Yusuam Palacios: "Essere rivoluzionario significa tornare sempre al progetto originale."

Per Palacios, il popolo cubano ha sempre desiderato solo la rivoluzione, il socialismo e le idee di Fidel.

Yusuam Palacios © Facebook / Yusuam Palacios
Yusuam PalaciosFoto © Facebook / Yusuam Palacios

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Yusuam Palacios, presidente del Movimiento Giovanile Martiano di Cuba e deputato dell'Assemblea Nazionale, è uno dei rappresentanti del governo dell'Isola che più si contraddice nei suoi discorsi.

Questo martedì, Palacios ha pubblicato sul suo profilo Facebook una dichiarazione personale su cosa rappresenti per lui l'impegno nella "rivoluzione" dei fratelli Castro.

"Essere rivoluzionario non significa cambiare qualsiasi cosa, si cambia ciò che è necessario," ha affermato, richiamando la famosa frase del compianto Fidel Castro "La rivoluzione è cambiare tutto ciò che deve essere cambiato."

Ha inoltre chiarito che "essere rivoluzionario significa tornare sempre al progetto originale, con argomenti, ragioni e mai spinti dall'odio e dal denaro corruttore". Per Palacios, il popolo cubano ha sempre desiderato unicamente la rivoluzione, il socialismo e le idee di Fidel.

Palacios è diventato virale sui social media lo scorso anno quando ha criticato l’allora presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, durante la sua visita all'Isola. "Non lasciamoci ingannare, Obama non è amico di Cuba, vuole che dimentichiamo la storia affinché, una volta aperta la porta, possa prendere nelle sue mani (quelle dell'imperialismo nordamericano) il frutto che la nostra patria ha sempre rappresentato per loro," disse in quel momento.

Durante le recenti elezioni a Cuba, ha dichiarato che Raúl Castro era il leader spirituale dei cubani.

Di seguito riportiamo il testo che ha pubblicato sulla sua pagina Facebook:

#PerCuba, questo 1° maggio di vittoria e impegno per la #Rivoluzione.

Cosa significa essere rivoluzionari nella #Cuba di oggi? È, in primo luogo, essere patrioti. Ricordiamo il Maestro quando, nel suo discorso a Tampa il 26 novembre del 1891, esprimeva: “Perché se nelle cose della mia patria mi fosse dato di preferire un bene a tutti gli altri, un bene fondamentale che fosse la base e il principio di tutti quelli del paese, e senza il quale gli altri beni sarebbero illusori e insicuri, quello sarebbe il bene che io preferirei: voglio che la prima legge della nostra repubblica sia il culto dei cubani alla piena dignità dell'uomo”.

E come si traduce oggi questa idea martiana in una #Cuba che difende la sua condizione antimperialista, umanista ed etica? La piena dignità degli esseri umani, il loro culto e rispetto, la loro garanzia, diventano il fondamento essenziale della concezione martiana di repubblica: “O la repubblica ha come base il carattere intero di ciascuno dei suoi figli, l’abitudine di lavorare con le proprie mani e pensare con la propria testa, l’esercizio integro di sé e il rispetto, come onore di famiglia, dell’esercizio integro degli altri; la passione, infine, per il decoro dell’uomo, -o la repubblica non vale una lacrima delle nostre donne né una goccia di sangue dei nostri valorosi.”

Essere rivoluzionari non significa cambiare qualsiasi cosa; si cambia ciò che è necessario, partendo da un chiaro senso del momento storico e prestando attenzione alla realtà in cui viviamo. Essere rivoluzionari non equivale a esercitare una critica spietata; è importante esercitare il proprio giudizio, ma questo deve avvenire con etica e rispetto per la dignità. Essere rivoluzionari significa tornare sempre al progetto originale, sostenendo le proprie argomentazioni e ragioni, mai animati dall'odio o dal denaro corruttore. È essere consapevoli, come Martí, che ciò che un gruppo ambisce a ottenere svanisce, mentre perdura ciò che un popolo desidera. E a #Cuba è perdurato ciò che il popolo ha voluto: la #Rivoluzione, il #Socialismo e le idee di Fidel.

Essere #martiani significa essere buoni, giusti, patrioti, vivere ancorati alle proprie radici, dalla condizione radicale di uomini che non temono il pensiero né si piegano di fronte alle difficoltà. Essere martiani è essere antimperialisti, audaci e eternamente insoddisfatti di ciò che è sbagliato, di ciò che ci indebolisce. Dobbiamo continuare a promuovere l'unità rivoluzionaria, perché la chiave rimane sempre: unire per vincere; non dividere e vincere.

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