L'ONG Foro Penal, incaricata della difesa dei prigionieri politici in Venezuela, ha informato domenica scorsa dell'uscita dal carcere di 131 persone detenute durante le proteste contro i risultati delle elezioni presidenziali del 28 luglio scorso, in cui Nicolás Maduro si è proclamato rieletto senza poterlo dimostrare.
Le liberazioni sono avvenute dopo la revisione delle misure richieste dal Ministero Pubblico. Tuttavia, è stato chiarito che gli scarcerati non hanno ottenuto una libertà totale e dovranno comparire questo lunedì davanti ai tribunali per ricevere misure sostitutive alla privazione della libertà.
“Comprendiamo che nella maggior parte dei casi i processi giudiziari continuano”, ha spiegato Foro Penal, avvertendo che più di 1.700 prigionieri politici rimangono nelle carceri del Venezuela.
Le scarcerazioni si sono svolte in diversi stati del paese, tra cui Aragua, Miranda, Carabobo, La Guaira e Guárico.
EFE ha citato le dichiarazioni del procuratore generale del Venezuela, Tarek William Saab, il quale ha annunciato che tra venerdì pomeriggio e sabato sono state concesse 225 misure di libertà a persone detenute dopo le proteste per i risultati elettorali.
Saab ha indicato che queste decisioni sono state prese dopo approfondite indagini basate su nuove prove raccolte dalla Procura, sebbene non abbia specificato in quali centri di detenzione si trovassero i beneficiari.
Persistono differenze nei dati sui detenuti.
Le organizzazioni non governative e i partiti di opposizione in Venezuela segnalano che almeno 1.850 persone sono state incarcerate dopo le elezioni, tra cui 69 minorenni, donne e militari, la maggior parte accusata di reati come terrorismo e cospirazione.
Il Governo riporta un numero superiore a 2.400 detenzioni nel contesto delle proteste. Molte di queste persone rientrerebbero al di fuori della categoria di "prigionieri politici" perché avrebbero presumibilmente commesso altri reati.
La repressione in Venezuela è aumentata in modo allarmante in occasione delle elezioni presidenziali tenutesi a luglio. Un rapporto pubblicato dalla Missione Internazionale Indipendente dell'ONU ha accusato il regime di Maduro di commettere crimini contro l'umanità nel periodo precedente, durante e dopo le elezioni.
L'obiettivo della repressione era dichiararsi vincitore di elezioni fraudolente che, a tutti gli effetti, sono state vinte dall'opposizione.
L'escarcerazione dei prigionieri politici segna un nuovo capitolo nel dibattito sui diritti umani e sulla giustizia in Venezuela, mentre la comunità internazionale segue da vicino la situazione del paese.
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