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La compagnia australiana Antilles Gold ha annunciato che prevede di avviare all'inizio del 2026 un nuovo programma di perforazione nella miniera La Demajagua, situata nell'Isola della Gioventù, un progetto che porta avanti da anni insieme alla statale GeoMinera S.A. e che ha generato aspettative, dubbi e contrasti con la realtà economica cubana.
Il piano prevede tra 10.000 e 15.000 metri di perforazione aggiuntiva per affinare i calcoli su oro, argento e antimonio nel giacimento, e servirà da base per uno Studio di Fattibilità Definitivo che non sarà pronto fino al 2027. Entro quella data, l'azienda prevede di definire se il progetto procederà infine verso la sua apertura commerciale, un processo che è stato rinviato per oltre un decennio tra promesse di alti rendimenti, ritardi tecnici e cambiamenti nel mercato.
In un comunicato, la miniera ha spiegato che utilizzerà due nuove macchine da perforazione, operate da una divisione del gigante cinese Xinhai Mining, partner chiave in diversi progetti estrattivi nell'isola. Secondo Antilles, questa campagna permetterà di migliorare la classificazione delle risorse e di verificare se sia possibile incrementare le riserve di antimonio, un minerale altamente valorizzato nell'industria tecnologica, i cui prezzi internazionali quasi triplicano i valori del mercato cinese.
Anche se Antilles Gold insiste sul potenziale del giacimento, le sue proiezioni dipendono da un'operazione che non è ancora iniziata e da un'azienda il cui valore in borsa rimane ai minimi storici — alla chiusura del 12 novembre, il suo titolo era quotato appena a 0,009 dollari australiani —, con poca copertura da parte degli analisti e segnali tecnici sfavorevoli, secondo i dati di TipRanks.
La compagnia, tuttavia, assicura che la situazione potrebbe essere diversa nel 2027, quando prevede di utilizzare circa 60 milioni di dollari in "liquidità in eccesso" generata da un'altra miniera in sviluppo, Nueva Sabana, come capitale per il progresso di La Demajagua. Il resto del finanziamento dipenderebbe da crediti legati all'appaltatore cinese e da anticipi su vendite future di concentrato d'oro.
Il progetto di La Demajagua è stato presentato per anni come una delle grandi scommesse minerarie di Cuba. Nel 2021, Antilles Gold ha riportato concentrazioni “sorprendenti” di oro e argento nelle prime perforazioni, con picchi di fino a 109 grammi di oro per tonnellata e oltre 1.700 grammi di argento. Un anno dopo, la compagnia ha alzato le sue aspettative e ha parlato della possibilità di ottenere vari tipi di concentrati, incluso uno ricco di antimonio, metallo critico per semiconduttori e batterie.
Tuttavia, nonostante gli annunci, lo sfruttamento commerciale non è mai iniziato. Il discorso ottimista contrasta con i dubbi sulla reale capacità dello Stato cubano di sostenere un progetto di tale portata in mezzo al collasso energetico, alla crisi finanziaria e alla mancanza di infrastrutture.
Antilles Gold insiste sul fatto che l'attuale scenario internazionale è più favorevole a causa dell'aumento del prezzo dell'oro, dell'argento e dell'antimonio. Ma i cubani hanno già sentito promesse simili in passato. La Demajagua, erede della storica miniera Delita, continua a non diventare la fonte di prosperità che è stata annunciata in titoli da oltre un decennio.
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