
Video correlati:
Il regime cubano ha avviato una consultazione nazionale nei centri educativi sul Progetto di legge del Codice dell'Infanzia, delle Adolescenze e delle Gioventù.
Sotto il discorso di garantire diritti e promuovere lo sviluppo integrale dei minori, la normativa potrebbe trasformarsi in un nuovo strumento per l'indottrinamento ideologico e la repressione selettiva contro le famiglie oppositrici.
In occasione del 64° anniversario dell'Organizzazione dei Pionieri José Martí (OPJM), il governo ha orchestrato quello che ha definito come un “esercizio partecipativo” nelle scuole di tutto il paese. Bambini di diversi livelli scolastici sono stati invitati a esprimere le loro opinioni su un testo legale la cui essenza, secondo dichiarazioni ufficiali, si rifà ai "valori rivoluzionari" e al pensiero di figure come Fidel Castro e Ernesto Guevara.
Le pubblicazioni ufficiali descrivono scene festive ed entusiastiche in cui i bambini ringraziano per l'opportunità di essere ascoltati. Tuttavia, dietro a quella narrazione si nasconde un intreccio più profondo: l'uso sistematico del sistema educativo come mezzo per formare cittadini subordinati all'ideologia statale.
Già a dicembre 2024, il governante Miguel Díaz-Canel ha chiarito che il nuovo Codice doveva "preparare i nostri bambini, adolescenti e giovani affinché possano sviluppare tutte le loro capacità a favore della Rivoluzione".
Questa formulazione, più che una politica di diritti, rivela una strategia di formazione ideologica, in linea con decenni di controllo sul pensiero infantile e giovanile nell'isola.
Il progetto di legge del Codice include formulazioni apertamente ideologiche. Nel suo preambolo si dichiara che cerca di formare i minori come "continuatori dell'opera rivoluzionaria". Si stabilisce inoltre, al suo articolo 57, che l'educazione dovrà essere regolata dai “principi della società socialista”.
Altri articoli, come il 117 e il 219, impongono doveri espliciti a bambini e giovani di rispettare le autorità, onorare la Patria e “difendere la Patria socialista”, introducendo un quadro di lealtà civica che può essere interpretato e applicato politicamente.
Ancora più preoccupante è l'articolo 91, che obbliga chiunque a denunciare situazioni che influenzano la “moralità” del minore, una clausola ambigua che potrebbe essere utilizzata contro genitori con comportamenti o posizioni dissenzienti.
Asimismo, si prevede un sistema di monitoraggio statale che coinvolge la Procura, il Ministero dell'Istruzione e il Ministero dell'Interno, il che facilita la sorveglianza istituzionale su contesti familiari, anche senza prove di maltrattamenti fisici o abbandono.
Queste disposizioni, lungi dall'essere limitate alla protezione dei diritti, creano un contesto normativo incline all'uso discrezionale della legge come strumento di punizione ideologica o di disciplinamento sociale, in particolare nei confronti di coloro che non condividono la narrativa ufficiale.
Le preoccupazioni non si limitano al componente dottrinale. Diversi precedenti documentati da fonti indipendenti e organizzazioni per i diritti umani mettono in guardia sull'uso dell'apparato legale per esercitare pressione o punire i genitori dissidenti.
In questo senso, gli attivisti hanno denunciato minacce legate alla perdita della custodia dei propri figli come rappresaglia per le loro opinioni politiche o per azioni pubbliche di denuncia.
En marzo del 2024, la Seguridad del Estado presuntamente ha minacciato la moglie di un prigioniero politico di toglierle la custodia dei suoi figli se avesse continuato a denunciare abusi. Casi simili sono stati segnalati negli anni precedenti, in cui si è utilizzata la condizione di madre o padre come mezzo di coercizione politica.
Con l'entrata in vigore del nuovo Codice, normative che apparentemente mirano a proteggere i minori potrebbero servire per vigilare, sanzionare o intervenire in nuclei familiari scomodi per il regime.
Il linguaggio utilizzato nel progetto preliminare —“educazione ai valori rivoluzionari”, “difesa della Patria”, “formazione civica patriottica”—, insieme all'antecedente della sua applicazione selettiva, configura un quadro legale suscettibile di abuso.
Il codice stabilirà anche nuovi sistemi di controllo e monitoraggio istituzionale, come ha anticipato Díaz-Canel, anche se è stata esclusa un referendum, come è avvenuto con il Codice delle Famiglie. Questa ommissione rafforza l'idea di un'approvazione senza contrappesi democratici né pluralità di opinioni.
In questo contesto, gli esercizi di consultazione nelle scuole —presentati come espressione di partecipazione— rivelano il loro vero volto: un'operazione simbolica per legittimare una legislazione già definita dal potere, mentre rinforzano la cultura della fedeltà politica fin dalla giovane età.
Ciò che si presenta come un passo verso una maggiore protezione dell'infanzia cubana potrebbe, in realtà, aprire la porta a una nuova fase di sorveglianza, indottrinamento e repressione mascherata da un'apparente legalità.
L' strumentalizzazione dei diritti dei minori a fini politici non è nuova a Cuba, ma il Codice della Minorenza rappresenta una formalizzazione più pericolosa di questa pratica, specialmente in un contesto dove il dissenso continua a essere criminalizzato e dove il apparato legale agisce, molte volte, al servizio del potere e non dei cittadini.
Archiviato in: