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Il campione cubano di boxe professionale, Yordenis Ugás, ha risposto sui suoi social a uno dei suoi follower che gli ha proposto di combattere con Miguel Díaz-Canel, accusando il pugile di essere un governante "illegittimo".
“Sarebbe il combattimento della mia vita”, ha detto il pugile che ha conquistato la divisione welter della World Boxing Association (WBA) nell'agosto del 2021, e ha dedicato il suo titolo e la storica vittoria contro il leggendario Manny Pacquiao ai manifestanti che hanno preso d'assalto le strade dei paesi e delle città di Cuba l'11 luglio di quell'anno (11J).
La risposta di Ugás è arrivata in seguito a un suo tweet in cui denunciava la manovra fraudolenta della "presa di possesso" di Nicolás Maduro in Venezuela, dove sono intervenuti Díaz-Canel, il dittatore nicaraguense Daniel Ortega e rappresentanti di Russia e Iran, nel mezzo del rifiuto della stragrande maggioranza della comunità internazionale.
“Questa spazzatura di Canel è l'unico presidente che sarà lì, sicuramente accanto a Ortega. Un illegittimo che sostiene un altro illegittimo. Dio deve darci vita e salute a me e a tutti voi che desiderano lo stesso per vedere questa feccia finire contro un muro di fucilazione condannata da un tribunale cubano,” ha espresso il pugile sul suo account di X.
Il disprezzo di Ugás nei confronti del pupazzo manovrato dal regime castrista, che egli indica come responsabile delle violazioni dei diritti umani e della repressione a Cuba, lo ha portato a chiedere giustizia per i crimini della dittatura e a esprimere il desiderio di vederlo pagare con la propria vita per tutto il danno causato, che va dall'esodo massiccio di cubani, alla morte di molti di loro in pericolose traversate e per mano dei repressori, fino ai migliaia di prigionieri politici che tiene nelle carceri.
Le sue parole sono state contestate dall'utente di X identificato come @MAOOFFL, che ha proposto a Ugás uno scenario diverso per placare la sua sete di giustizia.
“O meglio, chiuso con te in un quadrilatero, mi piace di più questa idea. Io sarò il primo tra il pubblico! Patria e Vita!”, gli disse il sostenitore, a cui Ugás rispose: “Sarebbe il combattimento della mia vita”.
Referente dell'attivismo contro la dittatura, Ugás è diventato una delle voci che esprimono con maggiore chiarezza il dramma nazionale dei cubani. Il suo discorso chiaro e diretto, permeato di valori e principi etici di grande profondità e umanità, lo ha portato a essere una figura molto amata dall'esilio e dai suoi connazionali nell'isola.
“Sono un combattente non solo dentro del quadrato, ma anche fuori lotto per la libertà della mia gente. Questo è ciò che conta di più per me”, ha dichiarato Ugás prima del match che lo ha visto affrontare Pacquiao. Un messaggio che lo ha sempre accompagnato nel corso della sua carriera professionale e in ogni occasione in cui alza la sua voce come membro della società civile cubana.
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