Nel contesto di una profonda crisi nazionale, Antonio Rodríguez Rodríguez, presidente dell'Istituto Nazionale delle Risorse Idriche (INH) di Cuba, ha ammesso la fuga di specialisti che cercano migliori condizioni salariali.
"Si sta lavorando alla preparazione del personale, dal momento che nell'ultima fase preziosi lavoratori e specialisti hanno deciso di lasciare il settore in cerca di miglioramenti salariali, e in queste circostanze l'organismo continuerà il proprio progresso", ha espresso Rodríguez in un'intervista pubblicata questo lunedì sul quotidiano ufficialista Granma.
La dichiarazione sottolinea una crescente preoccupazione per l'esodo di talenti in tutti i settori, inclusa la gestione dell'acqua nell'isola, che affronta sfide considerevoli in termini di infrastrutture e risorse.
E non è un segreto per nessuno che le condizioni salariali e gli incentivi non sono sufficienti nel settore statale cubano, il che conferma l'urgenza di riforme in tutti i settori.
Senza dubbio, il regime affronta la sfida di trovare soluzioni viabili per affrontare questa fuga di talenti e garantire la continuità e la qualità dei servizi idraulici nel paese.
Solo pochi giorni fa, è stata resa nota la situazione critica che presenta l'Ospedale Pediatrico di Camagüey "Eduardo Agramonte Piña", dove non c'è acqua potabile per i bambini ricoverati né per i loro familiari.
Il giornalista indipendente José Luis Tan Estrada ha raccontato sulla sua pagina Facebook di aver dovuto assistere alla porta di casa di sua zia a un padre disperato che cercava acqua per sua figlia, che è ricoverata nel reparto intermedio.
Inoltre, da luglio è in crisi il fornitura a L'Avana a causa del deficit di pompe, mentre i residenti del quartiere Chicharrones a Santiago di Cuba hanno dovuto segnalare l'assenza del liquido vitale per due mesi.
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