Berta Soler continua a essere scomparsa dopo l'arresto a L'Avana.

Su marito, l'oppositore Ángel Moya, ha documentato una chiamata che ha fatto alla Polizia dell'isola.


La leader delle Damas de Blanco Berta Soler continua a essere in luogo sconosciuto dopo il suo arresto da parte della Sicurezza dello Stato lo scorso domenica 22 settembre, come denunciato da suo marito, l'oppositore Ángel Moya.

Soler, che è Premio Sájarov (2005), un riconoscimento che il Parlamento Europeo concede a persone e organizzazioni che si sono distinte per la loro lotta a favore dei diritti umani e della libertà di coscienza, non risulta nel registro dei detenuti della Polizia, ha rivelato Moya, che ha rafforzato la sua denuncia con un frammento della chiamata effettuata alla linea 106.

Durante la comunicazione che ha avuto con l'operatore della Polizia che lo ha assistito, Moya ha spiegato, in diverse occasioni, che sua moglie era stata arrestata da agenti della Sicurezza dello Stato domenica e che fino a martedì, al mattino, non sapeva del suo whereabouts.

La funzionaria, nel momento in cui effettuava una ricerca nel sistema, le risponde che con quel nome non appare nessuno detenuto, il che ha aumentato le preoccupazioni di Moya, che ha insistito nel dire che non sapeva dove fosse. Questa situazione peggiora l'integrità fisica dell'attivista.

Lo scorso domenica, la Fondazione Nazionale Cubano Americana (FNCA) ha informato su X riguardo alla situazione della leader delle Damas de Blanco, il cui arresto è avvenuto proprio dopo che era stata minacciata la settimana scorsa dal repressore conosciuto come "Felo".

"Felo" aveva avvertito Berta di incarcerarla se avesse partecipato alla manifestazione del 22 settembre, dopo che Soler aveva rifiutato un accordo che comprometteva il suo attivismo.

Nonostante la minaccia, l'attivista ha dichiarato in una diretta su Facebook: "Sarai per strada e solo Dio sa cosa possa accadere. Non c'è accordo con il repressore".

Al momento di redigere questa nota, attivisti e organizzazioni cubane hanno fatto eco della denuncia di Ángel Moya, tra cui Rosa María Payá, fondatrice dell'iniziativa politica Cuba Decide, che ha richiesto l'uscita di Berta dalla prigione. Lo stesso ha fatto la piattaforma Justicia 11J, che ha avvertito che "la leader delle #DamasDeBlanco è frequentemente molestata, sorvegliata e detenuta con violenza per impedire che realizzi le sue azioni civiche a favore della libertà dei prigionieri politici".

La FNCA ha emesso un comunicato in cui chiede il rilascio della leader delle Damas de Blanco. "L'attivismo di Berta Soler è un faro di speranza per molti, e il suo ingiusto incarceramento è un attacco diretto alla libertà di espressione e di riunione", affermano.

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