Il nuovo Codice della Infanzia a Cuba: Diritti apparenti, trappole legali e controllo ideologico

L'Anteprogetto del Codice si presenta come un progresso giuridico, ma contiene trappole ideologiche e ambiguità legali che potrebbero essere utilizzate a scopi repressivi e di indottrinamento, specialmente in un paese dove il potere giudiziario non è indipendente e il dissenso politico è criminalizzato.

Studenti delle scuole primarie a Cuba o "pionieri comunisti"Foto © Cubadebate / Ismael Francisco

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Il regime cubano avanza nell'implementazione di un nuovo strumento giuridico presentato come garante del benessere e dei diritti di bambine, bambini, adolescenti e giovani. Si tratta del progetto di legge del Codice dell'Infanzia, delle Adolescenze e delle Giovenze, attualmente in fase di consultazione scolastica in tutto il paese.

Oltre al suo ipotetico impatto sul benessere dei destinatari della norma, una revisione dettagliata del suo articolato da parte di questa redazione ha rivelato un disegno attentamente strutturato per rafforzare l'ideologia ufficiale e consolidare il controllo statale sui minori, le famiglie e il pensiero giovanile.

L'iniziativa, che si promuove con un linguaggio tecnico, emotivo e progressista, fa appello a nozioni universali come il "superiore interesse del minore", la "protezione integrale" e lo "sviluppo armonioso della personalità".

Tuttavia, sotto questa retorica legale si nascondono articoli che istituzionalizzano l'indoctrinamento, criminalizzano il dissenso familiare e rafforzano meccanismi di sorveglianza con potenziale repressione, specialmente nei confronti di genitori critici del sistema.

Adoctrinamento per mandato legale

Desde il suo preambolo, il anteprogetto chiarisce la sua intenzione politica. La norma dichiara che le ragazze, i ragazzi e gli adolescenti devono essere formati come “continuatori dell'opera rivoluzionaria”.

“PERTANTO: Lo sviluppo integrale dell'infanzia, dell'adolescenza e della gioventù costituisce un prezioso obiettivo per lo Stato, le famiglie e la società cubana, che si adoperano per formare in ragazze, ragazzi, adolescenti e giovani i valori e i principi della società socialista, così come le caratteristiche e le qualità che permettano di assolvere il loro ruolo di partecipanti attivi e continuatori dell'opera rivoluzionaria.”

Non si tratta, quindi, di garantire uno sviluppo libero, autonomo o pluralista, ma di guidare l'infanzia verso l'adesione ideologica al sistema socialista.

L'articolo 57 rafforza questa intenzione stabilendo che il sistema educativo avrà come obiettivo essenziale la “formazione di valori in corrispondenza con i principi della società socialista”, annullando di fatto qualsiasi diversità di pensiero o diritto a un'educazione non statale o non ideologizzata.

Articolo 57.3: El Sistema Nacional de Educación tiene como propósitos esenciales la formación y fortalecimiento de valores morales y éticos en correspondencia con los principios de la sociedad socialista, el respeto a los derechos humanos, a la identidad cultural de la nación, el idioma y el medio ambiente en favor del desarrollo sostenible; así como la formación integral de la ciudadanía, el aprendizaje desarrollador de los educandos y su participación activa en el proyecto educativo”.

Controllo sulle famiglie "problematiche"

Uno dei punti più preoccupanti è l'articolo 91, che impone a ogni cittadino l'obbligo di denunciare situazioni che influenzano la “morale” o il “benessere psichico” del minore.

Articolo 91.2: Cualquier persona que conozca de alguna situación que ponga en peligro la integridad física, sexual, psíquica y moral de una niña, niño o adolescente; así como de cualquier tipo de violencia u otra conducta que ponga en riesgo o vulnere sus derechos, tiene la obligación de denunciarla a las autoridades competentes a fin de restablecer los derechos quebrantados”.

