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Una cubana ha dichiarato di avere “esattamente tre mesi” con sintomi attribuibili al chikungunya, con episodi di dolore che descrive come insopportabili e la mancanza di farmaci per alleviarlo.
In un commovente testimonianza, l'internauta Eny Yamile Gómez Montoya ha dichiarato di passare notti insonni per sentire “quel fuoco che brucia” le ossa e che la malattia la tiene in un ciclo di giorni “regolari” e altri “male”, con ricadute e nuovi sintomi.
Nel suo racconto, la donna sostiene che non dispone di medicinali per alleviare il dolore e che, quando riesce a prendere “di tanto in tanto” un antinfiammatorio, il sollievo dura appena “1 giorno”, prima di tornare alla routine di malessere.
“Son due giorni normali e tre o quattro terribili, ti sorprende sempre con un sintomo nuovo o ripetendo ma con un dolore straziante che non ti lascia muovere. Questo non è vivere, questo è morire lentamente, e ci si sacrifica e di tanto in tanto prendi un antinfiammatorio e senti un sollievo, ma dura 1 giorno, e il resto?” scrive.
La autrice del testimoniale chiede sostegno e farmaci per Cuba e invita a evitare “critiche e dibattiti”, affermando che coloro che soffrono di più sono “quelli che stanno peggio” e che quelli che hanno ricevuto aiuto “possono sopportare il dolore con meno angoscia”.
Anche richiede empatia verso coloro che si lamentano: “Non cambiate sguardo quando vedete qualcuno che si lamenta”, afferma, mentre descrive un impatto emotivo sul suo umore e sulla sua autostima.
Il messaggio si conclude con una preghiera in cui si chiede a Dio “un momento di pace” e che “sani” Cuba, sottolineando che il dolore è “molto” e che la situazione “sfugge di mano agli esseri umani”.
Il testimone circola mentre, secondo il rapporto dello stesso MINSAP, c'è un aumento dei casi di chikungunya, con 466 nuovi casi in una giornata (26 confermati mediante PCR e 440 per sospetto clinico), oltre a 2.712 persone segnalate con sindrome febbrile aspecifica; il 79,5% di questi pazienti rimaneva in cura a domicilio e si mantenevano 31.802 persone ricoverate.
In quell'aggiornamento, la viceministra della Salute Pubblica, Carilda Peña García, ha indicato che “ciò che prevale è il chikungunya” e ha fornito altri dati epidemiologici, compresi indicatori di controllo vettoriale.
Ha aggiunto che si continua a valutare il comportamento nei neonati, nei lattanti e in altri bambini fino a 18 anni, e ha spiegato che si ammalano anche bambini in fase di lattante, non solo legati al momento del parto.
Secondo la sua dichiarazione, i casi critici rimanevano stabili sotto una “vigilanza molto intensa”, con l’obiettivo di conseguire la dimissione “senza pericolo per la vita”.
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