il regime cubano ha deciso di non rendere pubbliche le statistiche sui femminicidi e sulla violenza di genere, sostenendo che le informazioni raccolte nel suo Registro Amministrativo saranno utilizzate esclusivamente dalle autorità statali e dalla Federazione delle Donne Cubane (FMC) per azioni di prevenzione e riparazione, ma non saranno disponibili per la cittadinanza, i mezzi di informazione indipendenti o le organizzazioni femministe. Questa mancanza di trasparenza è stata fortemente criticata da attivisti e piattaforme indipendenti, che denunciano un occultamento sistematico delle cifre e un disinteresse statale nell'affrontare la violenza di genere in modo efficace.

Quali azioni stanno intraprendendo le organizzazioni femministe a Cuba di fronte all'aumento dei femminicidi?

Di fronte alla mancanza di azione e trasparenza del governo cubano, piattaforme femministe come YoSíTeCreo in Cuba e l'Osservatorio di Genere di Alas Tensas hanno assunto il compito di documentare i femminicidi in modo autonomo. Queste organizzazioni utilizzano messaggistiche cifrate e social media per raccogliere e verificare informazioni sui casi di violenza di genere, fornendo alla società civile un mezzo alternativo per denunciare e rendere visibili questi crimini. Inoltre, continuano a premere per politiche pubbliche efficaci e trasparenza nella divulgazione delle statistiche ufficiali.

Esistono iniziative governative per affrontare la violenza di genere a Cuba?

Il governo cubano ha implementato alcune iniziative per affrontare la violenza di genere, come la creazione di una linea telefonica in 40 municipi per fornire assistenza immediata e raccogliere dati sul problema. Tuttavia, l'efficacia di queste misure è messa in discussione a causa della mancanza di trasparenza e dell'assenza di un quadro giuridico adeguato, poiché il femminicidio non è considerato un reato specifico nel Codice Penale cubano. La mancanza di riconoscimento ufficiale della gravità della violenza di genere limita l'impatto di queste azioni.

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