Questa clausola, deliberatamente ambigua, potrebbe essere utilizzata contro famiglie oppositrici o genitori attivisti, specialmente se accusati di "influenzare negativamente" i propri figli esprimendo idee contrarie al regime.

Il dovere di onorare, difendere e obbedire: Il Codice che impone lealtà fin dall'infanzia

Il contenuto del anteprogetto introduce anche doveri espliciti per bambini e giovani che, pur presentati come formativi, rafforzano una logica di sottomissione ideologica e disciplina civico-politica.

L'articolo 117, che definisce i doveri delle bambine, bambini e adolescenti, include mandati come “onorare la Patria e i suoi simboli”, “proteggere il patrimonio culturale e storico della nazione” e “mostrare il dovuto rispetto alle autorità e ai loro agenti”.

Sebbene queste formulazioni possano sembrare neutrali, nel contesto cubano—dove le autorità statali, la presunta "legittimità storica" del regime e i simboli patriottici sono strettamente legati all'ideologia ufficiale—questi doveri possono essere utilizzati per valutare o sanzionare il comportamento infantile o familiare secondo parametri ideologici.

In una linea simile, l'articolo 219 impone ai giovani l'obbligo di “rispettare la Costituzione della Repubblica di Cuba e le sue leggi”, “collaborare al funzionamento delle istituzioni e rispettare le autorità legittimamente costituite” e “partecipare attivamente alla difesa della Patria socialista”.

Questa formulazione trasforma l'allineamento con il sistema politico totalitario e il rispetto delle sue norme in una responsabilità legale per gli adolescenti, rafforzando così l'idea che non debbano solo sottomettersi alle leggi della cosiddetta "giustizia rivoluzionaria", ma anche militare a favore di un modello ideologico unico, il che costituisce un chiaro componente di indottrinamento.

D'altro canto, l'articolo 83, che regola l'accesso dei minori alla vita culturale, stabilisce che questa deve svilupparsi “con un profondo senso decolonizzatore, anticonsumistico, inclusivo, partecipativo, democratico, educativo, sviluppatore della coscienza sociale”.

Sebbene alcune di queste categorie possano sembrare progressiste, l'uso di concetti come "coscienza sociale" nel contesto cubano tende a riferirsi a una coscienza plasmata dalla narrativa ufficiale, il che rinforza una cultura istituzionale guidata dallo Stato e lascia poco o nessuno spazio per visioni alternative o dissidenti.

Un codice che legalizza l'adoctrinamento e la sorveglianza

Questo corpo legale non si limita a proteggere: modella, orienta e fiscalizza. Dall'imposizione di un quadro ideologico nell'istruzione alla creazione di sistemi di sorveglianza sui minori, il Codice costituisce uno strumento di controllo sociale.

Sotto l'apparenza di “proteggere l'infanzia”, lo Stato cubano cerca di rafforzare la sua egemonia politica fin dai primissimi anni di vita. L'infanzia non è vista come soggetto di diritti in libertà, ma come materiale ideologico da plasmare per la continuità del regime.

Inoltre, la possibilità che questi articoli possano essere utilizzati per giustificare interventi in case di oppositori, o addirittura la revoca della custodia, non è mera speculazione: ci sono precedenti documentati di minacce simili negli anni recenti.

Conclusione

L'Anteprogetto del Codice della Infanzia si presenta come un progresso giuridico, ma la sua struttura interna risponde più a una strategia di controllo statale che a una reale garanzia di diritti.

Contiene tranelli ideologici e ambiguità legali che potrebbero essere utilizzati a fini repressivi, soprattutto in un paese dove il potere giudiziario non è indipendente e il dissenso politico è criminalizzato.

Il rischio non si trova solo nel testo, ma in chi lo applica, in quale contesto e con quali fini. Nel caso cubano, questo rischio è più che latente: è strutturale e sistematico.

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Iván León

Laureato in giornalismo. Master in Diplomazia e Relazioni Internazionali presso la Scuola Diplomatica di Madrid. Master in Relazioni Internazionali e Integrazione Europea presso l'UAB.