Dopo dieci giorni di sciopero della fame a causa del rifiuto delle autorità di una prigione cubana di concedergli un colloquio, il professor Pedro Albert Sánchez si trova a casa, dopo aver ricevuto un permesso di libera uscita della durata di un anno.
Così ha comunicato sua moglie Ana Elvis Amaya Leyva durante una diretta su Facebook, dove ha espresso che il prigioniero politico cubano si trova con suo figlio e inizierà i trattamenti medici dopo una valutazione specialistica.
Albert Sánchez, di 67 anni e paziente di cancro alla prostata, ha iniziato da diversi giorni uno sciopero della fame. “Pedro ha deciso di non mangiare a causa della situazione; lui vuole parlare, vuole dialogare con il regime e gli hanno voltato le spalle”, ha commentato sua moglie per contestualizzare la sua situazione.
L'escarcerazione del professore, che si trovava nel carcere di 1580 a San Miguel del Padrón, è stata festeggiata da diversi attivisti cubani, i quali vedono questo evento come un successo nella lotta per la liberazione dei prigionieri politici.
“Nel mezzo del dolore, una buona notizia, un raggio di speranza. A tutti coloro che hanno lottato per la sua liberazione, grazie. Insieme siamo sempre più forti per piegare la dittatura. Pedro è un esempio di questa forza, della capacità di mobilitarsi, del senso di giustizia”, ha espresso su Facebook l'attivista Carolina Barrero.
Yamilka Laffita, conosciuta sui social come Lara Crofs, ha definito il professore come “uno degli uomini più impegnati per la libertà che abbia conosciuto a Cuba. È importante sottolineare che non avrebbe mai dovuto essere imprigionato. Il suo unico reato è avere in mente una Cuba libera e democratica”.
Da parte sua, l'attivista cubano Arián Cruz Álvarez, conosciuto come Tata Poet, ha celebrato la liberazione di Albert Sánchez e ha chiarito che “non è stato liberato, continua a scontare una pena congiunta di 5 anni per i reati fabbricati di disordini pubblici e disobbedienza”.
Nel gennaio del 2023, il professore cubano è stato condannato a cinque anni di limitazione della libertà dal Tribunale Municipale Popolare di Diez de Octubre. La sentenza è stata emessa a causa della sua partecipazione alle proteste dell'11 luglio 2021.
Amnesty International lo ha dichiarato prigioniero di coscienza e ha esortato il presidente Miguel Díaz-Canel a liberarlo "immediatamente e incondizionatamente".
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