Silvio Rodríguez denuncia la perdita di dignità nazionale dopo la lussuosa festa del Festival del Habano al Capitolio

Il cantautore ha criticato indirettamente l'ostentazione del Festival del Habano in mezzo alla crisi a Cuba, riflettendo sulla perdita di valori e sull'aumento della disuguaglianza nell'isola.


Il cantautore cubano Silvio Rodríguez ha riacceso un intenso dibattito nell'opinione pubblica cubana con le sue recenti dichiarazioni sulla situazione del paese.

In un post pubblicato il 2 marzo 2025 nel suo blog Segunda Cita, Rodríguez ha espresso la sua preoccupazione per la perdita della "dignità nazionale" a Cuba, segnalando una serie di fatti che, secondo lui, evidenziano la decadenza dei valori che un tempo hanno caratterizzato l'identità dell'isola.

Le sue riflessioni emergono in un contesto segnato da la celebrazione del XXV Festival del Habano, un evento di lusso che ha attirato oltre 1.300 partecipanti da 70 paesi e che si è concluso con una "Notte Intermedia" nel Salone dei Passi Perduti del Capitolio dell'Avana, sede del parlamento cubano.

La cena sfarzosa è stata oggetto di critiche sui social media e da parte di figure anche vicine al governo, a causa del contrasto con la grave crisi economica che vive la maggioranza dei cubani.

Rodríguez non ha menzionato direttamente l'evento nel suo blog, ma le sue parole sono state interpretate come una critica velata all'ostentazione di un settore privilegiato in mezzo alla scarsità generalizzata.

"Distinte segnale suggeriscono che sta avvenendo una sorta di scomparsa graduale del senso di dignità nazionale. Lo sento nei fatti quotidiani dei cittadini. Lo sento nella carnavizzazione della statua della nazione e nella tomba del mambí sconosciuto (...) Dove siamo arrivati perché possano succedere queste cose, perché si possa trivializzare il sacro, perché si possa mancare di rispetto alla memoria di un essere umano, alla sua famiglia, alle persone che lo amano?", scrisse il musicista.

Un evidente disincanto

Il messaggio del trovador, un tempo una delle voci più emblematiche del movimento musicale che ha accompagnato la cosiddetta "Revoluzione Cubana", riflette un crescente disincanto con il corso che ha preso il paese negli ultimi anni.

Nelle sue parole, si percepisce non solo una critica alla mancanza di valori nella società e nella dirigenza cubana, ma anche una preoccupazione per l'influenza di fattori esterni che potrebbero aggravare la situazione.

"Un impero in decadenza può rivoluzionare il mondo. È più che evidente. Certo, ci sono rivoluzioni progressiste e rivoluzioni retrograde. L’entità di questo nuovo tumulto mondiale stiamo iniziando a vederla e a subirne le conseguenze, chi lo sa fino a quando. L'effetto che potrebbe avere su Cuba non è promettente," rifletté il cantautore.

Il distanziamento di Silvio Rodríguez dal discorso ufficialista non è un fatto isolato. Negli ultimi anni, le sue dichiarazioni pubbliche hanno mostrato una posizione critica che contrasta con il suo sostegno incondizionato al governo cubano nelle decadi precedenti.

Nel 2021, dopo le proteste dell'11 luglio, Rodríguez ha riconosciuto la legittimità del malcontento popolare e è arrivato a incontrarsi con alcuni dei manifestanti detenuti, un gesto che gli è valso applausi e critiche in egual misura.

La sua insistenza sulla necessità di un dialogo nazionale e sul riconoscimento degli errori interni del paese è aumentata. Nel 2022, in un'intervista con un mezzo di comunicazione straniero, ha affermato che "non tutto il male che accade a Cuba può essere attribuito all'embargo", un'affermazione che si discostava dal discorso ufficiale del governo dell'isola.

Un paese in crisi e un'élite che festeggia

Lo scandalo intorno al Festival del Habano ha riacceso il dibattito sulla crescente disuguaglianza a Cuba. Mentre al Capitolio si svolgeva una cena di gala con la partecipazione di personalità internazionali e imprenditori, per le strade la popolazione affronta la scarsità di cibo, medicinali e beni di prima necessità.

L'evento ha incluso incluso un'asta di umidificatori di lusso in cui sono stati raccolti 17.940.000 euro presumibilmente destinati al sistema sanitario pubblico. Tuttavia, molti cubani mettono in discussione la pertinenza di queste celebrazioni quando l'accesso ai servizi medici è deteriorato e gli ospedali sono carenti di forniture di base.

Silvio Rodríguez, senza nominare direttamente il Festival del Habano, ha chiarito la sua posizione sul deterioramento della morale nel paese. "Capisco che non siamo come avremmo voluto essere; capisco che c'è ancora molta strada da fare. Ma non posso comprendere il disprezzo e la mancanza di qualità umana. Speriamo che le cubane e i cubani di dignità non permettano l'indegnità e la distruzione di questa Patria che è costata tanto da costruire e difendere", ha affermato.

Le sue parole risuonano in un momento di particolare sensibilità sociale a Cuba, dove la disperazione e il malessere sembrano crescere in proporzione al distanziamento tra la dirigenza politica e la realtà quotidiana della maggior parte dei cittadini. Il disincanto di Rodríguez è, per molti, il simbolo di una crisi più profonda: quella di una Rivoluzione che, secondo alcuni dei suoi stessi esponenti, ha perso la propria essenza.

Archiviato in:

Redazione di CiberCuba

Un team di giornalisti impegnati a informare sull'attualità cubana e temi di interesse globale. Su CiberCuba lavoriamo per offrire notizie veritiere e analisi critiche.