La società civile prepara una causa collettiva contro la portavoce del regime cubano, Ana Hurtado

Attivisti cubani avviano una causa collettiva contro la spagnola, accusata di presunti reati di diffamazione e rivelazione di dati. Chiedono giustizia per attacchi e discorsi d'odio sui social media.


Attivisti della società civile indipendente di Cuba si preparano a dare seguito legale a una causa collettiva contro la spagnola Ana Hurtado Martínez, nota sostenitrice della dittatura cubana e provocatrice che si dedica a diffamare e denigrare coloro che si oppongono al regime.

L'iniziativa, guidata dall'attivista oppositrice al regime cubano, Avana de la Torre, invita coloro che sono stati vittime di diffamazione, ingiurie o divulgazione di dati da parte di Hurtado Martínez a fornire testimonianze e prove entro un mese.

“Presenteremo una denuncia congiunta per diffamazione, rivelazione di dati, reato contro l'onore, ingiurie e calunnie”, ha dichiarato De la Torre in una diretta sui suoi social, dove ha assicurato di aver certificato davanti a un notaio la documentazione necessaria per supportare il caso.

La convocazione per presentare la domanda collettiva arriva dopo una recente vittoria legale contro Hurtado Martínez, che è stata condannata in Spagna a pagare 10.000 euro per danno morale all'attivista e medico cubano Lucio Enríquez Nodarse per diffamazione.

Più vittime e un discorso d'odio persistente.

In sua espressione diretta, De la Torre ha sostenuto che la richiesta si basa sul danno causato dal discorso d'odio e dal linciaggio mediatico promosso da Hurtado Martínez su piattaforme come Facebook e X (precedentemente Twitter).

Secondo l'attivista, molte delle vittime hanno affrontato gravi diffamazioni, compresa la divulgazione di dati personali protetti dalla legge.

“Abbiamo ricevuto un’ondata di messaggi, screenshot e testimonianze che dimostrano calunnie, diffamazioni e, cosa più grave, la rivelazione di dati personali, che è severamente punita in Spagna”, ha spiegato De la Torre.

Tra le potenziali "prove" raccolte, spicca la pubblicazione di informazioni private, come indirizzi e documenti d'identità di alcune persone, atti che costituiscono un reato secondo la legislazione spagnola.

L'attivista ha sottolineato che, fino ad ora, il processo coinvolge sette denuncianti principali, tutti residenti in Europa, e ha menzionato che la denuncia sarà ampliata man mano che verranno raccolte ulteriori prove.

"Questo non riguarda solo noi; ci sono molti cubani, dentro e fuori dall'Isola, che sono stati vittime di questa campagna d'odio", ha aggiunto.

Contesto del caso di Ana Hurtado

Ana Hurtado, giornalista spagnola e dichiarata sostenitrice del regime cubano, è stata coinvolta in numerose controversie a causa delle sue aggressioni verbali nei confronti di figure oppositrici al regime cubano.

Nel caso di Enríquez Nodarse, la giustizia spagnola ha concluso che Hurtado aveva commesso un'"intrusione illegittima nel diritto all'onore" del medico cubano in esilio.

Nella sua intervista, De la Torre ha ricordato un momento fondamentale: durante il processo ad Albacete contro Hurtado, lo scorso 1 ottobre, si è avvicinato all'avvocato della giornalista per avvertirlo che "questa non sarà l'unica denuncia".

Secondo l'attivista, la causa collettiva in corso mira a garantire che Hurtado risponda per anni di azioni che lei definisce "terrorismo mediatico".

Uno sforzo senza precedenti

L'iniziativa di De la Torre segna uno sforzo coordinato della società civile cubana per ritenere responsabile una figura di spicco del regime.

Attraverso avvocati e procuratori, le vittime cercano giustizia e risarcimento per i danni subiti. De la Torre ha sottolineato: “Andremo, come dice il mio caro amico Lucio, senza pietà e fino alla fine”.

Questo processo mette in evidenza l'uso di risorse legali internazionali come strumento per affrontare le campagne di diffamazione e gli attacchi sistematici da parte di figure alleate al regime cubano, sottolineando l'importanza di documentare e denunciare queste pratiche.

Con il motto "Patria, vita e libertà", De la Torre ha ribadito l'impegno delle vittime e degli attivisti per portare avanti questa richiesta collettiva che, se avrà successo, potrebbe costituire un precedente nella lotta contro la disinformazione e il discorso d'odio promosso da alleati del regime all'estero.

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