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Il governo degli Stati Uniti ha espresso preoccupazione per le nuove regolamentazioni attuate dal governo cubano a partire dal 5 dicembre scorso, che, secondo esperti e analisti, potrebbero aggravare la crisi economica e sociale che sta attraversando l'isola.
Le misure colpiscono principalmente le micro, piccole e medie imprese (Mipymes) cubane, poiché cancellano le licenze di commercio all’ingrosso e costringono queste aziende a collaborare con entità statali per continuare a operare.
Brian A. Nichols, sottosegretario di Stato per gli Affari dell'emisfero occidentale, ha sottolineato che le nuove regolamentazioni "aggraveranno ulteriormente l'insicurezza alimentare e limiteranno le opportunità per gli imprenditori indipendenti a Cuba".
Nella sua dichiarazione attraverso X, Nichols ha sottolineato che "i cubani meritano migliori condizioni economiche e un ambiente che favorisca l'iniziativa privata, non restrizioni che approfondiscano la crisi".
La misura fa parte di una serie di riforme adottate dal regime cubano per "ordinare" il commercio all'ingrosso e migliorare l'efficienza del mercato.
Tuttavia, economisti e critici sottolineano che, lungi dal migliorare la situazione, la risoluzione 56 del Ministero del Commercio Interno di Cuba danneggia ulteriormente il tessuto imprenditoriale privato, che è stato un pilastro fondamentale per il commercio al dettaglio nell'isola.
Pedro Monreal, economista cubano, ha descritto la risoluzione come "un colpo deciso alle relazioni di mercato", poiché elimina l'autonomia delle mipymes costringendole a dipendere dall'apparato statale.
Secondo Monreal, ciò potrebbe generare scarsità di prodotti e aumentare le tensioni sociali, poiché il governo cubano continua a rafforzare il proprio controllo sull'economia mentre affronta una crescente mancanza di beni di consumo.
Il governo statunitense ha ribadito che queste nuove restrizioni a Cuba, insieme ad altre politiche che limitano lo spazio per gli imprenditori privati, non solo ostacolano la ripresa economica dell'isola, ma rafforzano anche un modello centralizzato e repressivo che si è rivelato inefficace nel soddisfare le esigenze della popolazione.
Domande frequenti sulle restrizioni alle mipymes a Cuba
Cosa implica la Risoluzione 56 per le mipymes a Cuba?
La Risoluzione 56 annulla d'ufficio le licenze per il commercio all'ingrosso delle mipymes che svolgevano questa attività come secondaria e obbliga quelle che la praticano come attività principale a allearsi con enti statali. Questa misura, secondo l'economista Pedro Monreal, mira a ri-monopolizzare l'offerta all'ingrosso e ridurre la competizione privata.
In che modo questa misura influisce sull'economia cubana?
La misura soffoca il commercio privato, trasformando le mipymes in clienti vincolati delle imprese statali all’ingrosso, che sono inefficienti e prive di divise. Ciò potrebbe aumentare l'inflazione e aggravare la scarsità cronica nell'isola, influenzando la stabilità sociale in un momento di elevata domanda di beni di consumo.
Cosa cerca il governo cubano con queste restrizioni?
Il governo cubano intende controllare e centralizzare il commercio all'ingrosso nelle mani di entità statali, con l'obiettivo di migliorare l'infrastruttura e il trasporto. Tuttavia, si solleva critiche in merito, poiché ciò aumenta la burocrazia e l'inefficienza, danneggiando le mipyme e limitando la flessibilità e la liquidità del settore privato.
Come dovrebbero prepararsi le mipyme per adattarsi alla nuova normativa?
Le mipymes devono aggiornare la propria licenza commerciale e oggetto sociale entro 90 giorni se desiderano continuare a operare nel commercio all'ingrosso insieme a enti statali. Quelle che non intendono allearsi avranno 120 giorni per liquidare i propri stock vendendoli al dettaglio, purché dispongano della licenza adeguata per farlo.
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