La premier italiana, Giorgia Meloni, ha effettuato una visita a sorpresa al presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, sabato scorso nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida.
Durante l'incontro, hanno condiviso una cena e assistito alla proiezione del documentario Eastman Dilemma: Lawfare or Justice, che affronta la percezione di un sistema giudiziario con doppi standard negli Stati Uniti.
Tra i partecipanti di spicco c'era il senatore della Florida, Marco Rubio, recentemente nominato segretario di Stato da Trump.
Il cubano-americano è stato una figura di spicco nella politica statunitense, in particolare riguardo ai temi legati all'America Latina e alla difesa della democrazia. La sua presenza alla riunione sottolinea l'importanza che la nuova amministrazione attribuisce alle relazioni internazionali e al consolidamento di alleanze con leader europei conservatori come Meloni.
L'agenda ufficiale dell'incontro non è stata resa pubblica, ma secondo il New York Times, uno dei temi trattati potrebbe essere stato il caso di Cecilia Sala, una giornalista italiana arrestata in Iran il mese scorso. Secondo quanto riporta El País, Meloni avrebbe fatto pressione per affrontare questa questione, dimostrando il suo impegno per la difesa dei diritti umani e la libertà di stampa.
Dopo la vittoria elettorale di Trump, Meloni ha espresso il suo entusiasmo per una collaborazione comune, sottolineando l'importanza di rafforzare la cooperazione in ambito di sicurezza ed economia. La sua affinità ideologica con Trump consolida la posizione di entrambi come difensori del conservatorismo nelle rispettive regioni.
La nomina di Rubio a segretario di Stato ha suscitato diverse reazioni, soprattutto in relazione alla politica verso l'America Latina.
Rubio è stato un critico costante dei governi autoritari nella regione, definendo il regime cubano una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Nel novembre 2024, ha affermato che L'Avana facilita la presenza di attori ostili come Cina, Russia, Iran e Venezuela nell'emisfero occidentale, il che rappresenta un rischio per la stabilità regionale.
Inoltre, Rubio ha espresso la sua opposizione alle politiche di appeasement nei confronti di governi autoritari in America Latina. La sua nomina suggerisce un possibile inasprimento della postura statunitense verso questi regimi, il che potrebbe comportare l'implementazione di sanzioni più severe e una maggiore pressione diplomatica per promuovere cambiamenti democratici nella regione.
La comunità cubano-americana ha accolto con ottimismo la nomina di Rubio, ritenendo che la sua leadership al Dipartimento di Stato potrebbe rafforzare le politiche a favore della democrazia e dei diritti umani a Cuba e in altri paesi sotto regimi autoritari. Tuttavia, alcuni analisti avvertono che una posizione troppo rigida potrebbe avere conseguenze impreviste sulle relazioni bilaterali e sulla situazione interna di questi paesi.
La riunione a Mar-a-Lago e la partecipazione di figure chiave come Marco Rubio indicano che l'amministrazione entrante di Trump sta delineando una politica estera che prioritizza la fermezza nei confronti dei regimi autoritari e la consolidazione di alleanze con leader affini a livello internazionale. Si prevede che nei prossimi mesi vengano definite con maggiore chiarezza le strategie che il nuovo governo implementerà sul palcoscenico globale.
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