Giovane di 25 anni uccide il patrigno a Songo La Maya, Santiago de Cuba.

L'incidente è avvenuto nella notte di sabato.

Patrulla de la Policía en Cuba (Imagen de referencia) © Flickr/Rivera Notario
Pattuglia della Polizia a Cuba (Immagine di riferimento)Foto © Flickr/Rivera Notario

Un uomo è stato ucciso dal figliastro nel comune di Songo La Maya, a Santiago de Cuba, dopo aver cercato di intervenire in una brutale pestaggine inflitta dall'aggressore a una donna.

La vittima è stata identificata come Reinier Nápoles Leliebre e l'aggressore come Ronerkis Castelnaux, come precisato sui social dal giornalista Yosmany Mayeta.

Il triste avvenimento è avvenuto sabato sera nei pressi della fabbrica di mangimi di quel comune quando il patrigno, soprannominato "Jabao", si è intromesso in una lite tra Ronerkis e la sua fidanzata.

"Jabao wanted to prevent his stepson from continuing to beat the woman, that's why he killed him," one of his sources with knowledge of the case revealed to the mentioned communicator.

Nápoles Leliebre non sopravvisse all'attacco e fu portato senza vita al policlinico del comune, dove sarebbe rimasto per diverse ore prima di essere trasferito all'istituto di medicina legale.

Il presunto assassino è stato catturato la mattina di domenica dopo essere rimasto latitante per diverse ore. Alle quattro del pomeriggio di quel stesso 30 giugno è stata sepolta la vittima.

Fino alla chiusura di questa nota non sono emersi altri dettagli sull'incidente violento.

Questo è il secondo omicidio segnalato in meno di un mese a Songo La Maya, poiché alla fine di giugno un uomo identificato come Erlay Moya è stato ucciso anche durante una rissa in quel comune.

Il mese scorso Beatriz Johnson Urrutia, Primo Segretario del Partito a Santiago de Cuba, ha avvertito durante una riunione che non esiteranno ad affrontare il crimine e la corruzione in quella provincia, dove le segnalazioni di varie tipologie di atti violenti sono aumentate notevolmente negli ultimi mesi.

"A noi non trema la mano. Non ci è mai tremata la mano! E non sarà in questo momento che ci tremeranno né le mani né le gambe", disse Johnson.

"E dobbiamo fare ciò che dobbiamo fare perché è molto grande ciò che stiamo difendendo", aggiunse.

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