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Un cubano collaboratore del MININT muore come mercenario russo in Ucraina.

Il mercenario Mario Alberto Céspedes Pérez, caduto in disgrazia un anno fa come immigrato abbandonato a Mosca, ha lasciato orfani tre figli a Las Tunas.

Mario Alberto Céspedes Pérez © Facebook/Mario Alberto Céspedes Pérez
Mario Alberto Céspedes PérezFoto © Facebook/Mario Alberto Céspedes Pérez

L'invasione della Russia in Ucraina continua a costare con il sangue la sua follia, e la morte del cittadino cubano Mario Alberto Céspedes Pérez resta purtroppo lamentabile, nonostante il suo legame con il Ministero dell'Interno (MININT), per il quale ha operato come collaboratore addestrato per reprimere i suoi connazionali.

Secondo il portale Cubanet, il decesso di Céspedes è avvenuto il 14 maggio, come riportato per la prima volta da un'ex fidanzata del fratello e successivamente confermato da "una persona che ha affermato di essere un avvocato, e che ha mostrato, per il riconoscimento, una foto del defunto quattro giorni prima, mantenendo il corpo in camera di conservazione".

Il mercenario al servizio delle forze della nazione euroasiatica, caduto in disgrazia un anno fa come immigrato abbandonato a Mosca, è stato impiegato presso il Centro Municipale di Igiene ed Epidemiologia di Puerto Padre e in quel territorio di Las Tunas, precisamente sulla strada Alejo Tomás, all'angolo con Juan Gualberto Gómez, ha lasciato tre figli orfani.

Precisamente, la persona incaricata di comunicare la notizia in via ufficiale ha chiesto alla figlia maggiore del defunto, Heidi (19 anni), e alla madre, Olga, di avere pronti i propri passaporti per viaggiare in Russia allo scopo di ritirare gli effetti personali del deceduto e riscuotere il risarcimento che spetta loro, come stabilito dalla legislazione del governo di Vladimir Putin.

Céspedes integra il elenco dei cubani reclutati per partecipare all'invasione della Russia in Ucraina in cambio di denaro e cittadinanza, un fatto che è emerso pubblicamente circa un anno fa, anche se le Forze Armate Rivoluzionarie e il MININT hanno negato ogni legame di persone addestrate dalle due istituzioni in quel conflitto bellico.

Dopo le prime rivelazioni che confermarono la presenza di mercenari cubani assunti dall'esercito russo, L'Avana rimase in silenzio fino a settembre, quando tramite un comunicato il regime assicurò di aver neutralizzato una rete di traffico di esseri umani che reclutava giovani dell'isola.

Il gruppo coinvolgeva 17 persone, il cui lavoro apparentemente non si è interrotto dopo la loro disarticolazione. E nel programma "Ragioni di Cuba", condotto dal rinomato portavoce del regime Humberto López, si è incaricato di presentare la versione ufficiale della presunta indagine condotta in tempo record dal MININT.

Come risultato delle indagini condotte dagli organi del Ministero dell'Interno su questi fatti, finora sono state arrestate 17 persone, di cui una è l'organizzatrice interna di queste attività, supportata da altre due persone residenti nel paese", ha detto il colonnello César Rodríguez Rodríguez.

Secondo il capo dipartimento della Direzione Generale per l'Investigazione Criminale del MININT, quei due assistenti arrestati si dedicavano a cercare e contattare i cubani interessati a viaggiare in Russia come mercenari.

Una volta reclutate, queste persone venivano intervistate dall'organizzatore che inviava i dati in Russia e da lì inviavano loro il biglietto, senza alcun costo, affinché emigrassero", ha detto il tenente colonnello Frank Hernández Estrada, capo dipartimento dell'Organo Specializzato del Dipartimento della Difesa Criminale del MININT.

Secondo il portale di stampo ufficiale Cubadebate, altre 14 persone hanno confessato di essersi unite volontariamente all'operazione in cambio della residenza russa e di una compensazione economica.

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