Arrestati tre cubani per assalto violento per rubare 16 maiali



L'incidente è avvenuto nella provincia di Ciego de Ávila.

Cerdos a Cuba (Immagine di riferimento)Foto © Facebook/

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Un violento assalto nel comune di Tres Golpes, nel municipio avileño di Ciro Redondo, ha suscitato grande indignazione sui social media, dopo che è stato reso noto che tre uomini sono irrompiti in un allevamento privato per rubare 16 maiali.

I coinvolti, identificati come Yoandri Peña Proenza, Emilio Arzuaga Herrera e Willian Viñales, hanno usato violenza contro il custode del luogo, che hanno picchiato e legato, lasciandolo indifeso mentre sottraevano gli animali.

I tre soggetti arrestati per aver rubato maiali con violenza a Ciego de Ávila (Foto: Facebook/Avileños de Corazón)

La notizia è stata divulgata dal profilo ufficialista Avileños de Corazón, che ha qualificato l'evento come un tentativo di "fine anno di lusso e ripugnanza" che si è concluso in “spaghetti di cabilla”.

Secondo quella fonte, il piano dei delinquenti sembrava uscito da un "film del sabato", ma la rapida azione della polizia ha frustrato l'operazione: "quando il pattino è buono il cammino si accorcia", ha riassunto con sarcasmo la pagina.

Un assalto pianificato e brutale

Il furto non attira solo l'attenzione per il numero di animali sottratti - una cifra considerevole date le attuali condizioni di scarsità - ma anche per il livello di violenza impiegato.

Il custode è stato immobilizzato e si è trovato impossibilitato a chiedere aiuto. Questo modello, sempre più frequente, segna una differenza chiara rispetto ai furti tradizionali: non si tratta più solo di rubare, ma di imporre la paura.

Fonte: Captura di Facebook/Avileños de Corazón

“Villa Cabilla”: Ironia popolare e grido di giustizia

Il caso ha dato origine a un'avalanga di commenti sui social media, molti dei quali carichi di ironia, altri più critici nei confronti del sistema giudiziario.

Vari utenti hanno celebrato l'arresto degli implicati augurando loro un lungo soggiorno nell'eufemisticamente chiamato "Hotel Villa Cabilla", in riferimento alla prigione provinciale:

“Passare un buon tempo all'Hotel Villa Cabilla”, ha scherzato un internauta.

“Se gli è rovinato il fine anno, ora fare un trio nel serbatoio”, ha commentato un'altra.

“Che mangino zuppa di tilapia e morronga, non maiale arrosto”, ironizzò un terzo.

Il tono umoristico non nasconde, tuttavia, un profondo malessere: “Delinquenti e abusatori, spero che il tribunale non trema nel pronunciare la sentenza”, ha esigito un utente.

Altri hanno chiesto pene severe, inclusi lavori forzati e condanne fino a 30 anni: “Facile: un anno per ogni maiale. Senza pietà”, suggerì uno. “Taglio e fiamme con loro”, riassunse un altro.

Delinquenza rurale: Un fenomeno in crescita

Questo fatto si colloca in un contesto più ampio: l'aumento dei furti violenti nelle zone rurali.

La scarsità di carne di maiale, il cui prezzo nel mercato informale è proibitivo per la maggior parte dei cubani, ha reso i maialini un obiettivo frequente per i criminali organizzati.

I contadini e i piccoli proprietari denunciano di sentirsi indifesi.

Come ha espresso un sostenitore della pagina: “Bisogna riarmare i contadini come nella lotta contro i banditi; a problemi estremi, soluzioni assolute”.

Un altro ha aggiunto: “Non mangeranno nemmeno maiale... vivendo del lavoro di persone sacrificate”.

Il caso dei 16 maiali rubati ha sconvolto la comunità non solo per la brutalità del crimine, ma per quello che rappresenta: un ulteriore esempio di come la crisi economica abbia infranto i minimi codici etici e abbia spinto alcuni settori a delinquere con violenza e sfacciataggine.

Tra giustizia popolare e mancanza di fiducia nelle istituzioni

Seppure molti commenti abbiano elogiato l'azione della polizia, non sono mancate critiche al sistema di giustizia.

"Il mese prossimo saranno in strada", ha avvertito un commentatore.

“Per i delinquenti ci sono terzi e stimoli. Per i politici, nemmeno un giorno di meno,” ha sottolineato un altro con tono cinico.

Alcuni utenti hanno persino suggerito che le leggi attuali non sono all'altezza del problema.

“Servono pene esemplari di 25-30 anni senza benefici. La gente ha paura di uscire di casa”, ha scritto una donna.

Un altro è stato più grafico: “Che li mettano a lavorare in una vera porcilaia, ma come schiavi, dall’alba al tramonto”.

Il caso di Ciego de Ávila non è un fatto isolato, ma fa parte di una tendenza preoccupante. In mezzo a una crisi prolungata e senza soluzioni in vista, la criminalità sta guadagnando terreno, specialmente nelle aree rurali dove lo Stato ha perso presenza effettiva.

Quanto avvenuto a Tres Golpes illustra non solo l'aumento della violenza legata al furto di alimenti, ma anche la disperazione di una società che, tra scarsità e impunità, sembra aver normalizzato l'inaccettabile.

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Redazione di CiberCuba

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