Sede dell'organizzazione Damas de Blanco condivide con i vicini l'energia elettrica di una centrale elettrica

La sede delle Damas de Blanco a Lawton, Cuba, ha fornito energia elettrica ai vicini dopo 48 ore senza elettricità.

Carga de celulares en sede de Damas de Blanco © Berta Soler / Facebook
Ricarica di cellulari nella sede delle Damas de BlancoFoto © Berta Soler / Facebook

La sede nazionale delle Damas de Blanco, situata nel quartiere habanero di Lawton, ha aperto le sue porte questo sabato a decine di vicini affinché potessero ricaricare i loro dispositivi elettronici dopo oltre 48 ore senza elettricità.

L'organizzazione ha attivato il suo piccolo generatore elettrico fin dalla mattina e, secondo quanto riferito su Facebook dalla sua leader, Berta Soler, offre gratuitamente il servizio per caricare telefoni, torce e ventilatori, con l'obiettivo di consentire ai residenti di quella zona di rimanere in contatto con i propri familiari.

Soler ha confermato che sono trascorse più di 48 ore senza elettricità dalla passata del uragano Rafael mercoledì scorso, nell'ovest dell'isola.

Questo atto contrasta con la situazione che hanno vissuto i cubani in un altro blackout massivo appena due settimane fa, quando la disconnessione del Sistema Elettroenergetico Nazionale (SEN) ha provocato lunghe code nei negozi come Carlos III e negli edifici pubblici in cerca di una fonte di energia.

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In quel momento, i cittadini improvvisarono file di prolunghe elettriche per strada per poter ricaricare i loro dispositivi, mentre i social network si riempivano di immagini di persone accalcate nel tentativo di accedere a una presa di corrente pubblica.

L'organizzazione Damas de Blanco è un movimento di opposizione a Cuba che ha affrontato repressione per anni.

Fondata nel 2003, l'aggregazione è composta principalmente da donne familiari di prigionieri politici che cercano di rendere visibile la situazione dei diritti umani nel paese.

Recentemente, Soler è stata arrestata in modo violento dalla Sicurezza dello Stato, dopo aver rifiutato un avvertimento da parte di un ufficiale conosciuto come "Felo", che l'ha minacciata di incarcerarla se avesse continuato con il suo attivismo.

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