Un padre cubano disperato, residente negli Stati Uniti, ha chiesto aiuto alla comunità cubana e internazionale per poter ottenere un visto umanitario per suo figlio di due anni, malato di cancro a Cuba.
Ronald Rodriguez Si è rivolto ai social media per condividere la sua storia, che riflette la sua paura per le complicazioni che potrebbero derivare dalla malattia di suo figlio. Elier Fabián Rodríguez Rosado, se non agisci rapidamente.
“Quando ho deciso di lasciare Cuba alla ricerca del sogno americano come tanti, lasciando mia moglie incinta, cercando di trovare un futuro migliore per lei e per il mio bambino non ancora nato, non potevo essere lì quando è nato mio figlio e quando il bambino aveva 15 anni. mesi dopo, il destino mi ha giocato uno scherzo, al bambino è stato diagnosticato un cancro all’ospedale pediatrico di Matanzas”, racconta in un ampio post sul social network. Facebook.
Assicura che quello è stato il momento in cui i suoi piani sono crollati e ha detto che sentiva che il suo "mondo stava crollando, tanti piani, illusioni, tutto questo, non significavano più niente".
Anche se la battaglia del ragazzino contro la malattia è iniziata e lui è già all’ottava seduta di chemioterapia,”il tumore sta crescendo invece di ridursi”.
Ha spiegato che “il bambino ha a neuroblastoma nella ghiandola surrenale destra, che secondo i medici cubani al momento non è operabile a causa delle dimensioni del tumore, sarebbe quasi un intervento chirurgico suicida”.
Il bambino soffre anche di anemia cronica, un problema che gli impedisce di ricevere citostatici così potenti.
Allo stesso modo, ha dichiarato di essere in libertà vigilata da dicembre, così come la madre del bambino, “ma non si sa ancora se verranno approvati e questa malattia purtroppo è contro il tempo, per questo la nostra disperazione è quella di rivolgerci ai servizi sociali”. reti per chiedere aiuti umanitari”.
Giorni prima, Anche Alibeth Rodríguez, madre di Ronald e nonna di Elier Fabián, si è espressa su Facebook dicendo che suo nipote “merita una possibilità”, sottolineando che non risponde ai trattamenti somministrati presso l’Ospedale Pediatrico William Soler dell’Avana.
Elier Fabián, che compirà due anni il 18 maggio, “sta già facendo sette sedute di chemio con i farmaci Vincristina, Ciclofosfamide e Dactinomicina”, ha detto la nonna sconvolta.
Questa nonna, riflettendo la disperazione della famiglia, ha chiesto: “Cosa possiamo fare? Dovremmo stare seduti a guardare come il bambino peggiora a poco a poco a causa di quei sieri che non gli hanno fatto nulla, anzi, il tumore aumenta con il rischio che inizi a metastatizzare?
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