José Daniel Ferrer con una ferita al volto dopo una aggressione in prigione a Santiago di Cuba

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José Daniel Ferrer © X / Belquis Ferrer
José Daniel FerrerFoto © X / Belquis Ferrer

L'oppositore cubano José Daniel Ferrer, leader dell'Unione Patriottica di Cuba (UNPACU), presenta una ferita al volto dopo essere stato brutalmente picchiato nella prigione di Mar Verde, a Santiago di Cuba, secondo le denunce diffuse dai suoi familiari.

Ferrer sarebbe molto snodato, con una ferita visibile sul volto, ha riportato questo sabato una persona che ha avuto accesso limitato all'ospedale della prigione di Boniato, dove è ricoverato dopo la violenza subita.

Le informazioni sono state condivise dalla sorella del prigioniero, Anabelkis Ferrer, la quale ha esortato a diffondere la situazione utilizzando gli hashtag #SOSFerrer e #FreeFerrer.

Il regime cubano ha autorizzato la moglie di Ferrer, Nelva Ortega, a visitarlo in ospedale, ma "da lontano". La donna ha denunciato che l'accesso all'ospedale era limitato e poche persone potevano verificare le condizioni del prigioniero.

Ortega, insieme ai suoi figli, si è presentato venerdì davanti al carcere di Mar Verde, esigendo una prova chiara di vita dell'oppositore.

Ha affermato che la visita autorizata "da lontano" il giorno prima non ha permesso di confermare se la persona vista fosse realmente Ferrer, lasciando dei dubbi sul suo stato di salute.

Ortega ha definito il procedimento come disumano e ha espresso la sua preoccupazione per le condizioni di detenzione e le aggressioni fisiche subite da Ferrer, che è in carcere da oltre tre anni con accuse di disobbedienza e altri reati considerati arbitrari da organizzazioni internazionali per i diritti umani.

José Daniel Ferrer è stato arrestato nel luglio del 2021, dopo le proteste antigovernative dell'11 luglio.

Da allora, la sua famiglia e le persone a lui vicine hanno denunciato torture, isolamento prolungato e condizioni disumane di detenzione.

Ferrer è uno dei volti più noti della dissidenza cubana e il suo caso simboleggia la repressione nei confronti di coloro che mettono in discussione il regime.

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